C’è un problema di sistema in questa estate del calcio europeo che rischia di scrivere le gerarchie del prossimo decennio in assenza di regole e controlli. La maggioranza dei club tira la cinghia e fa i conti con la crisi (qualcuno in maniera drammatica, altri riuscendo a calibrare almeno in parte i sacrifici) mentre una minoranza ne sta approfittando per riversare nel sistema denaro senza controllo.
Calcio Europeo, il PSG e gli investimenti senza confini
Cosa ha da dire la Uefa di un club come il PSG che spende e spande senza limiti, spinto dalla potenza di uno Stato e dall’ambizione di un rilancio in avvicinamento alla data del Mondiale in Qatar? Davvero la forza politica che si è garantito Al-Khelaifi facendo da sponda a Ceferin nel naufragio della Superlega può garantire i parigini nel loro agire senza confini?
Premier League, spese senza limiti
E le ricchissime della Premier League, sfilantesi per prime dal progetto di Perez e Agnelli anche perché in fondo la Superlega, per loro, esiste già? Il Covid ha spinto Nyon a congelare le norme del fair play finanziario che in teoria dovrebbero tornare operative nel 2022 anche se si è capito che difficilmente agiranno con lo stesso spirito dell’ultimo decennio. Tradotto: liberi tutti e chi può ne approfitta.
Calcio e club europei in difficoltà, che fa la Uefa?
Ma così facendo il giochino rischia di rompersi, esattamente il contrario di quanto a parole l’Uefa ha sempre dichiarato di voler evitare. Questa è un’estate spartiacque, una foresta in cui vive solo il più forte e gli altri rischiano di morire. In cui non solo le italiane sono in difficoltà, ma anche altre big insospettabili. Le stesse cui per anni è stato vietato di investire in nome di regole calpestate dai soliti noti.
Chiedere alla Uefa di intervenire pare troppo. Bussare alla porta di Ceferin, impegnato nella sua guerra ad Agnelli, pure. Servirebbe un gesto forte da parte delle altre, se non fossero impegnate a raggranellare euro ovunque pur di evitare il baratro.