C’è il freddo, c’è la fame, c’è l’esclusione sociale e c’è l’allarme povertà a tenere compagnia a un’ampia fetta di abitanti dell’Italia nel Natale e nelle vacanze invernali 2023, che cadono mentre il Paese vive una delicata contingenza economica. Inserita in un contesto generale di fragilità sistemica globale e nel “mondo inquieto” che viene dal biennio pandemico a cui è seguito quelle delle guerre. Anni in cui la fragilità dell’umano si è amplificata mentre, a livello politico ed economico, il tema della sicurezza diventava centrale. Perlomeno nelle dinamiche competitive a tutto campo.
Il Natale dei poveri
Ma dietro la sicurezza dei sistemi economici, geopolitici, di convivenza collettiva, sempre più messa in discussione, esiste il dato concreto della sicurezza di ogni essere umano. Che in occasione del Natale, festività che ha la solidarietà e l’altruismo insiti nella sua retorica sociale, appare per certi soggetti emarginati sempre più difficile conseguire. Ragion per cui, in occasione della festa di Natale, è bene vedere il fiorire di iniziative solidali e di avvicinamento agli ultimi e agli scartati che prendono piede in ogni parte d’Italia.
A Santa Maria in Trastevere, antica e storica basilica di Roma, una folla di senzatetto, anziani soli, immigrati, poveri si è riunita per la cerimonia del pranzo di Natale solidale della Comunità di Sant’Egidio, alla presenza dell’asse solidale bipartisan dell’assessore alle Politiche sociali del Comune di Roma, Barbara Funari, e il collega ai Servizi sociali della Regione, Massimiliano Maselli. “Quest’anno ‘è il Natale dei disarmatì . In un mondo pieno di guerre nasce un bambino e come tutti i bambini nasce disarmato. Questo è un esempio per noi di far cadere tutto ciò che ci separa dagli altri per trovare uno spazio di fraternità”, ha spiegato il presidente della Comunità di Sant’Egidio Marco Impagliazzo, aggiungendo: “”I problemi crescono – aggiunge Impagliazzo – perché si aggravano le situazioni di povertà e di solitudine, ma troviamo anche tanto aiuto qui, tanti volontari che sono al fianco dei più vulnerabili”.
La sfida dell’esclusione sociale
Sono stati 80mila in Italia e 250mila nel mondo i poveri e gli emarginati sfamati a Natale da Sant’Egidio. E nel nostro Paese si sono moltiplicate le occasioni di solidarietà. 120 le persone che hanno ricevuto analoga solidarietà contro la fame e la solitudine nell’oratorio della parrocchia San Matteo apostolo a Campitelli di Terni. Officiante il rito, il vescovo della città umbra Francesco Antonio Soddu. E sono 250 i senza dimora, a fronte dei 180 nel 2022, che hanno preso parte oggi al Grande Pranzo di Natale dell’Opera Cardinal Ferrari, alla presenza dell’arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini.
Sono esempi di un’assistenza che, in occasione del Natale, contribuisce a gettare luce sulla necessità di continuare, nel Paese, la lotta alla povertà endemica. Oramai riguardante, come ha sottolineato la Caritas nel suo più recente rapporto, poco meno di un decimo della popolazione italiana. 5,6 milioni di persone, per la precisione, il numero di coloro che si trovano sul crinale pericoloso dell’emarginazione. Esclusione, povertà endemica, a volte addirittura la fame: il volto del Natale è la risposta alle emergenze da parte delle reti solidali, spesso legate al mondo ecclesiastico. Ma è anche quello di una donna senza nome, la 50enne senzatetto morta a Bolzano per il rogo in una baracca a Ponte Adige. Finché ci sarà anche solo una persona chiamata a vivere in condizioni così precarie, il senso del Natale in Italia non sarà pienamente realizzato. E continuare la battaglia contro l’esclusione dettata dalla povertà deve esser una priorità sociale e civica. Non solo a Natale. Ma tutto l’anno, grazie all’impegno delle più vive forze della società e delle istituzioni.