Perché leggere questo articolo? La Germania è in crisi. Scholz deve affrontare le proteste degli agricoltori e la crisi di consenso dei partiti del suo governo. E vola l’ultradestra di AfD.
“Amo così tanto la Germania che ne preferivo due“: il detto attribuito a Giulio Andreotti, nostalgico della Guerra Fredda, oggi si trasforma in anatema in un Paese spaccato. La Germania non è più unita, solida ma è spaccata in due, tre tronconi. C’è la Germania di governo e quella di protesta. La Germania dei palazzi e quella della periferia. Poi c’è il Paese che prova a spingere sulla transizione green e quello che si preoccupa di come sostenere i costi dell’energia. Inoltre, c’è una Germania che mostra il volto feroce dell’austerità di ritorno a Bruxelles ma è costretta dalla Corte Costituzionale a un autodafé per i conti “truccati” del passato. E, infine, c’è la Germania degli agricoltori in rivolta contro i tagli a cui il governo di Olaf Scholz è stato costretto per coprire i buchi di bilancio.
In Germania è caos
Insomma, la coalizione tra il partito di Scholz, la socialdemocratica Spd, i liberali dell’Fdp e i Verdi, detta “semaforo” dal colore dei tre partiti, è in crisi. “Semaforo rotto” (Rottenampel, gioco di parola su “semaforo rosso”, Rotampel) è lo slogan che dall’8 gennaio campeggia sugli striscioni e i manifesti degli agricoltori tedeschi che hanno invaso le strade in diverse parti del paese per protestare contro i tagli a 17 miliardi di euro di sussidi agricoli. Questa protesta accesa si inserisce in una crisi che non è solo economica, ma anche politica.
A soli cinque mesi dalle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo, tutti e tre i partiti di governo sono in caduta libera dal 2021, mentre la popolarità della destra popolare, in particolare dell’estrema destra, è in crescita esponenziale.
Agricoltori in rivolta contro Scholz e austerità
La protesta degli agricoltori contro il piano della coalizione di Scholz, che ha agito per eliminare gradualmente le agevolazioni fiscali sul diesel, evidenzia le difficoltà della “Coalizione semaforo” nel comprendere e rispondere alle richieste dell’elettorato tedesco. Nonostante il governo abbia dovuto apportare tagli al progetto di bilancio per 2024 dopo l’alt ai conti pubblici imposto da parte della Corte Suprema, persistono le polemiche nel settore agricolo. Quest’ultimo denuncia il rischio di veder pregiudicata la sopravvivenza per i professionisti con margini di profitto ridotti a causa dell’eliminazione delle agevolazioni fiscali sul gasolio. La decisione di Scholz di respingere ulteriori richieste ha alimentato il malcontento dei contadini, alimentando le proteste di piazza.
La tensione politica e sociale in Germania è alimentata dall’aumento dei prezzi dell’energia e dalla recessione economica. Dopo decenni di stabilità guidati dai tradizionali partiti di centro, cristiano-democratici e socialdemocratici, la creazione della coalizione a semaforo ha portato a una scena politica sempre più frammentata, favorevole alle forze estremiste. Dopo le elezioni nazionali del 2021, i partiti di governo hanno subito un crollo significativo, mentre vola Alternative fur Deutschland. AfD è diventato il secondo partito più grande e vola ai record storici, oggi al 25%.
Il volo dell’ultradestra
La tendenza verso la destra si è confermata anche nelle elezioni regionali, indicando la crescente popolarità dei partiti di estrema destra. In testa c’è l’Unione Cdu-Csu, il partito popolare che fu di Angela Merkel. Uno spaccato dei sondaggi lander per lander disegna una Germania…interista! Il nero della Cdu-Csu primeggia a Ovest, con spazi rossi di primazia socialdemocratica dalla Saarland a Amburgo, e a Berlino. A Est, Afd guida ovunque, compresi i tre Lander – Brandeburgo, Turingia e Sassonia – che saranno chiamati al voto nel 2024.
In parallelo a questo, si svolgeranno le elezioni europee a giugno, che rappresentano un momento cruciale, in cui l’AfD testerà la propria forza elettorale e nuovi partiti cercheranno di pescare nello stesso bacino elettorale. Sia Sahra Wagenknecht, con la sua formazione personale fuoriuscita dalla sinistra della Linke, Alleanza (BSW), sia l’ex capo dei servizi segreti Georg Maaßen, con un nuovo partito di destra, mirano a intercettare gli elettori che abbandonano i tradizionali partiti centristi. L’incertezza politica in Germania sembra destinata a persistere, con la prospettiva di un cambiamento significativo nella scena politica nazionale.
La Germania, le Germanie
La faglia tra i Lander dove la Cdu-Csu è in testa e quelli ove domina AfD è quella storica creata dopo il 1945 tra le due Germanie. Ai tempi rimpianti di Andreotti al confine tra i blocchi. Ora parte di una stessa entità statuale polarizzata e destrutturata.
A quasi trentacinque anni dalla caduta del Muro di Berlino, che avvenne il 9 novembre 1989, sussiste ancora una barriera socio-economica che continua a dividere internamente le due Germanie. Una divisione attorno a cui si alimentano il risentimento politico contro le élite politiche da parte di Lander che si sentono abbandonati, spopolati, deindustrializzati. Lander che hanno pagato dolorosamente la fine dei rapporti energetici con la Russia prima e il problema della nuova austerità poi.
Questa faglia interna si sovrappone all’ex confine tra la Repubblica federale tedesca parte della Nato e la Repubblica democratica tedesca inserita nel blocco sovietico del Patto di Varsavia. Nell’ex Ddr oggi volano i nazionalisti: questo contrappasso della storia mostra un problema di gestione del progetto nazionale tedesco sull’onda della ristrutturazione economica imposta da Covid, guerra in Ucraina, ritorno dell’inflazione. E la sistematica crisi tedesca di leadership può inevitabilmente riproporsi come crisi d’identità dell’Europa se il trend alla polarizzazione si trasmetterà nel Vecchio Continente.