Perché leggere questo articolo? L’opposizione alle prese con le liste per le Europee. Superare il 4% sarà dura per Renzi e Calenda, che hanno trovato un nuovo motivo del contendere: Emma Bonino. Anche il Pd di Elly Schlein guarda alla leader di +Europa, per un fronte elettorale che comprenda anche i Cinque Stelle.
Mancano esattamente 180 giorni alle Europee, che si terranno tra il 6 e il 9 giugno 2024. Un’eternità per noi comuni mortali, non per la politica. I partiti della maggioranza di centrodestra hanno già messo nel mirino l’appuntamento elettorale: la macchina della propaganda si è mossa con sei mesi d’anticipo. Così Salvini organizza il convegno dei sovranisti. Tajani blinda i popolari. E Meloni vola a Bruxelles per trattare sul Mes. Se a destra guardano agli alleati internazionali, a sinistra pensano più in piccolo. Alle alleanze da forgiare tra i partiti di un’opposizione ancora tutt’altro che compatta. Dal fu Terzo Polo, passando per il campo largo di Pd e Cinque Stelle, il punto di caduta per cartello elettorale ha un nome e un cognome: Emma Bonino. La diretta interessata, però, al momento nicchia.
Renzi e Calenda vogliono fregarsi Bonino
Freschi freschi di divorzio, Renzi e Calenda di motivi per litigare ne avrebbero a iosa. Eppure, la scadenza sempre più ravvicinata delle Europee impone a Italia Viva e Azione di seppellire – solo per il momento – l’ascia di guerra e cercare alleati. C’è una soglia di sbarramento del 4% da superare. A guardare gli ultimi sondaggi – che danno Azione tra il 4,5 e il 3,5 e Iv poco sopra il 3 per cento – superare la linea di salvezza sarà dura per entrambi. Servono alleati, e il nome naturale per i due vedovi del fu Terzo Polo sarebbe lampante: Emma Bonino.
Peccato che la diretta interessate se ne guardi bene di tornare a fare cartello elettorale con Renzi e Calenda. “Io personalmente ho già dato”, ha risposto Emma Bonino alla domanda su Calenda, durante un’intervista radiofonica a Un giorno da pecora. La leader di +Europa non pare troppo dell’idea di tornare ad allearsi con chi si sfilò dall’accordo che +Europa e Azione stavano stringendo con il Pd per le Politiche.
I piani dei due contendenti passano per +Europa
A far saltare il banco la scorsa estate fu soprattutto Carlo Calenda, il frontman assoluto della campagna elettorale del Terzo Polo. Inevitabile che le domande a Bonino partano dal leader di Azione. “Calenda? Non l’ho più sentito. Io ho memoria, ognuno fa quello che vuole, ci sono modi e modi ma io i voltafaccia repentini non li sopporto e quindi ognuno per la sua strada. Non dimentico”. Ecco allora che le carte potrebbero passare in mano a Matteo Renzi, che insieme a Calenda aveva creato il progetto federativo ma che lo scorso anno si era ritagliato l’insolito – e infatti repentinamente abbandonato ruolo – di uomo nell’ombra.
Il leader di Italia viva – e direttore de Il riformista, giornale vicino ad alcune battaglie di area radicale – potrebbe iniziare a muovere le proprie pedine. Il progetto di Renzi sarebbe dunque tentare di mettere insieme liberali e radicali, offrendo l’ingresso in Renew Europe di +Europa – che al momento si trova in Alde, il gruppo dei liberali dentro cui c’è anche Azione. Sarebbe una doppia fregatura per Calenda, che ha iniziato il corteggiamento per riconquistare Bonino, il cui peso elettorale – tra l’1,5 e il 2% – potrebbe contare tantissimo a giugno.
+Emma Bonino per tutti
Bonino, dal canto suo, lascia aperto un possibile spiraglio in vista delle Europee. “Io ho l’impressione che si debba andare ad alleanza elettorale e che poi al partito unico ci si penserò“. La porta quindi resta socchiusa, anche se l’approdo più possibile per +Europa potrebbe essere il sempre solo abbozzato “campo largo progressista”. Un porto tutt’altro che sicuro, visto che sia il Pd di Schlein che il Movimento Cinque Stelle di Conte sembrano alle prese con operazioni di taglio per le liste europee. Al momento la pattuglia dem a Bruxelles è composta da 16 europarlamentari, quella grillina da solo 5. Difficile ritagliare un posto anche per Bonino – che tutti corteggiano – oltre che per Marco Cappato, la cui candidatura alle suppletive di Monza sarebbe stata propedeutica alle Europee. Le porte restano aperte, ma al momento non c’è nulla di deciso.