Perché leggere questo articolo? Greta, kapò e niqab. In campagna elettorale tutto vale. E allora ecco una rassegna dei migliori manifesti elettorali in vista delle Europee.
Stanno arrivando. Come gli orchi negli Signore degli Anelli, a due mesi dal voto i manifesti elettorali per le Europee iniziano a invadere le città italiane. Santini, faccioni e slogan. La sfida a colpa di propaganda sembra avere un vincitore. La coalizione di destra, probabilmente complici i favori dei sondaggi, sembra spingere più forte. Manifestando toni e messaggi a volte sopra le righe. Ma è la campagna elettorale, bellezza. L’obiettivo è quello di farsi notare, a qualunque costo.
I migliori (o peggiori) manifesti elettorali per le Europee
Ursula versione kapò, cappa totalitarista e alta uniforme. Di fianco, l’apocalittico appello: “Cambiamo l’Europa, prima che lei cambi noi”. È uno dei manifesti che la Lega di Matteo Salvini ha scelto per la campagna elettorale in vista delle europee nelle roccaforti – ultimamente in bilico – del Nord Italia. Lo stesso slogan si declina con immagini differenti. Così a rischiare di trasformarci, nel manifesto del Carroccio, potrebbe essere Ursula von der Leyen trasformata in kapò nazista dall’intelligenza artificiale. E poi dicono che i leghisti sono primitivi…
Il Pd insegue nei sondaggi. I manifesti elettorali scelti dalla compagine di Elly Schlein per queste Europee lo confermano. I dem provano a giocare sulle paure che la destra (al governo in Italia e in Europa) ingenera. Ingigantire l’incubo e cavalcarlo. Non c’è un volto che sorrida su quei manifesti, nessun messaggio rassicurante. Solo «guerra», «veleni», «bersaglio», «cimitero», «sfruttamento», «attese infinite» per curarsi.
Pietro Fiocchi, abbiamo un vincitore: il suo manifesto è geniale
C’è del genio in questa campagna elettorale. Pietro Fiocchi è il suo nome: abbiamo un vincitore. “Miss Thunberg, go back to school“, con tanto di foto dell’attivista svedese. L’eurodeputato lecchese di Fratelli d’Italia, nel ricandidarsi al parlamento di Strasburgo, ha scelto di tornare su un suo vecchio cavallo di battaglia: la contrapposizione ai movimenti ambientalisti. Lo slogan è una auto-citazione della frase che il 59enne disse in aula nel 2020 dopo che la stessa svedese aveva fatto un accorato intervento a favore di un cambio di politiche.
Quanto costa candidarsi alle Europee
E’ bello vedere che qualcuno riesce a distinguersi in una campagna elettorale all’insegna della paura e dell’autopromozione. Ma resta un caso isolato, eppure le risorse non mancano. La candidatura alle Europee costa, eccome. Stando ai calcoli di Repubblica, si va da un minimo di 20-30 mila euro di spesa a 100 mila, tutti a carico dello stesso candidato. Stampare manifesti, volantini per le cassette della posta o altro materiale cartaceo, noleggiare gli spazi pubblicitari dei comuni, prendere in affitto locali e sale per i propri incontri pubblici, poi aprire un comitato elettorale. Chi ha più possibilità di spesa si affida ad aziende specializzate nella comunicazione e nella consulenza di immagine. Sono sempre maggiori le spese sui social network, per profilare al meglio gli utenti e potenziali elettori e far arrivare il messaggio nel potenziale elettorato giusto. E poi i viaggi, l’alloggio, pranzi e cene elettorali. Quanto costa la poltrona a Bruxelles!