Perché leggere questo articolo: Donald Trump fa il bis alle primarie del Partito Repubblicano statunitense, Nikki Haley è staccata e la partita, dopo due round, sembra chiusa…
Donald Trump fa il bis alle primarie del Partito Repubblicano in quella che sulla carta avrebbe dovuto essere la prima terra infidelium dell’ex presidente, il New Hampshire, e la corsa per la nomination dei conservatori sembra già indirizzata. Nikki Haley è rimasta l’unica avversaria in corsa ma anche in uno Stato che sembrava favorevole all’ex ambasciatrice alle Nazioni Unite è stata nettamente battuta. Quasi dodici i punti di distacco, con Trump poco sotto il 55% e Haley sopra il 43%, con gli altri voti finiti dispersi, nulli o andati ai candidati ormai ritirati. E la consolazione per la Haley di vedere una forbice minore del 58-39 di cui la accreditavano gli ultimi sondaggi è magra.
Trump mobilita la base in New Hampshire
Haley ha indirizzato ingenti risorse nel Granite State, l’ha battuto da cima a fondo. Ha provato, complice la matrice di primaria aperta del voto, a chiamare alle urne gli indipendenti in uno Stato solidamente moderato e democratico, in cui Trump ha perso sia alle presidenziali 2016 che in quelle 2020. Con il ritiro di Ron DeSantis e Vivek Ramasway, passati al fianco di Trump, le primarie sono diventate una corsa a due in cui è impossibile nascondere le carte. L’Iowa è stato teatro della prima prova di forza di The Donald, il New Hampshire spesso dà il ritmo alle corse presidenziali. Fa capire chi nell’Hawkeye State è stato una meteora e chi no. La “cometa di Haley” ha provato a infiammare il cielo del Partito Repubblicano. Ma ad oggi gli assalti sono stati respinti.
Mike Dennehy, un veterano stratega repubblicano del New Hampshire che ha lavorato alle vincenti campagne presidenziali presidenziali nello stato di John McCain nel 2000 e nel 2008, aveva definito “una questione di vita o morte” per Nikki Haley. Che avrebbe dovuto mobilitare l’elettorato per conquistare, simbolicamente, il suo primo Stato. Trump nel 2016 aveva vinto, spiccando il volo verso la nomination repubblicana e la Casa Bianca, conquistando il 35% sommando un deciso consenso tra la popolazione bianca non laureata a una presa sul voto moderato. I voti a suo favore erano stati circa 100mila su 285mila votanti. Nella notte ha conquistato 160mila suffragi sul oltre 300mila votanti. Il principale dubbio dell’Iowa, il fatto della bassa affluenza alle urne nel gelo dell’America profonda, è stato smentito sul campo.
Haley, corsa in salita
Haley ha investito con la sua campagna oltre 10 milioni di dollari. E, come ha riportato il Guardian, ha ricevuto nello Stato il sostegno di Americans for Prosperity Action, la rete politica sostenuta dal miliardario conservatore Charles Koch, ex patrono della campagna di Trump nel 2016.
L’associazione di Koch ha contattato più di 210mila elettori nello stato da quando ha appoggiato Haley a novembre per scalzare da destra Trump. Il Partito Repubblicano ha visto con la campagna Haley il più ampio ralliement di vecchi esponenti conservatori, liberali e esponenti della finanza ostili a The Donald dal 2016 a oggi. Le primarie assumono la fisionomia di una lotta per l’anima del Grand Old Party. O, per meglio dire, di quello che è ormai il Trump Old Party.
Haley-Trump: il crocevia del South Carolina
Haley si trova di fronte ora alla necessità di pedalare in salita da qui al decisivo appuntamento del Super Tuesday del 5 marzo. Quando voteranno 16 Stati su 50. L’8 febbraio si svolgeranno i caucus del Nevada. Dove Haley non è in lizza e in cui Trump può conquistare tutti e 26 i delegati, e le primarie alle Isole Vergini dove The Donald è favorito. Ma le vere Forche Caudine saranno le primarie della South Carolina di sabato 24 febbraio. La South Carolina è lo Stato nativo di Haley, che lì è stata governatrice. Nei sondaggi, nota Axios, “Trump guida con ampi margini nella Carolina del Sud e ha già ottenuto il sostegno del governatore repubblicano Henry McMaster e di sette degli otto membri della delegazione repubblicana del Congresso dello Stato”.
I sondaggi per la South Carolina, dopo il ritiro dei conservatori DeSantis e Ramasway, danno un vantaggio abissale a Trump nello Stato: 68% contro il 28% di Haley. Se quel giorno alle urne gli elettori repubblicani dovessero bocciare l’ambasciatrice campionessa del mondo neoconservatore le primarie potrebbero dirsi virtualmente chiuse. Trump lotta per accelerare quel giorno. Haley per far sì che il New Hampshire sia solo un incidente del percorso. Ma imporre una svolta da qui ai prossimi trenta giorni sarà durissimo.