Perché leggere questo articolo? Il paradosso greco sui matrimoni gay non è una tragedia per la destra italiana. Anzi, la storia dei conservatori europei è piena di leader che si sono espressi favorevolmente sulle unioni civili. Da Cameron a Merkel, passando per Berlusconi.
“Sono a favore dei matrimoni tra persone dello stesso sesso proprio perchè sono conservatore e amante della famiglia“. In un estratto dal suo prossimo libro, “For The Record“, David Cameron, ex premier o ora ministro degli Esteri britannico ricorda con gioia l’introduzione del matrimonio gay nel Regno Unito, definendolo come “una delle cose di cui sono più orgoglioso“. Una battaglia di civiltà, vinta in questi giorni anche dalla Grecia. Nel primo paese cristiano ortodosso a sdoganarli, sono proprio i matrimoni gay a mostrare un paradosso, solo apparente. I matrimoni dello stesso sesso sono una istituzione conservatrice. Molti importanti leader di destra negli anni li hanno appoggiati.
Il paradosso greco sui matrimoni gay: sì a destra, no dei comunisti
Il parlamento della Grecia ha approvato un disegno di legge che legalizza il matrimonio civile per le coppie omosessuali e riconosce loro il diritto all’adozione. Il testo è passato con 176 voti a favore e 76 contrari. In totale hanno votato, al termine di due giorni di dibattito, 254 deputati greci su 300. “Ora un’ulteriore barriera tra i cittadini sarà rimossa e diventerà un ponte di convivenza in uno Stato libero“, ha dichiarato il premier greco Kyriakos Mitsotakis. Il capo del governo greco che ha sostenuto con forza il disegno di legge che riconosce – per la prima volta in un paese ortodosso – il matrimonio e l’adozione gay.
Il matrimonio per tutti passato non senza qualche terremoto nel partito del premier, Nea Dimokratia. Che però ha resistito alle bordate della Chiesa ortodossa, ricordando la laicità dello Stato. Mitsotakis: “Bisogna dare a Cesare quel che di Cesare, a Dio ci che di Dio“. Mentre la sinistra – come una tragedia, non solo greca – si è incredibilmente spaccata. Ma a sinistra che bisogna guardare, per scoprire che il riconoscimento di pari diritti ha provocato parecchi tormenti tra i sedicenti progressisti. Tonia Mastrobuoni di Repubblica ha definito “trinariciuti” i comunisti del Kke. Il leader Dimitris Koutsoubas dice di temere “l’abolizione dell’unita di maternità e paternità“.
Il matrimonio e i diritti gay piacciono anche di destra
Anche alcuni esponenti di Syriza hanno espresso dubbi, adducendo come motivazione persino il rischio di perdere voti nelle campagne o chiedendo, tanto per obiettare qualcosa, una legge ancora più liberale. Eppure, il leader di Syriza, Stefanos Kasselakis, è il primo leader politico greco apertamente omosessuale. E ha ha dichiarato persino di voler avere un figlio attraverso la maternità surrogata. Cosa che in Italia gli comporterebbe le manette. Ecco, nel nostro Paese, però si scopre che anche gli elettori di destra si dichiarano favorevoli alla misura.
Il Parlamento europeo ha approvato nel 2023 la risoluzione che condanna l’Italia, con molti voti a favore del Ppe. I sondaggi registrano percentuali fino al 40% di favorevoli alla maternità surrogata anche nella Lega e Forza Italia. Secondo un sondaggio riportato da Repubblica, la pratica della maternità surrogata, con o senza pagamento in danaro, divide esattamente a metà la popolazione fra favorevoli e contrari. Ma la polarizzazione non ricalca fedelmente gli schieramenti politici. Si registrano, infatti, percentuali fino al 40% a favore anche in partiti di centrodestra come Lega e Forza Italia così come risulta contrario il 38% dei votanti Pd.
Meloni può seguire le orme di Cameron, Merkel e Berlusconi
Il governo Meloni non riesce a entrare in sintonia né con l’Unione europea. Ma nemmeno con una grossa fetta dei suoi elettori. L’inversione di tendenza, però, non è solo auspicabile. E’ anche possibile: basta voler seguire le orme di alcuni dei più importanti leader conservatori europei degli ultimi anni. Al già menzionato Cameron, si possono aggiungere altre figure nel pantheon dei conservatori per i diritti civili. L’ex cancelliera Angela Merkel concesse liberta di voto al suo partito, i cristianodemocratici tedeschi, quando il Parlamento tedesco votò la legge sui matrimoni gay in Germania. In Italia, il primo a sdoganare il tema a destra è stato Silvio Berlusconi. “Quella per i diritti civili degli omosessuali è una battaglia che in un paese davvero moderno e democratico dovrebbe essere un impegno di tutti“. Scrisse il Cavaliere in un comunicato stampa nel 2014. E se al giorno d’oggi anche Mussolini (Alessandra, eh) apre ai matrimoni gay… Anche Giorgia Meloni potrebbe farci un pensiero. Alla fine, è una cosa di destra.