Perché questo articolo potrebbe interessarti? Martedì un tavolo tecnico è stato convocato dal ministro Adolfo Urso per capire quale sarà il futuro dello stabilimento di Melfi, ma mancavano proprio i vertici di Stellantis: “Irresponsabili, si gioca con il futuro”, hanno dichiarato a truenews.it fonti locali della Fiom.
“Lavorare così è impossibile e onestamente non ci aspettavamo una totale assenza da parte della dirigenza di Stellantis”: ha esordito così ai nostri microfoni una fonte lucana della Fiom, il ramo della Cgil legato ai metalmeccanici e che dunque segue da vicino i più importanti dossier industriali del Bel Paese. Oggi nelle segreterie dei sindacati il clima non è affatto disteso. Tutt’altro, ad emergere è soprattutto amarezza per la mancata presenza dei vertici di Stellantis al tavolo aperto dal governo per lo stabilimento di Melfi.
Nelle scorse ore, è stato il segretario della Fiom, Michele De Palma, a lanciare parole al vetriolo contro l’azienda: “Sono degli irresponsabili – ha dichiarato in una nota – non hanno dato alcuna garanzia”. Frasi confermate anche dalle fonti lucane del sindacato: “Si è espresso il nostro segretario in quei termini – dichiarano dalla Basilicata – e non possiamo che sottoscrivere tutto, parola per parola, non presentarsi è atto da irresponsabili. Si gioca con il futuro delle famiglie, soprattutto dell’indotto”.
L’incontro di martedì convocato dal ministro Urso
Ma come mai governo e parti sociali erano attorno a uno stesso tavolo per parlare di Melfi? L’iniziativa è stata dell’esecutivo e, in particolare, del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. Dopo quanto accaduto nei mesi scorsi, Palazzo Chigi e i vari ministeri competenti vogliono vederci chiaro: Stellantis, per bocca dell’Ad Carlos Tavares, poche settimane fa aveva paventato una chiusura degli stabilimenti italiani in caso di stop agli incentivi per la produzione di auto elettriche. Dichiarazioni che hanno generato una levata di scudi da parte dello stesso governo e, successivamente, un parziale passo indietro dello stesso Tavares.
Urso si è così mosso per capire le intenzioni dell’azienda sugli stabilimenti e, in particolare, su quello di Melfi. Quest’ultimo appare importante sotto il profilo politico, in quanto situato in un’area economicamente delicata quale la Basilicata. “Eppure – dicono ai nostri microfoni dalla sede lucana della Fiom – colui che doveva dare precise garanzie non si è presentato. Tavares non c’era e nemmeno c’erano suoi diretti rappresentanti, un pessimo segnale”.
Parole sulla scia di quelle pronunciate già martedì da De Palma: “I tavoli senza Tavares – ha dichiarato il segretario della Fiom – non hanno affatto senso. Non ha senso discutere su tavoli tematici e tavoli regionali se chi decide non c’è”. Durante i colloqui, lo stesso ministro Urso ha invitato Stellantis a fare adesso la sua parte: “Il governo – si legge nelle dichiarazioni del rappresentante dell’esecutivo – ha realizzato un piano di incentivi per l’innovazione dell’impresa. Compreso quella del settore auto come transizione 5.0, quindi ha già dato nel senso che ha realizzato cose che fino a prima sembravano impossibili. Ora tocca all’azienda”.
Perché Stellantis non ha partecipato al tavolo
Dal canto suo, l’azienda ha fatto sapere di non aver inviato rappresentanti di primo piano per una questione legata alla “policy aziendale”. Un riferimento quest’ultimo alla presenza, durante il tavolo con il governo, dell’attuale presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi. Quest’ultimo, oltre a guidare la giunta lucana, è anche candidato del centrodestra per una conferma nell’imminente voto per il rinnovo dell’amministrazione regionale.
Dunque, Stellantis ha voluto evitare possibili strumentalizzazioni politiche derivanti da un dialogo diretto con un attore impegnato come protagonista nell’attuale campagna elettorale. Spiegazioni che non hanno molto convinto la Fiom: “Tutte scuse – afferma una fonte a truenws.it – nient’altro che scuse. La verità è che non c’è rispetto per i lavoratori e per chi rischia di non avere certezze del proprio futuro”.
“Nascondersi dietro il discorso relativo alla campagna elettorale – ha poi proseguito la fonte del sindacato – non cancella quanto detto ieri e oggi dai nostri vertici: non essere presenti a un tavolo convocato dal governo è un atto irresponsabile e che ci preoccupa”.
Il futuro di Melfi
Ad ogni modo, pur senza Tavares, alcune indicazioni al ministro Urso da parte dell’azienda sono state fornite. In particolare, Stellantis ha confermato di voler realizzare a Melfi cinque nuovi modelli di auto sulla base della nuova piattaforma elettrica Stla Medium. Si tratta della piattaforma presentata nel luglio scorso e su cui sarà impiantata la produzione di diversi modelli, tra questi i cinque previsti nello stabilimento lucano. Secondo l’azienda, da Melfi ogni anno dovrebbero uscire fino a 260mila automobili.
Le rassicurazioni risalenti all’estate 2023 tuttavia, secondo la Fiom non dovrebbero far dormire sonni tranquilli: “Si è parlato dei cinque modelli da produrre a Melfi a luglio – hanno dichiarato dal sindacato – ma ieri non c’era Tavares a confermare questo impegno o a mettere nero su bianco precise indicazioni sul piano”.
Più possibilista invece la Uilm, secondo cui il fatto che si parli di Melfi come impianto candidato a ospitare la produzione di cinque modelli rappresenta una base di partenza: “Siamo soddisfatti della conferma dei cinque modelli da parte di Stellantis a Melfi sulla futura piattaforma medium”, hanno dichiarato in una nota Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm responsabile del settore auto, Vincenzo Tortorelli, segretario generale Uil Basilicata, e Marco Lomio, segretario generale Uilm Basilicata.
Le preoccupazioni però non mancano: “Chiediamo che una parte di questi sia ibrida – ha proseguito infatti la nota – giacché i full electric stentano ad imporsi sul mercato. Inoltre chiediamo tutele per i lavoratori dell’indotto, vale a dire della componentistica, dei servizi e della logistica, che a ben vedere sono i più esposti ai rischi occupazionali”. Richieste che, nella giornata di martedì, è stato impossibile rivolgere ai vertici decisionali di Stellantis.