di Sallustio Santori
Una ha appena giurato nel giorno del suo diciottesimo compleanno rafforzando il suo impegno “Con questo presente libero e democratico, radicato in un passato che non dimentichiamo per preparare così un miglior futuro”, come le ha detto la presidente socialista del Congresso dei deputati spagnolo (la Camera, insomma), Francina Armengol; l’altra è già un’icona di stile per tante donne e la sua vicenda la rende un po’ Cenerentola e un po’ polemica viste le sue ultime dichiarazioni sulla guerra che Israele ha mosso contro il movimento terrorista di Hamas a seguito dell’attacco a sorpresa del 7 ottobre scorso: stiamo parlando di Leonor di Borbone, Principessa delle Asturie ed erede al Trono di Spagna e di Rania, Regina di Giordania.
La giovane Leonor e il peso della Storia
La giovane spagnola che sembra quasi una tedesca, biondissima ed elegante figlia di una madre, Letizia Ortiz, che ci tiene da sempre alla sua forma e probabilmente è quella che porta i pantaloni in casa (in qualche occasione ha serenamente invitato il marito Felipe VI a tacere infischiandosene dei suoi oltre due metri d’altezza). E discendente di una famiglia come i Borbone, quei Borbone il cui Carlo III nel 1759 mollò a suo figlio Ferdinando la corona napoletana e siciliana per andarsene a comandare in quel di Madrid. Quei Borbone che Francisco Franco nel 1969, con una delle Leggi Fondamentali della sua dittatura, volle rimettere sul trono nella figura di Juan Carlos dopo la Guerra civile che aveva spodestato la Repubblica.
E quei Borbone, per finire, che in Juan Carlos prima hanno mostrato al mondo come si passi da una dittatura feroce ad una democrazia moderna e civile resistendo a baffuti colpi di Stato con il colonnello Antonio Tejero ad assaltare le Cortes nel febbraio 1981; e con l’andare del tempo trasformarsi da orecchiato donnaiolo (nel senso che tutti lo sapevano ma non si diceva lì per lì per carità di Patria) in palese donnaiolo e infine nonnaiolo vista l’età con tanto di scandali di letto, economici (qualche influenza ben retribuita per costruire l’Alta velocità in Arabia Saudita, per esempio) e sfondoni tipo foto tronfie al termine di battute di caccia e le figlie volate di corsa nel Golfo Persico a farsi iniettare il vaccino anticovid mentre in Spagna il figlio divenuto re si metteva in fila come tutti gli altri aspettando buon buono il suo turno.
Leonor, la faccia pulita dopo gli scandali del nonno
Acqua passata. Leonor, che al momento sta prestando servizio militare e pare essere una giovane ragazza di buon carattere, è il volto pulito su cui scommette la Corona spagnola, un’istituzione che dopo gli scandali di suo nonno e dei suoi zii (i cognati di Felipe e Letizia, finiti in storie di soldi e mazzette pure loro) ha avuto in Felipe il silenzioso fustigatore che ha allontanato i parenti scandalosi e ridotto tutta la Famiglia reale a lui, sua moglie, Leonor e sua sorella Sofia che è infanta, e sua madre Sofia oggi Regina madre e moglie separata di Juan Carlos. Toccherà a questa ragazza elegante e beneducata, che parla fluentemente inglese (con soggiorni estivi insieme alla sorella negli USA), francese, rudimenti di cinese e arabo. Più il catalano della ribelle Catalogna, dove ancora c’è chi si ricorda le mazzate prese dalla polizia in occasione delle sommosse e l’indipendenza da operetta proclamata qualche anno fa dai separatisti.
Ma i ragazzi spagnoli non sono interessati alla monarchia
Insomma, la missione è tosta. C’è un Paese sempre più polarizzato a livello politico, sempre più sclerotizzato nelle posizioni dei cittadini, proiettato verso il futuro con voglia d’innovazione e crescita, con la più estesa rete ad Alta Velocità ferroviaria d’Europa ed un’economia che non ha mancato di fare faville. Una storia plurisecolare prestigiosa e con difficili momenti attraversati che adesso qualcuno a sinistra vorrebbe riaprire (vedasi le leggi sulla Memoria storica a proposito della Guerra civile, con l’estumulazione di Franco qualche anno fa dal Valle de los Caidos, la basilica scavata nella roccia che accoglie i resti di combattenti repubblicani e franchisti insieme). Il tutto dentro un’Europa nella quale, in ogni caso, le monarchie cambiano per sopravvivere adottando una via nordica alla corona: l’esempio dei sovrani scandinavi, con la loro sobrietà e assoluta mancanza di pomposità, è quello che piace ad esempio anche a Carlo III d’Inghilterra che sta tagliando e innovando in tema di teste coronate dopo il lunghissimo regno di sua madre Elisabetta II. La monarchia, del resto (diceva uno che di corona se ne intendeva, il nostro Umberto II di Savoia) è un’istituzione completamente irrazionale che esiste nella misura in cui essa è amata dai cittadini. E proprio per questo Leonor, insieme a suo padre, hanno innanzi a loro un incarico non da poco. Anche perché i giovani non sembrerebbero interessati alla monarchia iberica: solo nel 2020 la Corona spagnola accattivava il 22% delle simpatie tra i giovani della fascia 18-24. Dopodiché non vorremmo essere nei panni di Leonor.
Rania, regina a sorpresa
Se questo è il menu dei piatti serviti a Madrid e che la monarchia deve digerire se vuole sopravvivere, Rania di Giordania ha una strada se non in discesa, quantomeno più facile rispetto a quella della giovane Leonor. Classe 1970, origini mezze turche e mezze palestinesi dei territori occupati da Israele della West Bank, Rania è nata in Kuwait e ha conosciuto il futuro re Abdallah nel 1993 ad un party. Bella, elegante, charmant, un’icona di stile che non è una Soraya di Persia, per capirci, ma che comunque dice la sua e la dice bene, Rania non era destinata a indossare la corona (e quando impalmò il marito, peraltro, non volle mettersela a ricordare le sue origini che non sono sangue blu): tre settimane prima di morire, però, re Hussein di Giordania decise di cambiare idea e, diseredato il figlio maggiore Hassan, Abdallah si ritrovò a succedergli sul trono.
Pare che Rania non esiti a infilarsi nelle cose del marito e pare che abbia un ascendente su di lui nemmeno di scarso valore, anzi: anche qui, come a Madrid, a comandare in casa sarebbe proprio lei. Lei così filiforme ed elegante dopo quattro figli dati al suo Abdallah, si interessa in particolare di istruzione e non ha esitato lei stessa a insegnare per formare i futuri imprenditori giordani e del mondo arabo grazie alla Ong Injaz Al-Arab (non è per dire, ma ha una laurea in Business administration preso all’American University del Cairo e ha lavorato per Citibank e Apple in quel di Amman). Molto attenta alla salute, dal 2005 ha voluto la fondazione della Royal Health Awareness Society per insegnare alla popolazione i benefici di una vita senza tabacco, il concetto di sana nutrizione e igiene, l’esercizio fisico e molto altro. Ha anche avuto il merito di spingere per l’apertura del primo ospedale per bambini della Giordania e il dialogo interreligioso. Sa utilizzare a dovere i social, specie Youtube dove ha un canale personale nel quale smentisce gli stereotipi su arabi e musulmani. Più l’ex Twitter, adesso X, dove scrive i suoi pensieri. Ha anche scritto dei libri e racconti.
La regina Rania da Sanremo a Gaza, si balla sulle uova
La regina di Giordania, divenuta tale per volontà del marito (il titolo non è automatico ma concesso all’atto dell’accessione al trono del consorte), parla fluentemente inglese e arabo. In Italia è diventata famosa perché a Sanremo 2010 spiegò ad Antonella Clerici che ama cucinare, fare i dolci insieme ai figli ed è stata invitata dalla Clerici a darle la ricetta dei biscotti reali. Ha detto di avere una vita piena ma non diversa da una qualunque donna che lavora e invitato a non travisare l’Islam col terrorismo viste le comuni radici con le altre due religioni abramitiche (i cattolici e gli ebrei). Un po’ di gelosia col marito ci sta, l’amore insomma non è bello se non è litigarello, io istintivamente voglio bene a re Abdallah che evidentemente con una sergentessa così qualche volta forse gli toccherà abbozzare. Porti pazienza, Maestà: da ultimo lui e sua moglie se la sono presa con Israele dicendo che Tel Aviv non può creare un esodo di palestinesi, profughi che la Giordania non vuole accogliere sul suo territorio.
Sua moglie, trovandosi facendo, ha detto che c’è un “doppio standard” perché a suo dire si condanna il raid assassino di Hamas del 7 ottobre ma non i bombardamenti israeliani, solo che online si è scatenato un gran casino: “Perché non ve li pigliate voi i palestinesi di Gaza?”, hanno chiesto a Rania. A dirla tutta Amman ha già due milioni di palestinesi rifugiati da quelle parti. Insomma, un po’ di faccia scontenta a Gerusalemme per dire gli americani che però malgrado tutto la Giordania resta un alleato chiave di Washington e accontentare chi, fuori dalle moschee, vorrebbe lasciare il Paese per andare a combattere nella Striscia. Abdallah non tanto, ma Rania ha evidentemente le physique du role per ballare sulle uova assieme al marito.