Perché questo articolo potrebbe interessarti? Conte punta molto sulle Europee, lì dove proverà a confermare il Movimento Cinque Stelle tra le principali forze di opposizione. Per questo ha in mente la candidatura di alcuni nomi importanti esterni attualmente al movimento. Circostanza che starebbe sollevando malumori: c’è chi vede nella futura composizione delle liste un tentativo dell’ex premier di “personalizzare” il partito.
Così come fatto notare nei giorni scorsi su TrueNews dal politologo Lorenzo Castellani, mentre nel centrodestra le gerarchie sembrano piuttosto consolidate, con Fratelli d’Italia nettamente più avanti della Lega, nel centrosinistra invece le distanze tra i due principali partiti sono meno definite. Il Pd viene dato sempre più avanti rispetto al Movimento Cinque Stelle, ma i grillini attirano sempre più simpatie da una fetta non indifferente di elettori potenzialmente di sinistra.
Giuseppe Conte, leader politico del movimento, punta quindi alle europee a raggiungere o almeno ad avvicinarsi ai dem. Obiettivo difficile per molti, considerando i risultati delle ultime amministrative, ma alla portata per altri. Sia perché i pentastellati appaiono più forti nelle tornate elettorali che coinvolgono l’intero Paese (legislative ed europee appunto), sia perché il confronto con il Pd sarà alla pari per via del meccanismo elettorale. Le europee prevedono infatti un proporzionale secco con sbarramento al 4%, senza alleanze e senza coalizioni. Ognuno va per sé e può misurarsi esclusivamente con le proprie forze.
L’obiettivo di Conte alle europee
Per Giuseppe Conte, capo politico del Movimento, le europee rappresentano un momento molto importante. Le elezioni per il prossimo parlamento di Strasburgo sono attese dall’ex presidente del consiglio, così come dai suoi stimatori e detrattori interni al partito, da almeno un anno. Da quando cioè la molto meno che modesta figura alle amministrative aveva all’epoca fatto parlare di un imminente cambio di guardia. Con alcuni nomi già in lizza per il dopo Conte.
“Giuseppi”, come erroneamente chiamato in un tweet da Donald Trump nel 2019, ha dato appuntamento a tutti proprio alle consultazioni del prossimo giugno. Non è un caso se negli ultimi mesi i suoi toni contro l’attuale esecutivo sono stati molto più duri rispetto a prima. Sull’abolizione del reddito di cittadinanza e sulla mancata introduzione del salario minimo, Conte si è ritagliato l’immagine di voce più critica dell’opposizione. Insidiando così non solo e non tanto la maggioranza, quanto lo stesso Pd.
Stesso scenario in relazione alla guerra in Ucraina: il M5S è una delle poche forze politiche attualmente contraria all’invio di aiuti e mezzi a Kiev, attirandosi così le simpatie di quell’elettorato favorevole a un posizionamento diverso dell’Italia in politica estera. L’obiettivo di Conte è stato quindi quello di ritagliarsi specifiche fette di quell’opinione pubblica distante dal pensiero dell’attuale governo. Le europee saranno il banco di prova perfetto per questa strategia: Conte punta a consolidarsi quale grande forza di opposizione, senza nascondere del tutto l’ambizione di avvicinarsi al Pd. Se però la lista pentastellata dovesse deludere le aspettative, l’ex presidente del consiglio potrebbe anche rimetterci la leadership.
I big in campo per i grillini: Santoro e Tridico
Il meccanismo elettorale delle europee rende necessario avere anche candidati forti. Con il voto di preferenza infatti, i partiti aspirano ad avere figure in grado di trascinare voti all’interno delle varie liste. A differenza di altri partiti, come Fratelli d’Italia, il Movimento Cinque Stelle non inserirà tra i candidati il proprio leader. Giuseppe Conte nei giorni scorsi ha ribadito nuovamente la volontà di non correre per uno scranno a Strasburgo. Non ci sarà quindi una sfida diretta, in termini di preferenze, con Giorgia Meloni. E nemmeno, qualora dovesse sciogliere le proprie riserve, con la segretaria del Pd Elly Schlein.
Spazio quindi a nomi molto noti, anche al di fuori degli attuali iscritti al Movimento. Nelle ultime settimane si è parlato molto della candidatura di Michele Santoro, giornalista che peraltro, ma tra le fila della lista “Uniti nell’Ulivo” (primo esperimento di quell’unione tra Ds e Margherita che porterà poi al Pd), è stato già europarlamentare tra il 2004 e il 2005. Santoro ha pubblicamente condiviso la posizione di Conte sull’Ucraina, tuttavia non sono arrivate conferme su una sua corsa verso Strasburgo. Non sono arrivate però nemmeno smentite.
Altro big in cosa, questa volta con molte più chance di candidatura, è l’ex numero uno dell’Inps Pasquale Tridico. Il suo nome circola da tempo e, anche in questo caso, non sono arrivate smentite. Anzi, lo stesso Tridico da quando ha lasciato il timone dell’ente previdenziale più volte ha espresso posizioni vicine a quelle dei grillini e, contestualmente, molto lontana da quelle del governo. Non solo, ma il diretto interessato nelle scorse settimane ha lasciato intendere di essere pronto a una chiamata in causa.
Le suggestioni Tarquinio e Raggi (e la chicca Pecoraro Scanio)
C’è poi il nome di Marco Tarquinio, ex direttore di Avvenire. La possibilità di una sua candidatura è uscita fuori già in estate e, al momento, non ha visto specifiche smentite. Così come fatto notare a luglio su Repubblica da Matteo Pucciarelli, questi tre nomi darebbero al Movimento un aspetto più da “lista Conte” che da lista grillina. Forse tra i pentastellati il forte sospetto è che con le europee, e con la scusa di catturare preferenze, Conte potrebbe provare a strutturare il partito a propria immagine.
Per evitare spaccature si parla allora di big da “pescare” anche dalla vecchia guardia. Come Alessandro Di Battista, Rocco Casalino e l’ex sindaco di Roma Virginia Raggi. Ci sarebbe però in questo caso, a eccezione per Di Battista, un problema legato alla spendibilità dei nomi. L’esperienza come portavoce di Conte a Palazzo Chigi e quella come sindaco di Roma, pongono rispettivamente per Casalino e Raggi molti dubbi sulle reali probabilità di candidatura.
Un politico di lungo corso potrebbe invece essere ripescato in vista della chiusura delle liste: si tratta di Alfonso Pecoraro Scanio, ex ministro dell’agricoltura nel Prodi II. Noto per essere stato per anni leader dei Verdi, oggi il suo nome costituirebbe la garanzia per legare il Movimento, in cerca di una “casa” in Europa, al gruppo dei Verdi europei.
Prendere candidati dalla società civile
Le liste saranno cinque, una per ogni circoscrizione. I soli big dunque non bastano, occorre pensare ad altri candidati in grado comunque di portare voti. Molti europarlamentari uscenti non si ricandideranno, anche per via dello statuto grillino che non consente più di due mandati. La parola d’ordine è quindi quella di pescare tra membri della società civile. Lo si evince da nord a sud, dove il Movimento nelle ultime settimane ha organizzato diversi incontri territoriali. Nuccio Di Paola, coordinatore siciliano dei pentastellati, ha chiaramente parlato di liste “aperte a personaggi di spicco della società civile”. Stesso discorso ripreso, a nord, dalla coordinatrice friulana Elena Danielis. La quale, tra le altre cose, ha aggiunto un concetto che fa comprendere come mai di nomi certi, per il momento, non ce ne sono: “Come ad ogni elezione, è prevista la consultazione tra gli iscritti”, ha dichiarato alla stampa locale pochi giorni fa. Prima del voto online dunque, si potrà parlare solo di indiscrezioni.