Perché leggere questo articolo? Trump all’ennesima potenza nell’attacco contro gli alleati morosi. Il tema della soglia del 2% del Pil per i membri Nato, però, non è caro solo all’ex Presidente in corsa per la Casa Bianca. L’Europa è al bivio. E’ ora di decidere se investire su Nato ed esercito comune europeo. O avere davvero paura di Putin.
Avete presente il vecchio mantra sovranista “L’Italia agli Italiani”? Ecco, dietro c’è una storia ancora più vecchia, che però sembra riproporsi con prepotenza in questi giorni. Dietro lo slogan tanto caro ai razzisti di casa nostra ci sarà un motto in origine anti-colonialista. “L’America agli americani” è infatti la sintesi della Dottrina Monroe. La strategia di politica internazionale e ideologia enunciata dal presidente statunitense James Monroe nel 1823 in un discorso al Congresso sullo stato dell’Unione è tornata di stringente attualità. Il merito è del padre di un altro slogan, Donald Trump, che è tornato alla carica con una variazione di “America First”.
La nuova dottrina Monroe di Trump sulla Nato
Nel weekend l’ex Presidente in corsa per la Casa Bianca si è preso la scena con un fulmine scagliato sugli alleati Nato. Durante un comizio ha raccontato un aneddoto, probabilmente falso ma esemplare di qualcosa di molto vero. “Un presidente di un grande paese – ha raccontato Trump – durante un vertice si è alzato e mi ha detto: «Ma se noi non paghiamo e siamo attaccati dalla Russia, lei ci proteggerà?»”. Risposta di Trump: “Non hai pagato? Sei un moroso e quindi no. Non ti proteggerei, anzi, incoraggerei la Russia a fare quello che diavolo vogliono con voi“.
Siamo alle solite, a quasi dieci anni dal summit in Galles con cui Nato nel 2014 adottò l’impegno, si torna a parlare della soglia del 2% della spesa militare in rapporto al Pil di tutti i Paesi membri. Un vecchio cavallo di battaglia, non solo di Trump. La Nato, per cominciare, è un’alleanza di difesa comune. E sono sempre più gli analisti che fanno notare che la Nato non può reggersi esclusivamente sulle spalle del gigante americano. Serve la collaborazione di tutti e 31 i membri. Che però, al momento, in ampia parte non stanno rispettando l’accordo. “Sono morosi” per dirla alla Trump.
Una vecchia storia, mai d’attualità come oggi
In poco più di due anni, la Nato è passata dall’essere “cerebralmente morta” all’essere il cuore della strategia e del dibattito geopolitico d’Europa. Senza che gli Stati europei stiano facendo granché per mantenere questo “cervello” attaccato alla spina. Se un domani gli Stati Uniti dovessero decidere di staccare quella spina, sarebbero guai. E quel domani potrebbe essere il 5 novembre prossimo, quando Trump potrebbe incassare i favori che i pronostici gli stanno riconoscendo su Biden. E attuare la nuova versione della Dottrina Monroe. Non più anti-colonialismo per avere mano libera sul “giardino di casa” delle Americhe, come nel 1823. Come duecento anni fa resta la dichiarazione al vetriolo di un Presidente Usa verso l’Europa.
Al di là dei modi che restano i soliti, qualche ragione sulla Nato Trump ce l’ha ance. Quello della soglia del 2 per cento è un chiodo fisso, non solo di Trump. Gli Usa a oggi investono sulla Difesa circa il 3% del proprio Pil. Secondo i dati diffusi dal SIPRI, la spesa militare statunitense in particolare è aumentata dello 0,7%, raggiungendo gli 877 miliardi di dollari. Gli Stati Uniti restano così di gran lunga al vertice della classifica, con il 39% della spesa militare globale (3 volte maggiore del Paese al secondo posto, la Cina). A fine 2023, lo stesso report mostrava come La spesa totale di tutti i 30 membri della NATO ammonta a 1.232 miliardi di dollari nel 2022, pari al 55% del totale. Un aumento del 13%, più che giustificato nell’anno dell’invasione russa dell’Ucraina.
Su una cosa Trump ha ragione: Europa cosa vuoi fare da grande?
Se fino a dieci anni fa il tema del riarmo poteva anche essere irrilevante, oggi è tremendamente attuale. Ad oggi quindi gli usa contano quasi i tre quarti di tutti gli investimenti militari dei 31 paesi Nato. Solo 11 membri dell’alleanza su 31 superano la soglia del 2%. Un dato in aumento: nel 2014 erano solo tre (Usa, Uk e la solita Grecia). Ma a oggi tra gli 11 “virtuosi” figurano quasi soli piccoli Paesi, come Grecia, Croazia, Polonia e le tre Repubbliche Baltiche. Tra le potenze militari del Vecchio Continente solo Turchia e Regno Unito spendono per la Difesa. L’Italia ha speso l’1,51% del Pil, toccando quota 28,75 miliardi di euro. Quest’anno la spesa militare aumenterà di 800 milioni rispetto al 2022, ma il 2% è bel lontano. Per il momento la Nato continua a reggersi sulle spalle degli Usa. Negli ultimi otto anni gli alleati hanno aumentato di 350 miliardi di dollari le spese per la difesa; eppure, ancora adesso gli Stati Uniti da soli coprono il 70% del bilancio della Nato. A breve, potrebbe non essere più così. L’Europa farebbe bene a togliere la polvere dai progetti dell’Esercito comune. E farlo prima che la nuova Dottrina Monroe di Trump abbia inizio.