L’aborto come diritto fondamentale da aggiungere alla Carta Ue: è quanto chiesto dal Parlamento europeo con una risoluzione che è stata approvata con 336 voti favorevoli, 163 contrari e 39 astensioni. Voto compatto per Socialisti e democratici, Verdi/Ale, Renew e la Sinistra. Il partito Popolare Europeo si è invece spaccato con l’approvazione solo degli eurodeputati provenienti dal nord Europa. Il gruppo dei Conservatori e riformisti e Identità e democrazia hanno votato contro la mozione. In concreto, la richiesta è di modificare l’articolo 3 della Carta dei diritti fondamentali dell’Ue affermando che “ognuno ha il diritto all’autonomia decisionale sul proprio corpo, all’accesso libero, informato, completo e universale alla salute sessuale e riproduttiva e a tutti i servizi sanitari correlati senza discriminazioni, compreso l’accesso all’aborto sicuro e legale”. Ora serve tuttavia il via libera unanime dei 27 Stati membri. E non sarà facile, se si pensa a Paesi come Polonia o Malta che hanno addirittura leggi che limitano l’accesso delle donne all’aborto.
E del resto la polemica è divampata anche in Italia. Con le forze di centrodestra ed i movimenti Pro vita fortemente contrari. C’è chi, come Mario Adinolfi, ha parlato di barbarie. Per Luana Zanella, capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera, si tratta di un passaggio anche simbolicamente importante perchè “rappresenta il riconoscimento dell’autodeterminazione e dell’autonomia delle donne sulle scelte procreative”. L’intervista di true-news.it.
L’aborto nella Carta dei diritti fondamentali, una decisione storica. Sarà la svolta?
Sicuramente si tratta di un passaggio molto importante che di per sé, anche simbolicamente, rappresenta il riconoscimento dell’ autodeterminazione e dell’autonomia delle donne sulle scelte procreative.
Servirà però l’approvazione di tutti gli Stati membri. Secondo lei questo passo avverrà davvero o rischia di rimanere solo simbolico?
Comunque vada, questo passaggio darà forza e legittimazione ai movimenti a favore dell’aborto e alle forze politiche che li vogliono rappresentare. E’ sempre necessaria la spinta dal basso.
Cosa risponde a chi sostiene che si tratta di una risoluzione inutile?
Rispondo che invece si tratta di una risoluzione che esprime un punto di non ritorno. Non vogliamo seguire le follie degli Usa.
Se il provvedimento dovesse essere approvato, cosa cambierebbe per i singoli Stati membri? E in Italia nello specifico?
Cosa cambia in concreto dipende dai singoli Stati. E dalla forza che le donne e di chi le sostiene sapranno esprimere. Mi auguro che in Italia ci sarà un forte impulso a garantire l’accesso ai servizi su tutto il territorio, a cominciare dai consultori. Molto importante però è anche la prevenzione attraverso l’informazione, l’educazione sessuale e sentimentale nelle scuole e non solo. Penso in particolare alle cittadine straniere.
Cosa risponde a chi sostiene che questo potrebbe influire sull’attuale crisi demografica?
Sono sciocchezze. Evidentemente chi afferma questo non ha alcuna conoscenza della situazione demografica e delle cause strutturali della denatalità.
In Italia l’aborto è un diritto garantito?
Ad essere sincera, non mi sembra che sia stato mai messo in discussione seriamente.
Se l’aborto è un diritto fondamentale della donna, perché torna ciclicamente al centro del dibattito politico e parlamentare?
La sottrazione del controllo del corpo fecondo femminile al patriarcato e allo Stato è frutto di secoli di lotte delle donne, un conflitto molto duro e radicato, che si ripresenta anche sotto differenti spoglie. Anche il credo religioso ha il suo peso. E poi, con Simone Weil, direi: “Non credere di avere dei diritti”. E la storia ahimè lo dimostra. Perciò la lotta per la libertà femminile continua.