Perché questo articolo potrebbe interessarti? La Corea del Nord ha comunicato la chiusura della sua ambasciata spagnola. Altre sedi diplomatiche di Pyongyang cesseranno le attività da qui ai prossimi mesi. Non quella italiana situata a Roma. Che, al contrario, assumerà ulteriore rilevanza.
La Corea del Nord ha recentemente chiuso numerose delle sue ambasciate dislocate in giro per il mondo. Tra queste, figura anche la sede diplomatica in Spagna, fino a poco fa situata in Calle de Darío Aparicio, a Madrid.
L’aspetto più interessante è che i suoi dossier, ovvero gli affari spagnoli, saranno seguiti dalla rappresentanza nordcoreana in Italia che, al contrario, continua a funzionare a pieno regime. Lo ha spiegato in un comunicato il Partito Comunista del Popolo di Spagna (Pcpe), che vanta buoni rapporti con la nazione asiatica.
Sul sito del partito leggiamo che l’ambasciata del Nord ha notificato il ritiro della missione diplomatica da Madrid. E che, “d’ora in poi, l’ambasciata della Repubblica Popolare Democratica di Corea in Italia sarà responsabile degli affari con la Spagna”.
L’ambasciata della Corea del Nord in Italia
L’ambasciata nordcoreana in Italia acquisirà dunque ulteriore importanza per il Paese guidato da Kim Jong Un. La sede di Roma, ricordiamolo, era finita al centro di una strana vicenda, coincidente con la scomparsa di un suo alto funzionario.
Nello specifico, nel 2018, Jo Song-gil, l’ambasciatore ad interim della Corea del Nord in Italia, era sparito nel nulla. Per l’agenzia di spionaggio della Corea del Sud, Jo si era nascosto con sua moglie in Italia, prima della fine del suo mandato, in attesa di chiedere asilo in uno Stato estero.
Due anni più tardi, non a caso, la stessa intelligence sudcoreana spiegava che il diplomatico si trovava a Seoul dal 2019 in compagnia della moglie. La loro figlia adolescente, invece, si troverebbe al Nord. Il ministero degli Esteri italiano aveva sottolineato che era stata rimpatriata nel febbraio 2019, su sua personale richiesta, dopo la scomparsa dei genitori.
Le relazioni tra Pyongyang e Roma, da Dini a oggi
La scelta di dare ancor più rilevanza all’ambasciata italiana sottolinea, dunque, la scelta strategica di Pyongyang di puntare su Roma. Del resto, le relazioni tra Italia e Corea del Nord non sono affatto pessime. Certo, non hanno legami diplomatici formali, ma mantengono tranquilli contatti commerciali, turistici e di sicurezza.
Nel gennaio 2000, Roma annunciò l’apertura di relazioni diplomatiche ufficiali con la Corea del Nord. Artefice della svolta fu Lamberto Dini, all’epoca ministro degli Esteri italiano impegnato anche a mediare patti di riconciliazione con l’Iran e la Libia di Muammar Gheddafi.
La situazione si complicò, seppur senza compromettersi del tutto, nel 2017, quando l’Italia ha espulso l’ambasciatore nordcoreano in risposta al continuo perseguimento del programma di armi nucleari da parte di Kim.
La misteriosa chiusura delle sedi diplomatiche nordcoreane
Tornando al presente, la Corea del Nord sta come detto chiudendo numerose ambasciate. Per quanto riguarda la Spagna, il Partito comunista spagnolo ha affermato di aver ricevuto informazioni dalla stessa sede nordcoreana. Da quanto comunicato, avrebbe cessato le attività a causa “dell’impossibilità di poter sviluppare relazioni reciprocamente vantaggiose con istituzioni, entità commerciali e culturali”.
Tutta colpa delle sanzioni e del clima geopolitico avverso, dunque, ma anche – hanno spiegato fonti di Seoul – di presumibili problemi economici da parte del Nord. La chiusura dell’ambasciata spagnola fa infatti seguito a quelle previste in Uganda e Angola.
Il quotidiano giapponese Yomiuri Shimbun ha invece aggiunto che, la scorsa settimana, Pyongyang avrebbe informato Pechino della volontà di chiudere la sua ambasciata a Hong Kong. Il governo nordcoreano potrebbe inoltre chiudere più di una dozzina di altre missioni diplomatiche in altre parti del mondo. Al momento, l’ambasciata italiana non sarebbe inclusa nella lista. Roma caput mundi, anche per Pyongyang. In una fase calda dove la capitale italiana è “crocevia” di spie e diplomatici da tutto il mondo, dall’Urbe è impossibile muoversi per tutti. Anche per la Corea del Nord.