Perché leggere questo articolo? Anna Paola Concia è figura Lgbt che da sinistra ha saputo dialogare con la destra. La sua nomina da parte di Valditara ha fatto polemiche.
Anna Paola Concia è stata nei giorni scorsi al centro di una breve e grossolana polemica. La scelta del Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara di nominarla coordinatrice del progetto per le scuole “Educare alle relazioni” ha prodotto reazioni e malumori nella maggioranza. Lega e Fratelli d’Italia hanno protestato contro la nomina. Così Valditara, leghista a sua volta, è stato costretto a fare dietrofront. Concia, assieme a suor Anna Monia Alfieri e all’avvocato Paola Zerman, è dunque decaduta dall’incarico di coordinatrice.
Concia ad Atreju con Roccella, Scalfarotto, Borgonovo
Fa sorridere che l’attacco alla presunta “divisività” di Concia, storia attivista Lgbt nel mondo politico di centrosinistra, vada di pari passo con il crisma bipartisan di cui molte autorevoli figure l’hanno investita. Valditara l’ha nominata in un panel composito in quota progressista. Il presidente del senato Ignazio La Russa l’ha definita “un’amica”. E, last but not least, lo stesso partito di La Russa, Fdi, la inviterà alla sua festa.
Il 15 dicembre, a Castel Sant’Angelo, Concia interverrà ad Atreju, la kermesse di Fdi, nel panel “Il cuore della Nazione: prospettive per una nuova primavera della famiglia”. L’ex deputata Pd interverrà assieme a Eugenia Roccella (Ministro della Famiglia, Natalità e Pari Opportunità), Ivan Scalfarotto (Senatore di Italia Viva) e Francesco Borgonovo (Vicedirettore de La Verità). Una conferma del fatto che l’attacco a Valditara da parte del suo stesso partito e di settori meloniani è apparso forse eccessivo. E che anche in tempi di “tutti contro tutti” su temi come i diritti figure come la Concia sono capaci, in virtù del suo passato, di unire oltre le divisioni.
Concia, una vita coerente
L’ex onorevole e attivista Lgbt spicca, infatti, per grande coerenza personale. La sua biografia è intrisa di una costante volontà di superare le divisioni politiche per concentrarsi su questioni che riguardano l’umanità nel suo complesso. La sua storia non è solo quella di una politica, ma di una sostenitrice instancabile della giustizia sociale, che ha saputo creare legami significativi al di là delle barriere ideologiche per perseguire un obiettivo comune: una società più giusta e inclusiva per tutti. In forma idealistica, molto spesso, e irenica, va detto. Ma mai senza un fine chiaro. E con il coraggio di mettere in campo, con chiarezza, i suoi fini in una fase in cui, anche a sinistra, dichiararsi omosessuale non era certamente favorevole per le prospettive politiche.
Nata ad Avezzano, in Abruzzo, il 4 luglio 1963, fin da giovanissima la Concia si interessa di politica e di diritti umani, e si avvicina al Partito Comunista Italiano (PCI). Negli anni ottanta, Concia inizia a lavorare come giornalista, e collabora con diverse testate giornalistiche, tra cui “L’Unità” e “il manifesto”. Nel 1988, viene eletta consigliere comunale di Avezzano, e nel 1990 entra a far parte della segreteria provinciale del PCI dell’Aquila. Nel 1991, il PCI si scioglie, e Concia aderisce al Partito Democratico della Sinistra (PDS) prima e ai Democratici di Sinistra poi, entrando infine nel Partito Democratico nel 2007.
Una carriera bipartisan
Eletta deputata nel 2008 col Pd, Concia ha fatto del dialogo la parte centrale della sua azione politica. La sua lotta per i diritti degli omosessuali non è mai trascesa in una crociata politica contro il centrodestra, dal 2008 al 2011 al governo. Nel 2009 fu assieme a Mara Carfagna, Ministro delle Pari Opportunità, “madrina” della prima legge italiana sullo stalking. Lo stesso anno fece scalpore la sua accettazione di un invito da parte di CasaPound per parlare della questione dei diritti Lgbt. Con Giorgia Meloni, ai tempi Ministro della Gioventù, Concia ha dichiarato di aver lavorato molto nel discutere della prevenzione delle campagne contro l’omofobia tra i minori e gli studenti.
Nel 2011 la sintonia tra le due donne apparve palese durante un dialogo con Maurizio Crozza, che travestito da Gigi Marzullo simulò un’intervista doppia alle due politiche.
Le frange più estreme della destra hanno, ottusamente, attaccato Concia per la sua attenzione ai diritti Lgbt. Quelle più radicali della Sinistra per la sua impronta al dialogo. Di recente l’onorevole ha ripetuto questo dato di fatto parlando delle sue posizioni critiche su alcune politiche chiave del mondo pro-Lgbt italiano. “Il Ddl Zan l’ho criticato”, ha detto, “era formulato male, anche se ero favorevole alla legge. Alla maternità surrogata non sono favorevole. Per il riconoscimento dei diritti dei bambini assolutamente sì. Ma non farei mai una battaglia per la legalizzazione della maternità surrogata”. Un’attestazione di libertà di pensiero che ha portato alla recente nomina di Valditara. E alla recente critica bipartisan a chi ha spinto il ministro a ritirarla.