Perché leggere questo articolo? “Necessario un cambiamento radicale”. Queste le ultime dichiarazioni di Draghi che lo fanno avvicinare sempre di più ad una possibile discesa in campo. True-News.it ha intervistato l’economista Giorgio Arfaras.
In attesa del report sulla competitività fortemente voluto dalla presidente della Commissione europea Ursula von Der Leyen, Mario Draghi torna a far parlare di sè. Il report verrà rivelato ufficialmente il 27 giugno, ma l’ex presidente del Consiglio continua a rilasciare dichiarazioni. “L’Unione europea ha bisogno di un cambiamento radicale e di agire unita come mai prima”. Queste i suoi ultimi commenti con un tono definito “presidenziale” da diversi giornali del mondo.
True-News.it ha intervistato l’economista Giorgio Arfaras sulle dichiarazioni di Draghi e sulla possibile discesa in campo dell’ex presidente della Bce.
Arfaras: “Ecco perché l’Ue ha bisogno di un cambio radicale”
Mario Draghi parla di cambiamento radicale dell’Unione Europea. Ma l’Ue ha seriamente bisogno di un cambiamento radicale? L’economista Giorgio Arfaras si mostra convinto. “Si. Per il momento è molto più importante capire che ci sia bisogno di un cambiamento piuttosto che entrare nel merito del cambiamento”. Entrare nel merito, secondo l’esperto, significherebbe fare analisi particolari.
“La prima cosa è cercare la volontà politica”. Solo a questo punto si capisce che il cambiamento è necessario e i motivi sono differenti. “Il primo è che la Cina sta cercando una nuova modalità di crescita economica. Sta cercando di avere una propria dimensione politico-militare che prima non cercava”, ha affermato. “Il secondo è perché la Russia si è comportata come si è comportata sulla vicenda Ucraina cercando di riprendere tutte le parti sovietiche sia dirette come l’Ucraina che indirette come i paesi dell’est”. L’ultimo motivo riguarda invece gli Stati Uniti che “con Trump potrebbero cambiare politica estera”.
Non solo i motivi politici, ecco quelli economici
Quelli appena elencati erano motivi politico-militari. Ma, secondo Arfaras, ci sono anche diversi motivi economici che ci fanno comprendere che l’Ue ha bisogno di un cambiamento radicale. “La parte economica è quella che dice che l’Europa è indietro in alcuni settori”, commenta l’economista. “È indietro, e questa è la cosa importante del messaggio di Draghi, in quei settori dove i maggiori concorrenti come la Cina e gli Stati Uniti sono attivi in chiave interventista”.
E se l’interventismo cinese potrebbe non sorprendere, quello statunitense invece destabilizza. “Che la Cina sia interventista non c’è da meravigliarsi, perché è un paese governato da un partito unico”. La situazione cambia con gli Stati Uniti. “Gli Stati Uniti interventisti sono invece una novità. Quindi con tutti gli incentivi affinché le imprese vadano da loro a lavorare”. Quello che si mostra è un contesto nuovo con i maggiori concorrenti europei che forzano con un intervento statale i settori più dinamici. “Per questa ragione Draghi fa bene a dire “ragazzi, sveglia!””, commenta Arfaras.
Draghi, il “non politico” che serve per rilanciare l’Europa
Le dichiarazioni di Mario Draghi destabilizzano un po’ il panorama politico italiano. L’abbiamo lasciato nel 2022 con la famosa frase “Ora faccio il nonno, non sono interessato a incarichi in Italia o all’estero”. Ora invece è considerato uno dei fautori di una rivoluzione interna dell’Unione europea. L’economista Arfaras è convinto che la figura dell’ex presidente della Bce sia quella giusta per rilanciare l’Europa nel mondo. “Lui ha la credibilità professionale. Questo è un punto importante. È stato Direttore generale del Tesoro, Governatore della Banca d’Italia, Governatore della Banca centrale europea e presidente del Consiglio italiano. È un curriculum mostruoso”, afferma a True-News.it.
Draghi però non è un politico nel vero senso del termine. “Non è mai stato eletto da nessuno quindi non è un politico carismatico ed eletto”, ha commentato. “È un iper tecnocrate che conosce tutti gli anfratti della politica”. E sono tanti gli esempi che si possono prendere. Arfaras ne sceglie però uno in particolare. “Il famoso “whatever it takes”, pronunciato quando fu salvato l’euro nel 2012 è una roba di pura politica”. Insomma, l’ex premier è ben dentro il mondo politico. “Non è che non sa fare politica. Non la fa nel senso che non va nei talk show”, ha aggiunto.
La discesa in campo di Draghi e i blocchi europei
Il discorso di Mario Draghi è stato definito “presidenziale” da molti giornali europei. Probabile una sua discesa in campo? Necessario prima, secondo l’economista, comprendere le divisioni europee. “Ci sono tre blocchi in Europa. Il blocco nazional-reazionario, il blocco centrista e il blocco di sinistra. Il primo blocco è quello cosiddetto dei populisti di destra. Poi c’è il centro e infine c’è la sinistra, anche ecologica e radicale”. Il centro in cui si posizionerebbe Draghi “sarebbe un centro molto vicino a quello francese, al Macronismo”.
Da non dimenticare, afferma Arfaras, “che l’Europa è nata con una presidenza di centro”. Nata con Adenauer, De Gasperi e Schuman, “tre persone anziane, cattoliche, delle zone di confine e con una lingua comune, il tedesco”. L’operazione di Draghi ricorda quindi il centrismo dopo la Seconda Guerra Mondiale “con la differenza però che non è un centrismo cattolico ma laico”, ha dichiarato.
Arfaras: “L’Europa che piace a me ha bisogno di Draghi”
I rumors su un ruolo da leader di Mario Draghi diventano sempre più insistenti, anche se lo stesso ex premier continua a dichiarare di non essere momentaneamente interessato. Ma non solo, anche le forze politiche europee potrebbero essere contro la leadership di Draghi. “Bisogna vedere se l’Europa che piace ai populisti o ai radicali di sinistra accetterà la sua figura o no”.
La visione di Europa cambia da persona a persona secondo Arfaras. “Ognuno ha in testa la sua Europa”. L’Europa che l’economista desidera “è liberal democratico-progressista e con uno stato sociale efficiente”. “L’Europa che piace a me ha bisogno di Draghi”, ha concluso Arfaras.