Adesso il sindaco di Bari Antonio Decaro si mangia le mani. “Non volevo imbarcare la consigliera indagata”. Eppure Maria Carmen Lorusso, ai domiciliari per voto di scambio politico mafioso nella maxi inchiesta sulla criminalità organizzata a Bari, eletta con una civica del centrodestra, nel 2021 è passata ad appoggiare la maggioranza di Decaro, il sindaco che ha gridato “all’atto di guerra” dopo l’invio della commissione d’indagine da parte del Viminale.
Battaglia a Bari
Mentre infiamma lo scontro politico, con i dem e la sinistra che difendono il sindaco, nonchè presidente dell’Anci, e il centrodestra, che si schiera per la bontà dell’atto “dovuto”, i riflettori si spostano sugli elementi cardine dell’inchiesta della Dda del capoluogo pugliese che ha portato, lo scorso 26 febbraio, a 130 misure cautelari. Lorusso è stata eletta al consiglio comunale di Bari nel 2019 con la lista “Di Rella sindaco”.
A supportarla il marito, l’ex consigliere regionale, Giacomo Olivieri, ora in carcere. Avrebbe chiesto voti al clan Parisi, uno dei più potenti del territorio barese, in cambio di promesse di soldi e di assunzioni. Ma anche della possibilità di curare “il nipote del boss”, malato oncologico e seguito dal primario Vito Lorusso, padre dell’ormai dimissionaria consigliera. Anche lui è ai domiciliari.
Le cacciatrici di voti
La caccia di voti, pescando probabilmente anche dalla mafia, portò buoni numeri a Lorusso: venne eletta con 5102 preferenze. Si candidò con la lista di Pasquale Di Rella, un altro trasformista. Proveniente dalla sinistra del Pd, nel 2019, dai palchi dei comizi, prometteva guerra a Emiliano e Decaro: “Sono avvisati, li manderemo a casa”.
Peccato poi che in quella stessa casa, odiata e attaccata, Maria Lorusso abbia scelto di entrare due anni dopo. Passando per il movimento “Sud al centro” di Anita Maurodinoia. Anche lei con un passato a destra, poi con il pass facile tra le fila di Emiliano che l’ha nominata assessore ai Trasporti di Regione Puglia. Veniva chiamata lady preferenze: nel 2019 circa 6.400 al Comune di Bari con “Sud al centro”, l’anno dopo quasi 20.000 alle regionali.
Bari, il procedimento su Maurodinoia
Maurodinoia è indagata in un procedimento affine a “Codice interno” ma la sua posizione pare essere stata stralciata dagli inquirenti. Nelle intercettazioni, però, alcuni esponenti dei clan parlano di lei e della possibilità che “desse soldi in cambio delle preferenze”. Sarà la giustizia a fare il suo corso, resta che Maurodinoia e l’indagata Maria Lorusso sono molto amiche, unite forse dal trasformismo in salsa pugliese.
“Alle Regionali – disse Lorusso nel 2021 – l’ho sostenuta a spada tratta. E quando ha lasciato il Comune per dedicarsi al ruolo di assessore regionale, mi ha chiesto espressamente di prendere le redini del gruppo consiliare diventandone capogruppo”.
Decaro non disse di no. Ora, però, si trova a pagare le conseguenze dell’indagine a carico della consigliera trasformista.