La partecipazione all’assemblea di fondazione del Forum per l’indipendenza italiano? “E’ stato solo un equivoco. Io ed Elena Basile pensavamo fosse un evento per parlare di Palestina. Poi è arrivata la locandina e ci siamo ritirati”. Moni Ovadia guarda oltre le polemiche generatesi in questi giorni per la sua iniziale adesione all’iniziativa promossa dall’ex sindaco di Roma ed ex An Gianni Alemanno. Da cui quasi tutto lo divide, a parte forse proprio la prospettiva sul conflitto Israele-Palestina. In merito al quale il pensiero dell’attore e scrittore 77enne è cristallino. Come confermato nell’intervista esclusiva a True News: “Io sto con gli ultimi, i diseredati. Io sto con loro: con i palestinesi”.
Ovadia, chiarito l’equivoco sulla sua partecipazione all’evento promosso da Alemanno, quali considerazioni le restano su questa vicenda?
Di certo non voglio fare partiti con nessuno, i partiti sono inutili. Detto questo: io ho la mia storia, ma quando parlo di un argomento specifico non ho pregiudizi nei confronti di nessuno. Rispetto il diritto di ognuno di esprimere le proprie idee. Poi se è il caso posso muovere le mie critiche. Certo, se poi quello che è un incontro per parlare di Palestina diventa una assemblea fondativa di altro, io sto da tutt’altra parte. Resto di formazione marxista. E l’ho detto anche alla sinistra: io non potrei mettermi in campo se non alla presenza di due condizioni
Quali?
Primo: essere disposti a saltare tre turni elettorali per preparare una piattaforma politica e di idee. E poi ci deve essere una dirigenza giovane. Non lo dico per giovanilismo. Ma credo che perchè ci possano essere giustizia e migliori condizioni di vita ci vogliano persone giovani, che abbiano gli orizzonti giusti, l’energia necessaria, il linguaggio. Io sono un uomo del Novecento. E neanche credo alle Nazioni: spero prima di morire di poter esibire in dogana un passaporto con su scritto “Moni Ovadia, abitante del pianeta Terra”
Con Marco Rizzo, che l’aveva coinvolta all’iniziativa di Roma, vi siete chiariti?
Sì, ci siamo sentiti. E parteciperò all’evento di presentazione del suo movimento a Milano esponendo il mio punto di vista sull’attuale conflitto
Ci può anticipare qualcosa?
Il popolo palestinese è stato isolato in maniera ripugnante per trenta anni, senza nemmeno il diritto di aprire bocca. Oggi c’è un bisogno vitale di parlare delle condizioni a cui sono sottoposti, perchè si giunga a quello che deve essere il giusto approdo, il diritto di autodeterminazione del popolo palestinese. Io sostengo i diritti di un popolo oppresso e vessato in ogni modo possibile, costretto ad una prigione a cielo aperto. E’ qualcosa di più forte di me. Il mio popolo sono loro, io sto con gli ultimi, i diseredati. Il resto, nonostante il chiasso, sono questioni di lana caprina. Ciò che conta è il diritto dei palestinesi alla propria dignità di popolo e di persone. Devono vedere finito questo loro calvario infame, il calvario di bambini nati e vissuti in una oppressione senza orizzonti. E’ ora di dire basta
Di Alemanno ha ad ogni modo detto che lo ha visto cambiato e che sentendolo parlare in tv del conflitto in Palestina le era sembrato l’unico a dire cose sensate. Conferma?
Ha fatto riflessioni estremamente corrette ed equilibrate. Anche sulla guerra in Ucraina. Per il resto: lui farà le sue scelte. Lui è lui e io sono io. Ma io non ho paura di confrontarmi con nessuno. Anche perchè per me il vero pensiero tirannico è un altro
Quale?
Mi riferisco all’Atlantismo. Non faccio parte della schiera dei sovranisti, ma vorrei un mondo multipolare. Ed una Europa che facesse la propria parte. Un Continente in grado di vendere ciò che ha prodotto. Ovvero i diritti civili, dalla rivoluzione francese in poi. Non un Continente al servizio degli interessi americani. Sono di formazione marxista-illuminista, ma è anche dalla mia formazione ebraica che ho appreso l’etica dello straniero. Colui che viene verso di noi è portatore di una benedizione in grado di redimere le persone, il mondo e forse anche il Padreterno. Questa vicenda mi suscita un’ultima considerazione
Prego.
Le due dominanti che condizionano l’uomo sono la paura ed una stupidità senza limiti. Come diceva Einstein, due cose sappiamo essere infinite: l’universo e la stupidità. Ma della prima non siamo così sicuri