Pronto per l’esame in Aula del Senato il Disegno di legge di Bilancio 2024, la seconda Manovra del Governo Meloni che ha fatto discutere nelle ultime settimane sia l’opposizione che la stessa maggioranza, con diverse tensioni interne alla maggioranza sulle modalità di esame e conclusione dello stesso.
Nonostante il lavoro accelerato tra ottobre e novembre da parte dell’Esecutivo e la scelta di svolgere un iter parlamentare che potesse apportare modifiche minime e una rapida conversione in legge, anche quest’anno il via libera definitivo arriverà solo gli ultimi giorni del 2023. A incidere sui ritardi nel cronoprogramma, alcune modifiche in corso d’opera su misure contestate anche dalle parti sociali e le tensioni tra i gruppi di maggioranza.
Il testo nel complesso prevede importanti novità per il settore sanitario italiano, con l’obiettivo di migliorare l’efficienza dei servizi sanitari per i cittadini. La struttura di misure presentate dal Governo a ottobre è rimasta pressochè invariata, mentre nel corso dell’esame sono arrivate alcune mirate modifiche e proposte di interventi aggiuntivi.
Tra i temi più discussi senza dubbio il tira e molla (con una parziale soluzione finale al problema) relativo alle aliquote di indennità per i sanitari e alcune categorie della PA, con il parziale dietrofront del Governo in reazione agli scioperi delle sigle sindacali del personale medico.
Novità last minute invece sul Fondo per l’Alzheimer e le demenze, con un incremento di 4.900.000 euro per il 2024 della dotazione e di 15.000.000 euro per ciascuno degli anni 2025 e 2026. Viene infine istituito un Fondo per potenziare i test di Next-Generation Sequencing per la diagnosi delle malattie rare (1 milione di euro) e rifinanziato il fondo per i test di Next-Generation Sequencing per i pazienti oncologici.
Quanto al resto, per la sanità, come annunciato, previsto un incremento del Fondo sanitario nazionale di 3 miliardi per l’anno 2024, 4 miliardi per l’anno 2025 e 4,2 miliardi a decorrere dall’anno 2026. Altra misura chiave la rideterminazione dei tetti della spesa farmaceutica, per il tetto della spesa farmaceutica per acquisti diretti rideterminato nella misura dell’8,5 per cento a decorrere dall’anno 2024 (+0,2 % rispetto alla disciplina vigente). In secondo luogo, ridetermina il tetto della spesa farmaceutica convenzionata nel valore del 6,8 per cento a decorrere dal medesimo anno (-0,2% rispetto alla disciplina vigente). Infine, conferma espressamente il valore percentuale del tetto per acquisti diretti di gas medicinali già previsto dalla normativa vigente, pari allo 0,2 per cento.
Importanti interventi sono poi previsti sulla modalità di distribuzione dei medicinali e il sistema di remunerazione delle farmacie, così come ulteriori misure per l’abbattimento delle liste d’attesa, prevedendo il coinvolgimento delle strutture private accreditate; un incremento di 10 milioni annui è invece previsto per garantire quanto programmato dalla legge 38/2010 in tema cure palliative e terapia del dolore.
E ancora, per consentire l’aggiornamento dei Lea è vincolata una quota pari a 50 milioni di euro per l’anno 2024 e una quota pari a 200 milioni di euro a decorrere dall’anno 2025, a valere sul livello del finanziamento del fabbisogno sanitario nazionale standard cui concorre lo Stato.
Infine, per supportare ulteriormente l’implementazione degli standard organizzativi, quantitativi, qualitativi e tecnologici ulteriori rispetto a quelli previsti dal PNRR per il potenziamento dell’assistenza territoriale, la spesa massima autorizzata è incrementata di 250 milioni di euro per l’anno 2025 e di 350 milioni di euro a decorrere dall’anno 2026 a valere sul finanziamento del Servizio sanitario nazionale.