Il padre di Marcell Jacobs, oro olimpico nei 100 metri a Tokyo, è Lamont Jacobs, ex marine dell’esercito degli Stati Uniti. I due si separano presto: quando Marcell ha appena pochi mesi viene lasciato alle sole cure della madre trasferitasi sul lago di Garda, mentre Lamont vola in missione in Corea. La lunga assenza si fa sentire, e padre e figlio non si parlano per tanti anni. Poi un percorso di psicoterapia per recuperare il rapporto, e un sms prima della finale olimpica. “Non è ancora tutto risolto – ammette l’atleta – però almeno adesso ci parliamo: il traduttore di Google mi dà una mano con l’inglese…“
Chi è Lamont Jacobs, il padre dell’uomo più veloce del mondo
L’uomo più veloce del mondo, Marcell Jacobs, è nato il 26 settembre del 1994 a El Paso, in Texas. Ma ci ha vissuto poco. Non ha nemmeno avuto il tempo di imparare bene la lingua, perché nel giro di un anno si era già trasferito in Italia. I suoi genitori, infatti, si erano spostati a El Paso per permettere al padre Lamont Jacobs di proseguire la carriera militare. Davanti a un ulteriore trasferimento, però, la mamma Viviana Masini decide di tornare in Italia, e mentre parte alla volta del Lago di Garda con il piccolo Marcell, Lamont fa rotta verso la Corea.
Gli anni passano e il rapporto tra padre e figlio subisce la distanza. “Non avevamo niente da dirci“, commenta il campione olimpico a proposito del genitore. E fin da piccolo ne soffre la mancanza: “Chi è tuo papà, mi chiedevano gli amici – ha raccontato Jacobs – non esiste, rispondevo, so a malapena che porto il suo nome. Per anni ho alzato un muro. E quando mio padre provava a contattarmi, me ne fregavo“.
Il rapporto padre-figlio salvato dalla mental coach
Da adulti senior e junior si sono riavvicinati. I rapporti erano ormai distanti e conflittuali, e si faceva difficoltà perfino a comunicare, non avendo Marcell mai imparato bene l’inglese. Poi però l’atleta si mette nelle mani della mental coach Nicoletta Romanazzi, che, per aiutarlo a dare tutto se stesso sulla pista, lo porta indietro nel tempo ad affrontare il passato.
“Non esistono segreti, ma fin da subito ho capito che per lui sarebbe stato importante risolvere il rapporto con il padre, essendo lui stesso papà di tre bambini – ha commentato la mental coach -. Ha acquisito sicurezza in se stesso. Prima affrontava le gare con molta più ansia, mentre arrivare con la testa giusta fa tutta la differenza del mondo. Aveva nel suo potenziale certe prestazioni, doveva solo sbloccarsi“.
Anche il campione olimpico riconosce che grazie al riavvicinamento con il padre è riuscito a superare le prove a Tokyo con più serenità. “Sono nato in Texas, ma ci sono rimasto solo sei mesi perché poi mia madre e mio padre si sono separati e sono venuto in Italia e l’Italia è il mio Paese. Non l’ho più sentito fino a un anno fa, quando ho deciso di lavorare con una mental coach, Nicoletta Romanazzi. E lei mi ha detto che per correre forte avrei dovuto riallacciare un rapporto con il padre che non avevo conosciuto. Il riavvicinamento mi ha dato qualcosa in più che mi ha aiutato in questi giorni. Ma non l’ho mai visto, ci scriviamo e ci sentiamo“, ha raccontato.
L’sms prima della finale
Alla vigilia della finale alle olimpiadi ecco arrivare un sms a Marcell Jacobs. Il mittente è il papà, mai visto da quando era in fasce, e con il quale ha ripreso a parlare da poco tempo. “Quando la gente mi chiedeva chi è tuo padre, dicevo sempre non lo so. Un anno fa gli ho parlato per la prima volta, è stato importante. Mi ha scritto prima della gara, dicendo: Tu sei Lamont Marcell Jacobs jr. Tu puoi vincere le Olimpiadi. Noi siamo con te. Ti amiamo. Siamo dalla tua parte“, ha dichiarato l’atleta a La Stampa.
Aggiungendo: “È incredibile la potenza dell’energia che si muove quando abbatti un muro. Lo odiavo per essere scomparso, ho ribaltato la prospettiva: mi ha dato la vita, muscoli pazzeschi, la velocità. L’ho giudicato senza sapere nulla di lui. Prima se una gara non andava bene davo la colpa agli altri, alla sfortuna, al meteo. Adesso ho capito che i risultati dipendono solo dal lavoro e dall’impegno“.
Le foto di Lamont Jacobs
Sui social Lamont Jacobs non è molto attivo. Lo si trova però immortalato in alcune vecchie foto. In compagnia degli altri Marines, mentre dorme su una brandina in una tenda militare, quando, giovanissimo e in bianco e nero, indossa una delle sue prime divise. Da questo si comprende come l’uomo abbia dedicato tutta la sua vita alla carriera e come solo negli ultimi tempi stia cercando di recuperare il rapporto con la famiglia. Tra le recentissime pubblicazioni compaiono infatti gli scatti dei nipotini, probabilmente inviati via internet, a cui allega sempre un caloroso “Happy Birthday!”.