Perchè leggere questo articolo? A 75 anni dall’uscita del suo primo numero, il fumetto di Topolino continua a intrattenere raccontare l’Italia attraversando le generazioni. Per capire come si è evoluto e cosa è oggi, True-News.it ha interpellato Gaja Arrighini, editor, sceneggiatrice e caposervizio della redazione: “Topolino si rinnova nel segno dell’inclusione, pur rimanendo sempre fedele a se stesso”
Topolino, un’eccellenza italiana. Tra intrattenimento, educazione e satira il fumetto della Disney ha attraversato gli ultimi 75 anni della storia del Belpaese, raccontandone vizi e virtù. Dal primo numero del 7 aprile 1949 ad oggi, intere generazioni di italiani sono cresciute accompagnate dai suoi racconti e dai suoi personaggi. Ma qual è la ricetta del successo del “libretto” di Topolino? È ancora capace di raccontare l’Italia e la sua storia? Per capire come si è evoluto e cosa sia oggi, True-News.it ne ha parlato con Gaja Arrighini, editor, sceneggiatrice e caposervizio della redazione fumetto, secondo cui Topolino “continua a permeare il tessuto sociale del nostro Paese. Rinnovandosi nel segno dell’inclusione, pur rimanendo sempre fedele a se stesso“.
Cosa rappresenta oggi Topolino per i lettori del nostro Paese?
Mi sento di dire un’eccellenza italiana, che tutti conoscono e che da decenni intrattiene lettori di tutte le età con storie appassionanti e personaggi unici e intramontabili.
Cosa e come è cambiato questo fumetto rispetto al passato?
Visto che in questi giorni si celebrano i 75 anni di Topolino “libretto”, uscito per la prima volta nel formato tuttora attuale nell’aprile del 1949, partiamo da lontano e diciamo che dai suoi albori Topolino è cambiato innanzitutto nell’aspetto (per dimensioni, frequenza, foliazione, materiali). L’esempio più eclatante è stato proprio il passaggio dal formato iniziale, più simile a un quotidiano e scherzosamente detto “lenzuolo”, a quello del libretto, tascabile e molto più maneggevole. Un fatto di enorme rilevanza sia per la sua diffusione, sia per gli aspetti legati al collezionismo. Ovviamente, nel corso del tempo sono cambiati anche i contenuti del giornale, che pur nel rinnovarsi ha cercato
di rimanere fedele a se stesso, e soprattutto ai suoi lettori, trattando sempre e comunque argomenti “da Topolino”.
Nelle storie di oggi c’è qualche tematica in particolare che vi preme approfondire?
Di fatto preferiamo espandere il nostro mondo esplorando tematiche diverse, per poter parlare a una platea più vasta di lettori, vecchi, nuovi o potenziali. Del resto, per Topolino la diversità di argomenti trattati nelle storie, scritte e disegnate a loro volta da molti autori differenti, è sempre stato un fiore all’occhiello. Inoltre, anche se non si tratta esattamente di una tematica, molti avranno notato che Topolino è diventato sempre più inclusivo: i nostri personaggi sono variegati e rispecchiano sempre più le diversità, e perfino il carattere (lettering) utilizzato nelle storie a fumetti
è cambiato, per agevolare la lettura.
Esiste ancora oggi il rapporto stretto fra il fumetto Disney e l’Italia contemporanea?
I tempi sono cambiati, quindi questo tipo di legame non è più così stretto come accadeva, ad esempio, nel secondo Dopoguerra. L’Italia rimane imprescindibile da Topolino, quindi sarà sempre presente nelle nostre pagine, ma ora per esempio compaiono più spesso luoghi da valorizzare o scoprire rispetto alle parodie di personaggi famosi o di programmi televisivi… che sono sempre divertenti e rimangono un tratto distintivo di Topolino, ma si vedono più raramente.
Perché hanno ancora ragione di esistere i fumetti Disney, legati a personaggi classici come Topolino e Paperino, in particolar modo se riferiti alla realtà editoriale di questo Paese?
Posto che il fumetto, rispetto alla totalità della realtà editoriale, rimane una realtà un po’ a parte e che per fortuna può vantare ancora vaste schiere di appassionati, la risposta è contenuta nella domanda: i fumetti Disney esistono ancora perché sono legati ai personaggi classici, che tutti conoscono. Per moltissime persone, Topolino e Paperino sono… quasi amici. L’offerta attuale di fumetti, graphic novel e affini è impressionante, le fiere del fumetto sono sempre più affollate e ci sono autori che da un giorno all’altro “fanno il botto” e diventano delle star, ma Paperino e Topolino sono star da decenni, degli evergreen: è più difficile che facciano il botto, ma sono ancora capaci di far battere i cuori.
Un Topolino che sa adattarsi all’evolversi del tempo. Qual è la ricetta del suo successo?
Bisogna essere ricettivi e attenti a tutto ciò che succede sia fuori, sia dentro al giornale. Cercare di pensare “out of the box”, vincendo la tentazione di rimanere a coltivare il proprio orticello, per quanto magnifico e costruito in anni e anni di tradizione, rinnovandolo e curandolo fin nei minimi particolari. In questi ultimi tempi i cambiamenti più salienti sono stati l’incremento della serialità delle storie, l’approfondimento del carattere di personaggi già esistenti, l’ideazione di new entry di spessore e che possano diventare nuovi personaggi ricorrenti, l’esplorazione di generi inusuali per Topolino (come l’horror), ma anche la ricerca di nuovi autori, esordienti o già conosciuti nell’ambiente ma dediti a tutt’altro. Si tratta di un Topolino sempre in movimento e che tenta sempre nuove strade, insomma.
Qual è dunque il futuro di Topolino?
Non disponiamo di sfere di cristallo – come la nostra strega Amelia – per poterlo prevedere con certezza; di certo, però, ci auguriamo lunga vita a Topolino libretto, affinché possa festeggiare ben più di questi già invidiabili 75 anni, e che le nostre trame possano continuare a permeare il tessuto sociale dell’Italia (e non solo) rimanendo un punto di riferimento per l’intrattenimento di sempre più generazioni.