Perché l’articolo potrebbe interessarti? Un’inchiesta giudiziaria ha coinvolto in Sicilia il vice presidente della Regione, l’esponente della Lega Luca Sammartino. Segno che la cosiddetta “questione morale”, da nord a sud, coinvolge tutti.
Il terremoto sta avendo eco nazionale, ma tutto è partito in realtà da un piccolo comune della provincia di Catania: Tremestieri Etneo, adagiato tra la periferia del territorio urbano catanese e le prime salite del vulcano più alto d’Europa, stamattina si è risvegliato con un sindaco tratto in arresto. E con l’ex oppositore di quest’ultimo, poi diventato alleato, anch’egli in manette. L’inchiesta, coordinata dalla procura etnea, ha svelato presunte modalità affaristiche e criminali nella gestione di Tremestieri.
Santi Rando, il sindaco, e Mario Ronsisvalle, l’ex oppositore, sono al centro dell’indagine denominata Pandora. Ma il nome che più in queste ore sta circolando a livello mediatico, è quello di Luca Sammartino. Non certo una figura di secondo piano: si tratta dell’attuale vice presidente della Regione siciliana, con delega anche all’agricoltura e ai rapporti con il parlamento. Ma soprattutto, è uno degli uomini di punta della Lega sull’isola, circostanza che non mancherà di avere risvolti in ambito nazionale. Per lui è scattata la sospensione per un anno dai pubblici uffici perché, secondo gli inquirenti, Sammartino avrebbe avuto un ruolo nella gestione non proprio regolare del comune di Tremestieri.
Chi è Luca Sammartino
Subito dopo le regionali del settembre 2022, il nome di Sammartino è stato subito inserito dai media locali nella lista di papabili nuovi assessori. Con i suoi 21mila voti conquistati per l’assemblea regionale siciliana, il politico catanese si è guadagnato la nomea di uomo di punta della Lega nell’isola. E così il presidente della Regione, Renato Schifani, lo ha nominato suo vice e gli ha conferito la delicata delega all’agricoltura.
In questa veste, negli ultimi giorni Sammartino è stato a Verona per rappresentare la Sicilia al Vinitaly. Al rientro a Palermo, l’amara sorpresa della notifica da parte degli inquirenti del suo coinvolgimento nell’inchiesta Pandora, quella che per l’appunto ha portato all’arresto del sindaco di Tremestieri Etneo. Per lui è scattata la sospensione per un anno dagli uffici pubblici, dunque non potrà al momento ricoprire nemmeno gli attuali ruoli politici.
Un colpo non indifferente a una carriera che, fino a questo momento, non aveva subito battute d’arresto. Odontoiatra classe 1985, nel 2012 Luca Sammartino risulta già deputato regionale tra le fila dell’Udc. Ma il sodalizio con lo scudo crociato, in quel momento in maggioranza a Palermo all’interno della giunta di Rosario Crocetta, è durato molto poco. Durante la legislatura, è passato prima ad Articolo 4 e poi con il Partito Democratico.
Con i dem è stato quindi rieletto a Sala d’Ercole, la storica sala dell’assemblea siciliana, nel 2017: in quel momento Sammartino è in quota Matteo Renzi e infatti nel 2019 ha seguito l’ex presidente del consiglio all’interno della neonata formazione Italia Viva. Nel 2021 la repentina svolta politica: in polemica con i vertici locali del partito renziano, ha deciso di sposare la causa di Noi Con Salvini ed è dunque entrato nel novero dei leghisti in grado di far uscire il Carroccio dal nord Italia.
Sammartino è stato così visto come un giovane già di esperienza, ma soprattutto un campione di preferenze capace di accrescere la pattuglia salviniana a Palermo. Una pattuglia che, specie negli ultimi mesi, non se l’è passata molto bene: gli spettri di un ridimensionamento del peso del partito nel sud Italia (e dunque anche in Sicilia) hanno contribuito ad alimentare non pochi scontri interni. Scontri da cui Sammartino, contrapposto alla corrente che fa capo all’eurodeputata licatese Annalisa Tardino, ne è uscito vincitore. Buona parte della Lega in Sicilia, almeno fino a questa mattina, era nelle sue mani.
Il diretto interessato, così come si legge su La Sicilia, si è dimesso da assessore ma non da deputato: “Dimostrerò la mia estraneità ai fatti, sono sereno”, si legge nelle dichiarazioni di Sammartino rese poche ore dopo la notifica dei provvedimenti presi dagli inquirenti.
La nuova inchiesta che scuote il panorama politico
L’inchiesta Pandora ha prodotto 11 misure cautelari per altrettanti soggetti coinvolti. Sammartino non figura tra gli arrestati, ma il suo coinvolgimento e la sua sospensione hanno comunque prodotto un’importante eco mediatica nazionale. Del resto, da alcune settimane i partiti a Roma si rinfacciano a vicenda il coinvolgimento dei rispettivi rivali in varie inchieste giudiziarie.
Da Bari, dove il Pd deve fare i conti con i presunti scambi di voti, fino al Piemonte dove ancora una volta i dem hanno visto propri esponenti coinvolti in procedimenti. Poi però, da sinistra è arrivata una parziale rivincita con l’inchiesta che a Palermo ha coinvolto l’ex consigliere di Fratelli d’Italia, Mimmo Russo. Quasi come a sottolineare che la presunta questione morale, chi più e chi meno, riguarda tutti.
Oggi tocca alla Lega dover annotare un’inchiesta contro un proprio importante rappresentante il quale, oltre a essere un campione di preferenze, ha un determinato peso politico sui territori del catanese. Anche su Tremestieri Etneo, dove il sindaco Santi Rando, secondo la stampa locale, era un suo fedelissimo. Un rapporto politico molto stretto, tanto da far sospettare gli inquirenti di un coinvolgimento di Sammartino nelle trame ipotizzate nell’inchiesta.
In particolare, sembrerebbe ad esempio che il sistema di potere all’interno del piccolo comune etneo, così come raccontato da Catania Today, è stato in grado di convincere il farmacista Mario Ronsisvalle, ex avversario del sindaco Santi Rando, a cambiare linea politica promettendo una diminuzione del numero di farmacie. Questo sarebbe stato solo uno degli episodi contestati. Nelle carte della procura etnea si parla anche di voto di scambio, coinvolgimento di soggetti legati al clan mafioso Santapaola-Ercolano e una “degenerazione affaristica” nella gestione del comune.
Un problema per la Lega e non solo
Sotto il profilo giudiziario, tutto è ovviamente ancora da dimostrare. In tal senso, il procedimento è ancora all’inizio e ogni altra considerazione è superflua. Il problema al momento è soprattutto di ordine politico e riguarda la Lega: il Carroccio deve affrontare un caso giudiziario che ha coinvolto uno dei suoi massimi esponenti in una regione, quale la Sicilia, dove il partito è già in difficoltà nei sondaggi in vista delle Europee. Circostanza che potrebbe creare rischi anche a livello nazionale, con il partito di Salvini che ha sempre avuto nella lotta alla corruzione uno dei suoi punti programmatici più importanti.
Il problema però riguarda anche la coalizione di centrodestra, tanto a Palermo quanto in Sicilia. Schifani dovrebbe prendere l’interim dell’assessorato guidato da Sammartino almeno fino alle europee, ma dopo dovrà nominare un nuovo esponente. E non è detto che dovrà essere per forza della Lega: se il Carroccio dovesse andar male alle europee, si riscriverebbero gli equilibri all’interno dell’intera maggioranza alla Regione.
Considerando che la coalizione ha già dato prova di instabilità, con diversi provvedimenti in cui è andata sotto all’assemblea regionale, la semplice nomina di un assessore potrebbe provocare non pochi scossoni. Elemento che preoccupa anche a Roma: il centrodestra ha nella Sicilia una delle sue roccaforti storiche, una messa in discussione della stabilità attorno la giunta Schifani potrebbe portare a contraccolpi diretti a Montecitorio.