Perché leggere questo articolo? A Bruxelles è stato presentato un documento UE con 61 pagine di linee guida: mettono in guardia sui termini “poco inclusivi” che dovremmo dimenticare. Tra questi, anche “fratello”, “sorella” e “virile”. Follia
UE sempre più alacre nella persecuzione ai dizionari delle lingue europee tutte. Un fascicolo di ben 61 pagine è stato presentato a Bruxelles per mettere al bando alcune parole considerate, di questi tempi, troppo “poco inclusive”. Non si può più dire niente è il refrain più in voga hic et nunc, attribuito a borbottanti ambienti di Destra. La follia, però, non ha colore politico ed ecco arrivare un elenco di termini messi all’indice che, se non fosse reale, sembrerebbe provenire da un tragicomico incubo. Alla berlina troviamo, infatti, “re e regina”, “fratello e sorella”, ma anche gli aggettivi “virile” e “stridulo”. E questo è solo l’inizio. Andiamo a dragare questo abisso. O abiss*, che scriver si voglia.
UE lancia l’allarme: “fratello e sorella” da oggi sono termini offensivi
L’UE ammonisce gli abitanti del vecchio continente. Da oggi la musica cambia, anzi, proprio le parole. Un fascicolo di ben 61 pagine è stato infatti presentato a Bruxelles dall’EIGE (Istituto per l’Uguaglianza di Genere). Minaccia di minare la pacchia al politicamente scorretto. La lista di vocaboli messi all’indice in quanto troppo “poco inclusivi” è stata redatta dall* President* (ci arrendiamo!) dell’ente, tale Virginija Langbakk ed è davvero uno spasso. Alla berlina finiscono infatti termini come “fratello e sorella” ma anche “re e regina”.
Il motivo? Sarebbe meglio cambiare l’ordine degli addendi, per non offendere o comunque mettere in secondo piano le donne. Au revoir pure all’aggettivo “virile”, da evitare sempre perché rimanda alla sfera esclusivamente maschile. Sarebbe il caso di rimpiazzarlo con “energico” o “forte”. Passando alla lingua inglese, tempi durissimi per la parola “man” (e suo plurale). La locuzione “best man for the job” va rimpiazzata con “Best candidate”, in modo che nessun* possa sentirsi esclus*. Come sono uman*, questi dell’UE.
UE censura il dizionario, da noi ci era arrivato prima uno del Grande Fratello
In tutto questo, va sottolineato un grande primato italiano. Si fa per dire. L’UE con queste nuove linee guida appena proposte, si è lasciata infatti bagnare il naso da un concorrente in corsa al Grande Fratello. Tale Stefano Miele, uno che nella vita fa scarpe ed è amico di Tommaso Zorzi, aveva anticipato il trend censorio di cui da oggi l’Europa non potrà più fare a meno. Rimbeccando un coinquilino, omonimo di Giuseppe Garibaldi, lo ammoniva: “Non si dice ‘Grande uomo’, ma ‘Grande persona’. Altrimenti, rischi di far sentire escluse le donne”. Abbiamo riso di fronte a cotanta uscita del gieffino solo poche settimane orsono, oggi la sua logica sembra essere diventata realtà europea. Anche perché il fascicolo dell’EIGE, quelle striminzitissime 61 pagine, sarebbero solo una bozza. In imminente e continuo aggiornamento. Pover* no*!