Ferragnez, finalmente si mollano. Dopo un anno passato a mostrare timidi e meno timidi segnali di crisi, la royal couple sembra essere arrivata davvero al capolinea. Capolinea dal tempismo quantomai opportuno: i rumor sull’imminente separazione tra Federico Lucia e l’insalata bionda si stanno letteralmente mangiando gli aggiornamenti sulle inchieste per truffa aggravata a carico di lei. Divorzio batte pandori e uova di pasqua fraudolenti, cinque alto al team di crisis management assoldato dalla Ferry. Stavolta ne ha azzeccata una. A lanciare la bomba, come già fu per la rottura Totti-Blasi, sempre Dagospia. La Bibbia di quel tipo di gossip di cui a nessuno importa, ma chissà come non si riesce mai a ignorare. E questo conduce a un fatto godurioso assai: la manifesta crisi degli opinionisti di professione che sullo scoppio dei Ferragnez stanno arrancando male. Poveracci, c’è da comprenderli: è da oltre un anno che vergano editoriali sui motivi della maretta tra i reucci di City Life. Non si contano le speculazioni, le analisi puntuali, i ribaltamenti di prospettiva. Un lavoro certosino che hic et nunc, ora che la notizia è praticamente ufficiale li lascia da soli davanti alla tabula rasa delle loro pregevoli opinioni. Cosa si può dire ancora sui Ferragnez che non sia già stato scritto e ripetuto allo sfinimento? Niente. Ed ecco venir fuori la corda di un meccanismo che, forse, non ha mai avuto senso davvero.
Ferragnez, Dagospia purga ancora gli opinionisti di mestiere
Ferragnez, arriva la separazione. La notizia rimbalza pure sui Tg nazionali, Chiara Ferragni è attesa da Fabio Fazio sul canale 9 domenica sera. E intanto? E intanto chi ha fatto della propria opinione un mestiere, arranca. Scriverne si “deve”, però non si può. Non certo per rispettare la privacy di una coppia che negli anni ha dimostrato di non sapere manco come si faccia lo spelling della parola “privacy”. Ma proprio perché questi due, oramai, stanno in crisi da una vita, così si vocifera, e tutto è già stato detto, scritto, ribadito, analizzato al millimetro. Lei s’è scocciata delle esuberanze social di lui? Lui non ne può più di vivere in una gabbia dorata che lo vuole marito-portaborse? Impossibile raccontare una versione che non sia già trita e ritrita. Fortuna che le notizie di oggi – e lo stesso vale per le opinioni – sono la carta igienica di domani, altrimenti c’è chi rischierebbe di non arrivare a fine mese stavolta. Gramellini punta tutto sulla favola nera dell’uomo, Fedez, che non accetta la superiorità della propria compagna. Insomma, l’Abc del patriarcato in un accrocchio che tira un calcio al cerchio e uno alla botte, ma che sta in piedi poco e male. Questi due hanno dato inizio al loro matrimonio con un viaggio di nozze in tre, tutti lo sanno, nessuno lo scrive.
Ferragnez, cosa dirà Chiara da Fazio? E chissenefrega!
Le principali testate online ribattono la notizia della separazione tra i Ferragnez, rincorrendo in affanno Dagospia. Si distingue, tra tutti, il solito Fabrizio Corona che sul suo Dillinger la spara grossa strillando: “Fedez le farà una causa da 100 milioni di euro per danni d’immagine!”. Quanti pandori andranno sfornati per arrivare a una cifra simile? Chissà. Intanto, l’unica certezza è che Chiara Ferragni sia attesa chez Fabio Fazio domenica sera. Risolta la questione tra Israele e Palestina invitando Ghali e senza mai accennare alla parola “genocidio”, l’indefesso conduttore si butta sulla guerra del gossip. Chiunque venderebbe organi interni pur di avere una sola parola proveniente dalla boccuccia di Chiara Ferragni hic et nunc, Fazio ce l’avrà. Fazio ce l’avrà mentre il sentiment – parola sempre orrenda! – dei comuni mortali parrebbe essere annacquato un bel po’. Sotto a ogni post che ribatte la notizia della rottura, i commenti medi suonano all’unisono un disperato requiem a colpi di “E chissenefrega!”. Pure questo fa engagement, per carità, ma l’imminente divorzio Ferragnez sembra interessare più i giornali che la pancia del Paese. Ciò rende ancora più risibile lo sforzo titanico di chi si sta impegnando a covar fuori l’ennesima opinione ficcante su una storia al capolinea in tutti i sensi. Quando, alla fin fine, forse basterebbe un laconico epitaffio: “Finisce un’era. Ed era ora”. Però, in cinquemila battute. Per forza. È la linea editoriale che lo impone. Che strazio.