Perché leggere questo articolo? Derby Salvini-Meloni, privatizzazione, obiettivi divergenti: Luigi Ferraris è vicino all’uscita in Fs per la necessità di ricambio. Si scaldano i candidati per la carica di ad di un gruppo strategico
Ferrovie dello Stato è, assieme a Cassa Depositi e Prestiti, il “piatto forte” nella partita delle nomine per il 2024. Il gruppo gestore dell’infrastruttura ferroviaria italiana, controllato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, vedrà il rinnovo degli organi di vertice designati da Mario Draghi nel 2021. La presidente Nicoletta Giadrossi e l’amministratore delegato Luigi Ferraris vanno in scadenza. E in particolare sul ruolo del secondo, cruciale per la definizione delle linee strategiche del gruppo, i rumors parlano di una possibilità di sostituzione.
Meloni, Salvini, Giorgetti: chi deciderà su Fs
Divisi su molte cose, Giorgia Meloni e il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, nonché suo vicepremier, Matteo Salvini sulle nomine hanno il comune obiettivo di occupare la poltrona chiave di Fs. Per avviare la partita di una privatizzazione di parte del capitale, pensa Meloni. Per consolidare gli obiettivi del suo ministero e avere sotto controllo l’azienda decisiva per la governance del Ponte sullo Stretto e la gestione dei temutissimi scioperi, pensa Salvini.
In mezzo c’è l’azionista, cioè il Tesoro, cioè Giancarlo Giorgetti. Terzo attore chiave in questo piano, che ha avuto il suo antipasto nel 2023 con il rinnovo delle cariche di Rete Ferroviaria Italiana e Trenitalia. Fs ha quattro divisioni chiave, lo ricordiamo: quella che compete alla gestione delle infrastrutture (Anas, RfI), quella del trasporto passeggeri (Trenitalia), il ramo logistica (per il traffico merci) e, infine, quella che gestisce il patrimonio urbano (scali stazioni). “Giorgetti”, ha scritto Il Foglio, “ha promesso di quotare una parte. La parte che fa gola è l’Alta velocità, ma quella strategica è la rete. La logistica è la vera frontiera”. Il valore del gruppo è riassumibile in tre numeri: “181 miliardi di investimenti, un piano industriale che arriva al 2031; 40 miliardi di opere Pnrr sono opere ferroviarie. Quando il leader della Lega ha scelto quel ministero ha scelto bene: è il ministero 2030”.
Ferraris verso l’uscita?
Come ad di Rete Ferroviaria Italiana nel 2023 è stato scelto Gianpiero Strisciuglio, ex ad di Mercitalia Logistic, chiamato a gestire la messa a terra di 26 miliardi di euro di fondi da qui al 2026. In Trenitalia è stato confermato Luigi Corradi, ad dal 2020 e andato in discussione nei mesi scorsi per il famoso caso del Frecciarossa della discordia “fermato” con chiamata diretta allo stesso Corradi da Francesco Lollobrigida. Strisciuglio e Corradi sono nomi papabili per sostituire Ferraris, che appare destinato all’uscita. Il motivo? La sua appartenenza a un mondo industriale associato a un sistema pubblico legato alla stagione pre-Meloni, la necessità di discontinuità per avviare il processo di privatizzazione, a cui peraltro Ferraris non è contrario di principio, la natura strategica della poltrona di guida di Fs. E soprattutto la competizione tra Meloni e Salvini acuirà la necessità per i manager che ambiscono alla poltrona di portare risultati. Ergo accentuare la spinta propositiva per garantire la loro capacità di poter ottener l’ambito ruolo.
Chi può sostituire Ferraris
Visto il rush finale del Pnrr, è possibile che a Ferraris si preferisca in futuro un manager dal pedigree più strettamente operativo. In discesa il borsino di Corradi, primo favorito di Salvini, dopo il “Frecciarossa-gate”, le sue chanches restano comunque elevate. E poi, ragionano i ben informati, la primavera è ancora lontana. Da non sottovalutare anche le prospettive di Stefano Siragusa, già vicedirettore generale di Telecom gradito al Tesoro, e soprattutto del più operativo dei manager del gruppo, Fabrizio Favara.
Favara, vicino al centrodestra, già capo delle strategie di Fs, da luglio guida Netinera, l’impresa di trasporto pubblico locale tedesca controllata dal Gruppo Fs. Un ruolo che per molti è associato a una palestra per il grande salto, a cui l’ex direttore dell’alta velocità spagnola e delle strategie del gruppo di Via della Croce Rossa era già stato dato come papabile nel 2021. Sono molti i candidati alla poltrona di Ferraris. Per il quale ogni giorno lascia pensare che il capolinea per il suo viaggio da ad delle Ferrovie sia per lui sempre più vicino.