Perché leggere questo articolo? La ministra Roccella, contestata da studenti agli Stati generali della Natalità, grida alla censura. In sua difesa si schiera il governo Meloni, Mattarella e anche alcuni esponenti dell’opposizione. Ma per molti altri invece si tratta di legittimo dissenso.
Censura o dissenso, il confine è sottile. E riguardo al caso Roccella l’Italia sembra dividersi. Il casus belli è l’incursione di una cinquantina di studenti agli Stati generali della Natalità, convegno tenutosi presso l’ Auditorium della Conciliazione, a Roma. Il gruppo di giovani appartenenti ai collettivi transfemministi Aracne ha contestato le posizioni anti-abortiste della ministra per le Pari opportunità poco prima del suo intervento, impedendole di fatto di parlare. A quel punto Roccella lascia il palco, poi sui social grida alla censura. Meloni le fa eco. Valditara e Giorgetti disertano l’evento. Ma se anche Mattarella, Conte, Salvini e Renzi esprimono solidarietà nei confronti della ministra, c’è chi invece l’accusa di vittimismo. Sostenendo che non si tratta di censura, ma di una protesta di legittimo dissenso.
I pro Roccella: il governo Meloni scende in campo in sua difesa
“Sono per il diritto al dissenso, sempre. Credo però che garantire la libertà di parola sia un diritto non negoziabile”. Così la ministra Eugenia Roccella in un’intervista al Corriere della Sera, commentando l’accaduto. Per Roccella si è trattato di una vera e propria censura. Il primo a esprimere solidarietà nei suoi confronti è stato il presidente del Senato Ignazio La Russa. Subito seguito dalla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni che, sui social, definisce il fatto come “uno spettacolo ignobile”.
Dalla parte di Roccella si sono schierati quasi tutti i membri del governo, tra cui Matteo Salvini a Francesco Lollobrigida, oltre a molti parlamentari di Fdi, Lega e Forza Italia. A sostegno della ministra anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che telefonandole ha affermato che “voler mettere a tacere chi la pensa diversamente contrasta con le basi della civiltà e con la nostra Costituzione”.
Per la vicepresidente dei deputati di Forza Italia Rita dalla Chiesa, quello espresso dai giovani manifestanti non è dissenso. “Sono preoccupanti – scrive in una nota – le continue violente contestazioni che si stanno susseguendo nei confronti dei ministri del governo. Dopo il ministro Roccella, oggi è toccato a Valditara. Gli studenti in corteo a Roma hanno bruciato il programma ‘educare alle relazioni’ promosso del ministro dell’Istruzione, per protestare contro la 4 edizione degli Stati Generali della Natalità”.
È censura anche per l’opposizione, da Conte a Renzi
“Impedire di parlare a qualcuno, ministro o non ministro, è sempre una cosa negativa. Consiglierei agli studenti di lasciar parlare la ministra la prossima volta e di contestarla pacificamente, anche sonoramente, alla fine”. Lo ha affermato a Telelombardia il leader M5s Giuseppe Conte. In sostegno di Roccella anche Azione e Italia Viva. “Chi ha impedito alla ministra Roccella di parlare ha offeso la libertà di tutti. E si è dimostrato quello che è, un violento. Solidarietà alla ministra”. Così Matteo Renzi su X.
Il fronte dei contro: “La censura viene dall’alto, questo è dissenso”
“Sul mio corpo decido io”. “Fuori i Pro Vita dai consultori”. È questo lo slogan con cui gli studenti dei collettivi Aracne hanno contestato le posizioni anti-abortiste della ministra Roccella, e in generale “il governo e la sua cultura patriarcale, che vede il corpo della donna come mero strumento di riproduzione”. Questa azione, che per Eugenia Roccella e i suoi sostenitori è censura, per molti è semplice dissenso. “La censura viene sempre dall’altro. Quando parte dal basso è una protesta”, afferma la fumettista Josephine Yole Signorelli, in arte Fumettibrutti, commentando l’accaduto. Della stessa idea anche Antonella Veltri, presidente di D.i.Re – Donne in Rete contro la violenza, secondo cui si è trattato di legittimo dissenso. “Chiedere solidarietà per una manifestazione di dissenso, dopo aver sostenuto, approvato e messo in atto censure e violazioni di diritti è quanto meno bizzarro, se non offensivo”.
“Il dissenso è l’unico strumento con cui chi non ha il potere può far sentire la propria voce. Il governo deve mettere in conto di essere contestato e accettarlo”. Così la deputata dem Laura Boldrini che, pur dissociandosi dalle modalità con cui a Roccella è stato impedito di parlare, nega la tesi di censura. Sulla stessa lunghezza d’onda anche Riccardo Magi di +Europa, che però consiglia ai giovani di imparare a manifestare in modo non violento. Non si tratta di un atto censorio neppure per Marco Saltarelli, candidato alle Europee per Volt Italia nella lista Pd. “La censura è quella che viene dall’alto e dalla Roccella stessa. È quella che sta attuando il Governo quando dice ai giornalisti cosa dire e cosa non dire, limitando la libertà di stampa. Se la contestazione arriva dal basso si chiama protesta, ed è un diritto garantito dalla costituzione e dalla carta dei diritti dell’uomo”.