Perché questo articolo potrebbe interessarti? La Germania è alle prese con un’inaspettata crisi economica. Berlino deve fare i conti con un buco nelle casse pubbliche dal valore di 60 miliardi di euro. Gran parte dell’agenda economica del governo Scholz è a rischio. Roma osserva interessata, visto che quello tedesco è il primo mercato di destinazione dell’export dell’Italia.
C’era una volta la Germania dell’austerità, del rigore economico, dei conti in ordine. La fu “locomotiva d’Europa”, modello per chiunque aspirasse alla leadership dell’Ue, rischia oggi di essersi trasformata in un treno a carbone inquinante e pieno di guasti.
Tutto è iniziato il mese scorso, quando la Corte costituzionale tedesca ha dichiarato incostituzionale il trasferimento nel Fondo per il clima e la trasformazione (Ktf) di 60 miliardi di euro. Soldi che erano stati stanziati dall’esecutivo guidato da Olaf Scholz contro la crisi del Covid-19 e non utilizzati.
La Germania ha in sostanza cercato di aggirare le stesse restrizioni sul deficit da lei imposte al resto d’Europa. Quelle, per intenderci, che avevano fin qui concesso agli altri governi limitata libertà di spesa. Berlino è così finito in un vero e proprio incubo.
Quanto rischiano i suoi partner economici? “La crisi tedesca riguarda una questione interna alla Germania ma si riflette anche verso l’esterno. Non solo sul ruolo del Paese nell’Unione europea, ma anche sulle relazioni unilaterali tra Berlino e i suoi alleati. Ogni effetto negativo sull’economia tedesca ha un effetto non certo positivo sui suoi partner. E l’Italia è un suo importante partner commerciale“, ha spiegato a True-news.it l’esperto di Germania Edoardo Toniolatti.
Cosa sta succedendo alla Germania
Scholz pensava insomma di poter attingere a denaro extra attraverso una rete di fondi speciali, senza violare il freno all’indebitamento. La strada sembrava in discesa, invece ecco la suddetta fumata nera da parte della Corte. La cui sentenza ha costretto il governo a congelare le nuove spese messe in programma e a sospendere l’approvazione del bilancio del prossimo anno.
Il cancelliere ha promesso di elaborare un nuovo piano il più in fretta possibile, ma è difficile trovare una soluzione che non imponga l’austerità. Il risultato è che Berlino rischia di essere strangolata dalla medicina che proponeva al resto d’Europa: lo Schuldenbremse, appunto.
“Se analizziamo la situazione dal punto di vista economico, è difficile essere in disaccordo con il sostenere questa affermazione. L’economia della Germania entrerà probabilmente in un altro periodo di recessione. Nel frattempo sono venuti a mancare i soldi per gli investimenti in più ambiti, dalle infrastrutture alla transizione energetica. Quello che prima veniva considerato freno al debito, viene visto oggi come un freno alla crescita“, ha aggiunto Toniolatti.
I rapporti economici con l’Italia
Per quanto riguarda l’Italia, lo scorso anno i rapporti economici bilaterali tra Roma e Berlino sono cresciuti del +18,2%, per un valore di circa 168,5 miliardi di euro. Un nuovo record rispetto al precedente di 144 miliardi raggiunto nel 2021.
Se la Germania si posiziona al primo posto tra i partner commerciali italiani, ha sottolineato Assocamerestero, l’Italia è invece al sesto posto tra i fornitori e i mercati di destinazione dell’export tedesco.
I dati elaborati dall’Osservatorio Economico del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, indicano la Germania come primo mercato di destinazione dell’export dell’Italia, che nel 2022 si è attestata una quota del mercato tedesco pari al 12,4%, nonché suo primo fornitore, con una quota di mercato del 13,9%.
La Germania è il primo partner italiano sia per le esportazioni, che hanno raggiunto i 77,5 miliardi (+15,8%), che per le importazioni (+20,2%, per un valore di 91 miliardi). I settori chiave dell’interscambio? Quelli industriali: siderurgia, chimico-farmaceutico e macchinari.
Conti da rifare
La transizione verde della Germania è già in parte sospesa a causa del congelamento delle nuove spese. Al momento, ad esempio, non possono essere approvati nuovi aiuti statali per le industrie inquinanti che vogliono passare dal gas all’energia dell’idrogeno. In bilico anche le ambizioni del Paese nella produzione dei chip e in altri fronti.
In generale, l’economia tedesca è attraversata dall’incertezza su quali forme assumerà la “nuova normalità” una volta concordato il bilancio per il 2024.
Non aiuta la divisione politica in seno al governo semaforo. “I Verdi sarebbero favorevoli a spedire in soffitta il freno al debito per avere a disposizione più denaro per gli investimenti. I liberali dell’Fdp sono più conservatori e la pensano in maniera opposta. In mezzo ai due fuochi troviamo l’Spd di Scholz. L’attuale cancelliere sa che situazione è delicata e cerca di andare avanti a tentoni”, ha affermato ancora Toniolatti.
Ma come ha fatto Berlino a diventare una specie di “grande malato d’Europa”? C’è chi dice che uno dei colpevoli della progressiva debacle teutonica possa coincidere con il profilo di Angela Merkel. “Ha guidato il Paese per 16 con piglio sicuro. La forza della Germania era nata però prima del suo arrivo. Era nata in seguito alle grandi riforme effettuate da Gerhard Schroder a metà degli anni Duemila. Riforme che hanno trasformato il sistema produttivo e il welfare tedesco, dando uno slancio decisivo alla nazione, ma che avrebbero richiesto aggiornamenti. Ebbene, Merkel non ha mai effettuato la manutenzione necessaria, né aggiornato alcunché”, ha commentato Toniolatti. Ed è in un simile contesto che si è trovato ad operare Olaf Scholz.