di Sallustio Santori
Convertitevi e credete all’elettrico. Papa Francesco, nelle sue prese di posizione sempre più green (contestate peraltro da scienziati come Franco Prodi, che considera la sua ultima Esortazione apostolica Laudate Deum del 4 ottobre scorso come un vero e proprio autogol della Chiesa, un documento che prenderebbe posizioni in tema di cambiamento climatico quantomeno discutibili a sentire il fratello dell’ex premier Romano), sta cambiando anche il modo di spostarsi in auto tra le Sacre Mura (dove di strade per scorrazzare con veicoli in effetti ce ne sono poche) e fuori. La Volkswagen, infatti, ha di recente comunicato attraverso il suo Ufficio stampa che: “All’inizio del 2024 l’azienda consegnerà poco meno di 40 veicoli 100% elettrici della famiglia Volkswagen ID., che vanno dalla ID.3 alla ID.4 e ID.5”. Non solo: “Le vetture sono parte della strategia di decarbonizzazione dello Stato della Città del Vaticano, che mira a rendere la propria flotta neutrale dal punto di vista ambientale entro il 2030”. Tutto questo nell’ambito di un programma specifico denominato “Conversione ecologica 2030” (tanto per restare in tema), per ridurre l’impronta di CO2 nel parco veicoli vaticano.
Vaticano: prototipi di prestigio, Volks per tutti i giorni
Le auto non arrivano gratis. Se di solito i grandi marchi o carrozzieri possono donare al Pontefice regnante una vettura (si pensi al bellissimo prototipo Lancia Dialogos realizzato a fine anni ‘90 per Giovanni Paolo II, vettura che anticipava l’ammiraglia Lancia Thesis nel design), è altrettanto vero che lo si fa per ragioni di visibilità e prestigio. In questo caso invece le auto cominceranno ad essere fornite “Attraverso Volkswagen Financial Services”. Il Papa paga, insomma, vedremo se in leasing, noleggio o acquisto. Chissà: però queste 40 auto arriveranno all’ombra del Colonnato del Bernini fino alla completa sostituzione dell’attuale flotta in uso alla Santa Sede. Addio, quindi, a SCV 919 che è la Ford Focus di colore blu utilizzata dal Papa negli spostamenti romani: un’auto non blindata, semplice vettura di servizio della Gendarmeria vaticana che è diventata il mezzo di trasporto su ruote quando il Pontefice si muoveva per Roma (ora che ha problemi di deambulazione la cosa è un po’ più complicata). Da notare che di norma la targa vaticana distingue tra SCV rosso e SCV nero: rosse sono le lettere delle targhe auto importanti (1 è il Papa, 2 il Segretario di Stato, per esempio); nero le targhe ordinarie. SCV 919 è ovviamente una targa nera: a Jorge Mario Bergoglio, insomma, non interessano queste distinzioni.
Papamobile: addio Mercedes, arriva Ocean
Accanto alle Volks in arrivo in Vaticano dall’anno prossimo c’è una richiesta particolare che ha scalzato un altro marchio tedesco un tempo abituale presenza oltre il Portone di Bronzo: la Mercedes che, generalmente, ha realizzato le vetture per gli spostamenti papali (le prime Mercedes arrivarono alla fine degli anni ‘50, poi negli anni ‘60 Paolo VI ha spesso usato una Mercedes Landaulet 600 e Giovanni Paolo II una Papamobile su base Classe G, la jeep della Stella nata nel 1979). La prossima Papamobile sarà elettrica, ovviamente, ma americana: precisamente una Fisker su base Ocean che nella primavera 2021 il Papa argentino avrebbe ordinato a quest’azienda stellestrisce. Henrick Fisker, il fondatore dell’azienda, ha incontrato Francesco due anni fa presentandogli il progetto perché a ispirarlo è stata l’attenzione dell’attuale Vicario di Cristo in tema di ambiente. Detto, fatto: la macchina ha convinto Bergoglio e nel corso di questi due anni si sono definiti i dettagli del mezzo. In particolare, la papamobile dovrebbe basarsi sul Suv Ocean ed essere di colore bianco con una cupola di vetro in grado di consentire al Pontefice di salutare il pubblico.
Bene, direte voi: e gli interni? Niente pelle o radica, men che meno il tronetto papale con tanto di strapuntini e interfono che gli operai italiani nel 1935 prepararono per la Citroen Lictoria Six oggi conservata all’autoparco vaticano e utilizzata da Pio XI, il Papa della Conciliazione: si tratta in fondo di un usato con pochissimi chilometri, un vero affare. Attraverso l’interfono il Papa poteva parlare direttamente con l’autista chiedendogli di variare il percorso, fermarsi e così via. Vi diamo qualche dato sulla Ocean: è un Suv omologato per un’autonomia di ben 708 km con una ricarica (versione Extreme con doppio motore e trazione integrale). Potenza di 550 CV e un’accelerazione da 0 a 100 orari in appena 3,9 secondi. Le battute a questo punto potrebbero sprecarsi ma preferiamo tacere.
Papa Bergoglio, dall’R4 per Buenos Aires all’elettrico
Quand’era in Argentina, Francesco guidava regolarmente l’automobile e aveva la patente. Precisamente una Renault 4, allora molto popolare e gettonata anche dal clero per il basso costo e i consumi risicati della Renoleta come veniva chiamata al tempo. Su quella spartana ma robusta utilitaria negli anni ‘70 Bergoglio attraversava a suo rischio e pericolo l’intera Buenos Aires per portare una rifugiata politica che si era nascosta presso il Colegio San Miguel per sfuggire alla dittatura dei generali a incontrare i suoi figli. Anni dopo, nel settembre 2013 Papa Francesco è diventato proprietario di una seconda R4: una del 1984 con 300mila km appartenuta a Don Renzo Zocca, allora parroco di Santa Lucia di Pescantina a Verona e con quell’auto aveva prestato servizio per i poveri, i drogati, e gli ultimi nel quartiere veronese di Saval. Un lungo percorso insieme con l’utilitaria francese regalatagli da Eraldo Polato, vicepresidente del Verona Calcio di cui don Renzo era cappellano, poi il dono al Papa. L’R4 si è presentata in perfetta forma, con Francesco a bordo, davanti ad un gruppo di parrocchiani venuti appositamente con don Zocca per la consegna. E, dopo i saluti, il Papa s’è messo al volante ed è partito in contromano. Del resto, è il sovrano assoluto: può farlo.