Home Future TikTok e i legami con il Partito Comunista Cinese? Il CEO sbotta: “Sono singaporiano!”. VIDEO

TikTok e i legami con il Partito Comunista Cinese? Il CEO sbotta: “Sono singaporiano!”. VIDEO

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Legami di TikTok con la Cina? A questo proposito un video sta facendo il giro del web: riguarda il momento in cui il senatore americano Tom Cotton chiede ripetutamente al CEO di TikTok Shou Zi Chew, originario di Singapore, quali sono i suoi rapporti con Pechino e se è, oppure è stato, un membro del Partito comunista cinese. Il dialogo avviene nel corso di un’audizione del Senato degli Stati Uniti sulla sicurezza online per i bambini, alla quale partecipano numerose società di social media come Meta, X e Snap. Ma il numero uno di TikTok deve affrontare una raffica di domande su un argomento diverso: la sua nazionalità.

Il Ceo di TikTok sotto attacco al Senato Usa

Il senatore Tom Cotton decide infatti di approfittare dell’occasione per approfondire questo tema con Shou Zi Chew, chiedendogli se abbia altre cittadinanze oltre a quella di Singapore, quali passaporti possieda, quali siano la nazionalità di sua moglie e quelle dei suoi figli e che piani abbia per la futura cittadinanza. Il Ceo risponde a tutte le domande, spiegando di aver prestato i due anni obbligatori di servizio nell’esercito del paese del sud-est asiatico e sottolineando che Singapore non consente di avere doppia cittadinanza. Di fronte all’ulteriore insistenza di Cotton, che gli chiede se sia membro del Partito Comunista Cinese, il CEO di TikTok però sbotta esasperato e risponde: “Senatore, sono singaporiano. Ancora una volta, no”. Anche la Cina non consente la doppia nazionalità e raramente accetta richieste di cittadinanza, oltre al fatto che il partito richiede che i membri siano cittadini cinesi.

A proposito della tutela degli utenti più giovani, invece, Chew afferma che quest’anno TikTok investirà oltre 2 miliardi di dollari nel campo della sicurezza e ha fatto notare che non si possono inviare messaggi direttamente a chiunque abbia meno di 16 anni né è possibile scaricare o consigliare ad estranei i contenuti di utenti minorenni, aggiungendo che comunque l’età media di un utente TikTok negli Stati Uniti è superiore ai 30 anni.

Legami del Ceo di TikTok con la Cina?

In passato Chew ha già dovuto affrontare domande sui presunti legami di TikTok con la Cina e sulla potenziale minaccia rappresentata da questo social per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti. In un’udienza al Congresso lo scorso anno, per esempio, il Ceo ha affermato che ByteDance, colosso cinese dei social media che possiede TikTok, non è un agente della Cina né di qualsiasi altro paese.

A questo proposito da tempo è in corso una battaglia geopolitica tra Pechino e Washington, con la famosa app che deve costantemente fronteggiare i timori che i dati degli utenti possano finire nelle mani delle autorità cinesi o che le linee guida di utilizzo possano essere influenzate da Pechino. 

Dal canto suo TikTok, che in America conta oltre 150 milioni di utenti, ha cercato di prendere le distanze dalla società madre cinese, aprendo uffici a Los Angeles e Singapore e lanciando un progetto da 1,5 miliardi di dollari, Project Texas, che ospiterà i dati degli utenti statunitensi e li proteggerà da accessi stranieri non autorizzati.  

Dopo le polemiche, Cotton ha difeso la sua linea: “Singapore, sfortunatamente, è uno dei luoghi al mondo che ha il più alto grado di infiltrazione e influenza da parte del Partito Comunista Cinese”, ha affermato a Fox News.

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Le proteste dei singaporiani 

Nel frattempo, un video dello scambio di battute, caricato dal quotidiano di punta di Singapore The Straits Times, ha attirato quasi 2.000 commenti su Instagram, la maggior parte dei quali contenenti critiche o prese in giro di Cotton. “Senatore, sa dov’è Singapore?, chiede un utente. E un altro: “Solo perché sembra cinese, non significa che lo sia”.

Singapore e i rapporti con la Cina

Circa il 75% dei circa 5,9 milioni di abitanti di Singapore è di etnia cinese, risultato dell’ondata di immigrazione dal Paese del Dragone che si verificò tra Ottocento e inizio Novecento, ma molti giovani singaporiani oggi non si identificano con la Cina come madrepatria culturale. Inoltre, il governo del paese cerca di enfatizzare un’identità multirazziale in modo da preservare i legami sia con gli Stati Uniti che con la Cina, con il vice primo ministro Lawrence Wong che lo scorso maggio ha dichiarato che il paese vuole “rimanere amico di entrambe le parti”.

 

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