Perchè leggere questo articolo: la nuova bufera giudiziaria su un fedelissimo di Emiliano porta allo strappo nella Giunta pugliese dei Cinque Stelle. Il centrodestra affonda il colpo e cerca di coinvolgere anche Decaro nello scandalo. L’eloquente silenzio di Schlein sull’ingombrante governatore
L’epicentro della tempesta pugliese, ormai è chiaro, non è sopra la testa del sindaco di Bari Antonio Decaro ma su quella del governatore regionale Michele Emiliano. Dopo le indagini per corruzione elettorale che hanno portato alle dimissioni dell’assessore ai Trasporti Anita Maurodinoia, ecco l’arresto dell’ex assessore Alfonso Pisicchio e di suo fratello Enzo. Ai domiciliari per una inchiesta su possibili episodi di corruzione in relazione a tre gare d’appalto.
Lo strappo di Conte: via gli M5S dalla Giunta pugliese
Se l’affaire Maurodinoia aveva portato i Cinque Stelle a rinunciare all’idea di correre assieme al Pd per le Comunali di Bari, il nuovo scandalo provoca una rottura ancora più profonda. Giuseppe Conte ha infatti dichiarato oggi: “Rinunciamo ai ruoli di governo, lasciamo i nostri posti in giunta, rimettiamo tutte le deleghe comprese quelle della vicepresidenza del consiglio. Crediamo sia l’unico modo per dare una forte scossa oggi”. Fuori dalla Giunta Emiliano, dunque, Rosa Barone, assessora al Welfare, e Grazia di Bari, consigliera con delega alla Cultura. Lascerà il suo incarico anche Cristian Casili, vicepresidente del Consiglio regionale. “Siamo entrati in giunta perchè il presidente Emiliano ha una storia come pm che ha combattuto le mafie. E perché c’è affinità politica rispetto a principi valori come welfare e giustizia sociale e ambientale. Non disconosciamo le ragioni politiche che ci hanno portato a fare questa scelta. Ma oggi chiudere gli occhi non è possibile“, ha aggiunto Conte. Che ha poi incontrato lo stesso Emiliano per consegnargli il suo “patto della legalità e buona amministrazione”.
La difesa di Emiliano: “La Regione si costituirà parte civile”
Proprio Emiliano ha spiegato, in merito alla recente nomina del suo fedelissimo Pisischio alla guida dell’Agenzia per la Tecnologia della Puglia, che tale scelte era stata effettuata “sulla base del fatto che il prof Pisicchio aveva dato assicurazioni che le indagini a suo carico erano state chiuse con archiviazione”. Così evidentemente non era e ieri è arrivata la rimozione dall’incarico. Non solo: Emiliano pare intenzionato a far costituire la Regione come parte civile nell’eventuale processo che deriverà dagli arresti. “Tutte le diverse indagini in questo momento in corso da parte della Procura di Bari non hanno mai riguardato l’attività istituzionale della giunta in carica, ed anche nell’ipotesi ultima si sottolinea che è stato un dirigente regionale a dare inizio alle indagini attraverso una sua denuncia. Ciò dimostra una capacità degli uomini e delle donne della Regione Puglia di comprendere e reagire ad ogni tentativo di commettere atti illegali”, ha chiarito Emiliano.
Puglia, centrodestra all’attacco di Emiliano e Decaro: “Poltronificio”
Spiegazioni che a centrodestra non sono risultate convincenti. Una nota congiunta di Fratelli d’Italia, Forza Italia, Lega e La Puglia Domani recita: ”Più che ondate quelle che si stanno abbattendo sul sistema Emiliano sono schiaffoni (volgarmente si direbbe mazzate, forse, persino inaspettate) su tutto il centrosinistra barese e pugliese che, con la guida di Michele Emiliano, ma anche con la complicità di Antonio Decaro (perché il sistema si regge se tutti sono complici), hanno cercato il consenso elettorale non sui programmi ma promettendo e dando incarichi, le consulenze, posti di lavoro nel pubblico e nel privato compiacente, presidenze e posti nei Cda delle partecipate, agenzie regionali e chi più ne ha più ne metta”.
La nota prosegue: ”Vale ben poco dire che i due massimi esponenti del Pd in Puglia e non solo (Emiliano e Decaro), non sono indagati – hanno aggiunto -. Politicamente e moralmente sono responsabili del mercato delle vacche, del poltronificio, del mercimonio e del voto di scambio che hanno messo in atto attraverso politici scelti e premiati da loro. E non si dica: hanno sbagliato a scegliere le persone alle quali affidare il potere, perché niente è peggio dell’inadeguatezza e dell’incapacità di discernere fra il bene e il male. Se fosse così Emiliano e Decaro dovrebbero lasciare la politica per manifesta incapacità, per essere paradossalmente come agnelli in mezzo ai lupi”.
L’eloquente silenzio di Schlein sui guai di Emiliano
Se è comprensibile da parte delle opposizioni il tentativo di equiparare Emiliano e Decaro per mettere in difficoltà anche quest’ultimo, la posizione del sindaco uscente di Bari e candidato alle Europee appare in realtà ad oggi decisamente meno compromessa. Questa quantomeno l’aria che si respira all’interno del Pd. Compatto infatti, da Elly Schlein in giù, a sostenerne la candidatura a Bruxelles. Non può passare inosservato il gelido silenzio della segretaria dem sulle ultime vicende pugliesi. Dopo la bacchettata ad Emiliano per il racconto sull’incontro tra Decaro e i parenti di un boss (“non avrei detto quelle parole”), una cena pochi giorni fa con entrambi i leader pugliesi. Alla quale è seguita una intervista di Emiliano al Corriere: “Schlein mi è stata vicina”. Ma forse è un altro il passaggio decisivo dell’intervista. Quello in cui Emiliano parla del Pd e confessa: “Non mi ha mai metabolizzato, sono stato sempre una spina nel fianco, per tanti segretari”. Forse Schlein non fa eccezione. E l’attuale segretaria dem potrebbe semplicemente aver preso posto sulla riva del fiume, in attesa di veder passare il cadavere (politico) di un ingombrante e sempre meno difendibile cacicco.