“Sebbene neuroscienze e immunologia possano sembrare due aree terapeutiche tra di loro distanti, in realtà hanno diversi elementi in comune, emersi anche in occasione di questo evento”. Lo ha dichiarato Monica Gibellini, Government Affairs, Policy & Patient Engagement Director di J&J, al termine dell’evento “La sanità del futuro, un bene indivisibile da Nord a Sud”, tenutosi l’11 dicembre presso il ministero della Salute. Un’iniziativa promossa da Inrete con il patrocinio del ministero. Nell’evento si è delineato l’approccio One health, una visione innovativa e ambiziosa per la sanità del Paese che prevede una strategia circolare per migliorare la salute dei cittadini.
“Ci sono patologie che da un punto di vista di valutazione iniziale possono richiedere più tempo per intercettare i bisogni del paziente, che vanno a insistere sempre di più non solo sulla sua vita e sulla sua qualità di vita, ma anche sul contesto e sociale. Spesso queste persone vanno a isolarsi, sia coloro che soffrono di patologie immunologiche, sia chi è affetto da patologie legate alla salute mentale. I dati ormai ci danno una situazione allarmante: da qui al 2030 le malattie mentali diventeranno una delle prime cause di disabilità per la popolazione in Europa“, ha aggiunto Gibellini.
“Come azienda, siamo impegnati nella ricerca su queste terapie dai nostri albori. Fin dal 1953, quando Paul Janssen, in Belgio, decise di concentrare i propri studi sulle malattie delle neurologiche e consentire di rivoluzionare il paradigma di trattamento e di cura delle persone che ne soffrono. Parlando invece di patologie immunologiche, era il 1998 quando abbiamo registrato i primi risultati con il primo anticorpo monoclonale. La ricerca per noi è la parte fondamentale per far sì che ci sia un domani libero di malattie, ma lo facciamo anche attraverso forme di partnership con le associazioni pazienti, con le istituzioni, con soggetti del terzo settore ed eventi come la giornata di oggi, che siamo veramente onorati di supportare e di farne parte”, ha concluso.