Il presidente del Veneto Luca Zaia è la rappresentazione plastica che non esiste una destra così come non esiste una sinistra. Esistono varie sensibilità da una parte e dall’altra. Si può essere di sinistra anche senza essere per forza filo Hamas, e anche senza pensare a tutti i costi che tutti quelli che non votano Pd o M5S siano dei fascisti. Si può essere di destra anche se si è liberali, se si pensa che sul fine vita bisogna aprirsi a una riflessione, che sui diritti esiste un mondo che negli ultimi 30 anni è andato – e di molto – tanto tanto avanti. Il che non vuol dire cedere sui propri valori, beninteso. Si può essere di sinistra pur essendo cattolici praticanti, ed essere di destra pur essendo atei. Si può difendere la validità della famiglia tradizionale pur non avendo una famiglia tradizionale e viceversa.
Il coraggio di Zaia in Veneto
In questa varietà, spicca il coraggio di Luca Zaia. Che non si intruppa in una logica di partito. E che propone una legge sul fine vita alla quale invece gli intruppati – ovvero i consiglieri regionali veneti – oppongono un diniego. Amen. Tanto non cambia niente. Nel senso che la nuova generazione, quella dopo la mia, quella dei ventenni e trentenni, ha già una sua idea. E ce l’hanno i ventenni di destra come quelli di sinistra. E’ un’idea di libertà e diritti. Il voto del Veneto non cambia nulla. Come ha detto qualcuno, è come cercare di fermare l’acqua con le mani. Questa volta, per fortuna.