Perché questo articolo potrebbe interessarti? Il governo Meloni ha rafforzato i rapporti con l’India. Roma intende sfruttare il potenziale fin qui inespresso del gigante asiatico per rilanciare la propria economia. Un obiettivo che può concretizzarsi. Anche grazie alla sempre più probabile conferma al potere di Narendra Modi alle imminenti elezioni generali indiane.
“Good friends at COP28”. A margine dell’ultima conferenza sul clima, a Dubai, Giorgia Meloni ha scattato un selfie con Narendra Modi e ha pubblicato la foto su X.
Il post, subito diventato virale, ha rimarcato la buona amicizia tra il premier italiano e il suo omologo indiano. Non solo: Meloni, tra le linee, ha lasciato intendere l’importanza che l’Italia ripone nel consolidamento dei rapporti con l’India. Rapporti, peraltro, già rafforzati a settembre, in occasione del G20 andato in scena a Nuova Delhi.
In quei giorni, infatti, Italia e India avevano elevato le loro relazioni a livello di partenariato strategico, mentre Roma archiviava, de facto, la Nuova Via della Seta cinese per aderire all’India-Middle East-Europe Economic Corridor.
Considerando l’ottimo feeling tra Meloni e Modi, una riconferma di quest’ultimo alle elezioni generali indiane in programma del 2024 – eventualità pressoché scontata – non può che favorire la convergenza tra il governo italiano e il gigante asiatico.
I rapporti tra Italia e India
Partiamo da un dato emblematico per spiegare la scommessa fatta dal governo Meloni sull’India. Nel 2022, l’interscambio commerciale lungo l’asse Roma-Nuova Delhi ha sfiorato quota 15 miliardi di euro (+42% rispetto ai 10,4 miliardi del 2021).
Gli affari tra i due Paesi sono cresciuti di dodici volte negli ultimi due decenni, tra il 1991 e il 2011, passando da 708 milioni di euro a 8,5 miliardi. Nello specifico, l’export di prodotti made in Italy verso l’India è passato dai 3 miliardi del 2020 ai 3,8 miliardi del 2021 fino ai 4,8 miliardi del 2022 (+24% rispetto al 2021).
La crescita è stata alimentata per lo più dall’esportazione di macchinari e apparecchiature, un settore che vale, da solo, quasi 2 miliardi di euro. Scendendo nei dettagli, i macchinari italiani occupano oltre il 40% dell’export di Roma verso Delhi.
In aggiunta a questi dati grezzi, Italia e India hanno firmato svariati accordi. I più recenti coincidono con l’adesione italiana al corridoio economico tra India, Medio Oriente ed Europa e all’Indo-Pacific Oceans Initiative (IPOI).
Il primo è un progetto economico, ancora in divenire, che dovrebbe contribuire a sviluppare Europa e Asia facendo leva sul Medio Oriente. Il secondo rientra invece nell’ambito della cooperazione scientifica, tecnologica e accademica. Una cooperazione da affiancare a quella esistente nei settori della Difesa e della Transizione Energetica, con Leonardo, Enel e Snam – giusto per fare qualche nome italiano – pronti a giocare un ruolo chiave nei programmi indiani.
Modi verso la riconferma
Tutto questo potrebbe essere implementato ancora più facilmente nel caso in cui Modi dovesse essere confermato alla guida dell’India. Le elezioni generali indiane, previste per la prossima primavera, dovrebbero concludersi con la vittoria dell’attuale primo ministro.
I risultati delle elezioni locali, appena concluse in diversi Stati del Paese, hanno del resto premiato il Bharatiya Janata Party (Bjp).
La scorsa domenica sono andati alle urne cinque dei 28 Stati indiani: Rajasthan, Madhya Pradesh, Chhattisgarh, Telangana e Mizoram. Ebbene, il Bjp di Modi ha ottenuto una clamorosa e netta vittoria nel Rajasthan e nel Chhattisgarh, superando il partito del Congresso guidato dai Gandhi, e confermato il successo nel Madhya Pradesh.
La sconfitta di quest’ultimo partito nei tre Stati citati – che mandano 62 deputati al parlamento nazionale – è un segnale che infrange le speranze dello stesso Congresso di tornare al potere a livello nazionale. In un simile contesto, Modi scalda i motori e assapora la riconferma. Pronto a rilanciare la propria agenda. Anche in politica estera.