Home Economy Il 65% dei lavori del futuro ancora non esistono? E’ una mezza verità

Il 65% dei lavori del futuro ancora non esistono? E’ una mezza verità

Il 65% dei lavori del futuro ancora non esistono? E' una mezza verità

Perché leggere questo articolo? Secondo un report, il 65% dei bambini oggi alle elementari farà un lavoro che ancora non esiste. Il gatto di Schrödinger dei lavori del futuro.

Giorgio Dell’Arti, se ci stai leggendo, sappi che noi ti amiamo e ti veneriamo. Nessun giornalista sano di mente potrebbe mai sognarsi di intentare questo lavoro senza la tua Anteprima quotidiana. Nella odierna rassegna stampa, però, c’è una notizia che in realtà è una mezza verità. Nella “Spremuta di Giornali” si legge: “Secondo un report Onu, il 65% dei bambini oggi sui banchi della scuole primarie farà un lavoro che ancora non esiste“. Un dato che si ripropone, tipo fiume carsico, che è vera fino a un certo punto. Ma che dietro ha una storia interessante. Proviamo a risalire a questo dato sui lavori del futuro.

Il report sui lavori del futuro non è dell’Onu ma del Wef

Sgombriamo subito il campo: qui non troverete debunking, fact checking o altri termini inglesi altisonanti che non si sa bene cosa vogliano dire. Semplicemente, abbiamo letto il dato sul 65% dei lavori del futuro che ancora non esistono, ci ha colpito e volevamo approfondirlo. Ci siamo dunque messi alla ricerca della fonte, banalmente su Google. Il primo aspetto interessante è che non ha colpito solo noi. Digitando: “lavoro futuro 65 per cento” esce un florilegio di link. Nessuno dei quali, però, recente. Il primo link della ricerca rimanda a un articolo con tanto di video de La Stampa: “Il 65% dei bambini oggi a scuola farà un lavoro che ancora non esiste“. Proprio quello che volevamo. Ma è un articolo del 2021, e mette subito in evidenza una prima criticità.

La statistica sulla percentuale dei lavori del futuro che ancora devono essere inventati non sarebbe figlia delle Nazioni Unite ma del World Economic Forum. Poco male, direte voi, il Wef è un’autorità in materia economica. Nulla da eccepire. The Future of Jobs è un report accurato, pieno di statistiche e grafici, curato da importanti economisti (guidati dal fondatore del Wef, Klaus Schwab) e con la partecipazioni di aziende leader mondiali della consulenza e delle risorse umane. C’è solo una questione: il report è datato gennaio 2016. Quasi dieci anni il mondo (non solo quello del lavoro) era un tantino diverso. Noi però vogliamo immaginare i lavori del futuro, quindi non scoraggiamoci.

Shift Happens, il lavoro cambia ma…

Sebbene un filo dato, il report Wef sui lavori del futuro è ancora abbastanza recente e una fonte abbastanza affidabile. Il nostro dato sul 65% dei lavori del futuro compare in apertura del documento. “Secondo una stima diffusa, il 65% dei bambini che oggi entrano nella scuola primaria finiranno per svolgere tipi di lavoro completamente nuovi che ancora non esistono”. Il dato è proprio in apertura, nell’Introduzione, con tanto di nota. Armandosi di pazienza, dopo aver scorso le 167 pagine del report e si può finalmente consultare la fonte della citazione.

La nota a piè di pagina ha un collegamento a una pagina web, che non si apre. Niente di allarmante: il sito in questione non è più attivo, perchè probabilmente troppo vecchio. Il nome della fonte è accattivante: “Shitf happens“, il cambiamento accade. Gioca con “Shit happens”, rimando al mitico Forrest Gump, per parlare dei lavori del futuro. Navigando sul web si risale alla fonte: un video datato 2007. Il video in questione è una presentazione di statistiche messa insieme da Scott McLeod e Karl Fisch, due professori universitari americani. È così vecchio che utilizzava MySpace.

Il benedetto dato sulla percentuale dei lavori del futuro ancora da inventare sarebbe una citazione di un politico. Richard Riley, ex ministro dell’Istruzione americano. O meglio, è riportato nella testimonianza di Beth Buehlmann, vicepresidente e direttrice esecutiva del Centro per la preparazione della forza lavoro, in una audizione al Congresso americano del 2004. “L’ex segretario all’Istruzione Richard Riley ha recentemente osservato che nessuno dei primi dieci lavori che esisteranno nel 2010 esiste oggi. E che questi lavori impiegheranno tecnologie che non sono ancora state inventate per risolvere problemi che non abbiamo ancora immaginato”.

I lavori del futuro sono un gatto di Schrödinger

Allargano la ricerca, si scoprono innumerevoli variazioni della citazione sui lavori del futuro. Addirittura un podcast della BBC: intitolato Have 65% of Future Jobs Not Yet Been Invented? Ma nessuna sembra essere basata su ricerche reali. La rassegna di Dell’Arti oggi menziona una citazione frutto di frammenti. Questo significa che è una statistica falsa? Non esattamente. Si tratta di una sorta di “gatto di Schrödinger”, per cui l’informazione è vera e non vera allo stesso tempo. Magari non proprio il 65% dei bambini che oggi entrano nella scuola elementare finiranno per svolgere lavori completamente nuovi, ma il mondo del lavoro è in continuo cambiamento. Quel 65 per cento tra 30 anni è accattivante, e va bene così. Ha stimolato il dibattito su un tema cruciale. Anche se è una mezza verità.

Il report sui lavori del futuro che ancora non esistono