Perché questo articolo potrebbe interessarti? L’inchiesta sul Milan ha un punto in comune con tutte le altre che hanno coinvolto la Serie A: è destino che il nostro campionato non debba mai trovare pace. E questo, secondo il giornalista Marco Bellinazzo sentito da true-news.it, non è affatto un caso.
L’anno scorso è stata l’inchiesta sulle fideiussioni a tenere capolino durante l’ultima stagione di Serie A. Quest’anno sembrava filare tutto liscio, senza particolari scandali o indagini. Ma, a partire delle scorse ore, un altro caso è piovuto sulla testa di quello che un tempo era il campionato più bello del mondo. Si tratta dell’inchiesta, avviata dalla procura di Milano, sul Milan. E, in particolare, sulla fase di passaggio della società dal fondo Elliot al fondo RedBird.
I magistrati vogliono vederci chiaro sulle comunicazioni fatte all’epoca all’autorità di vigilanza della Figc. Il sospetto degli inquirenti è legato, tra le altre cose, alla possibilità che il fondo Elliot sia ancora proprietario della società rossonera. “Il prestito da parte di Elliott – si legge nelle carte – sottoscritto tra RedBird e Elliott per la cessione del Milan, potrebbe garantire a quest’ultimo fondo d’investimento la proprietà di parte della società Ac Milan”. Circostanza alla base dell’ipotesi di reato di ostacolo all’attività di vigilanza della Figc. “Ma ancora è tutto da vedere – spiega a true-news.it Marco Bellinazzo, giornalista de IlSole24Ore –. E poi occorre dire che in Europa ci sono casi gravi riguardanti il possesso delle società e le multiproprietà. Pensiamo ad esempio al Lipsia”.
Gli scandali più eclatanti della Serie A
Guai giudiziari e crac finanziari. La Serie A da almeno due decenni puntualmente è costretta a registrare problemi che inevitabilmente portano poi a distrarre le attenzioni dal mero ambito sportivo. La scorsa stagione è stata ad esempio caratterizzata dall’inchiesta sulle fideiussioni della Juventus. Con il club bianconero che si è visto prima sottrarre e poi parzialmente restituire diversi punti in classifica.
E ovviamente, quando si parla di scandali del calcio italiano, il pensiero va automaticamente a due episodi in grado di contrassegnare per sempre il nostro campionato. La vicenda calcioscommesse del 1980 e la famigerata “calciopoli” del 2006. Due inchieste culminate con due retrocessioni eccellenti: il Milan nel primo caso e la Juventus nel secondo.
Serie A, i crac finanziari più clamorosi
Ma nella storia recente non sono mancati altri gravi episodi, capaci di coinvolgere altre piazze e squadre storiche della Serie A. Eventi legati soprattutto alla tenuta economica dei club, a volte non in grado di tirare avanti nonostante il blasone. È il caso ad esempio del fallimento della Fiorentina avvenuto nel 2002: Vittorio Cecchi Gori, dopo aver alimentato i sogni scudetto tra i tifosi viola negli anni in cui al Franchi era Gabriel Omar Batistuta a dominare la scena, nell’estate del 2001 si è visto costretto a cedere tutti i suoi pezzi pregiati. La conseguenza è stata prima la retrocessione sul campo e poi la capitolazione definitiva del club, costretto a ripartire dalla Serie C2.
Nei primi anni 2000 seri problemi sono stati riscontrati anche nella capitale. I due scudetti caduti consecutivamente a Roma tra il 2000 e il 2001, prima con la Lazio e in seguito con l’As Roma, hanno portato i due club a essere molto competitivi sul campo ma molto meno sul piano della sostenibilità dei conti. Se la famiglia Sensi, proprietaria in quel momento della Roma, è riuscita tutto sommato a far rimanere a galla i giallorossi, sulla sponda laziale del Tevere lo spettro del fallimento è stato agitato per diverse stagioni. E questo soprattutto per le difficoltà legate al crac Cirio, il colosso dell’alimentare guidato dall’ex presidente dei biancocelesti, Sergio Cragnotti.
Una caduta finanziaria che ha anticipato di pochi mesi un altro scandalo di un’altra multinazionale del settore, quello legato alla Parmalat della famiglia Tanzi. Questi ultimi negli anni ’90 avevano acquistato il Parma calcio, portandolo dalla Serie B ai vertici del calcio nazionale ed europeo. Poi la caduta rovinosa della società che inevitabilmente si è riversata anche sulla squadra biancoscudata. Non l’ultima, tra i club di piazze importanti, ad avere gravi problemi finanziari: Napoli, Bari, Palermo, Catania e altre grandi città hanno dovuto fare i conti con il repentino passaggio dalla A al fallimento.
I controlli non adeguati
La vicenda che oggi coinvolge il Milan ha un’origine molto diversa. Non c’entrano infatti in questo caso bilanci in rosso o indagini su possibili partite truccate. Ma ci sono dei punti in comune con gli episodi prima richiamati. In primo luogo, l’inchiesta dimostra come la Serie A sembri destinata a essere costantemente condizionata da problemi extra sportivi.
“E questo non è un caso – ha commentato Marco Bellinazzo –. E’ segno di un contesto in cui spesso il sistema dei controlli non è molto funzionale”. Secondo il giornalista, al di là del nuovo caso relativo al Milan, è possibile individuare per la Serie A dei problemi di lunga data riguardo l’efficacia dei controlli: “In Premier League le autorità preposte fanno anche le pulci alle società, controllano ogni ambito – ha dichiarato – in Italia la situazione è diversa, le verifiche portate avanti a volte non hanno garantito il rispetto di determinati requisiti. I controlli sono più attenti all’aspetto formale rispetto a quello sostanziale”.
Da qui gli scandali, le inchieste, i fallimenti: “Oggi per la verità qualcosa sembra essere migliorato – ha aggiunto il giornalista – ma parliamo pur sempre di un sistema in cui negli ultimi anni sono falliti qualcosa come 150 club”.
Serie A, quei segnali di ripresa ancora insufficienti
Eppure nelle ultime stagioni, almeno in ambito sportivo, la Serie A ha mostrato importanti passi in avanti. L’anno scorso tre squadre italiane hanno raggiunto tutte e tre le finali delle competizioni europee, un fatto a suo modo storico nonostante poi nessuna sia riuscita a portare a casa i trofei. Anche nell’attuale stagione il nostro campionato sembra difendersi bene, con la Serie A attualmente in testa nel ranking annuale della Uefa e cinque squadre su sette ancora in corsa per le competizioni europee.
“Qualcosa è cambiato dopo il Covid – è la ricostruzione di Bellinazzo – la pandemia ha costretto tutti i club a curare i propri conti, a trovare nuovi equilibri finanziari e a risanare i bilanci. Se a questo aggiungiamo la bravura dei tecnici italiani e di molti dirigenti del nostro campionato, si spiega come mai la Serie A stia tornando competitiva”.
I problemi però rimangono e sono molto difficili da risolvere nel breve periodo: “Si è comunque davanti a una Serie A che fattura molto meno della Liga spagnola o del campionato tedesco – ha sottolineato ancora Bellinazzo – la Premier League fattura tre volte il nostro torneo, il divario economico con i principali campionati sembra destinato a crescere”.
Dunque, c’è il serio rischio che noie finanziarie, inchieste e scandali possano in futuro continuare a contrassegnare il mondo del pallone italiano. Un mondo mai esente da contraddizioni e, forse per questo, paragonabile a uno specchio della situazione economica e sociale del nostro Paese.