Perché questo articolo ti dovrebbe interessare? Venerdì 10 maggio papa Francesco ha partecipato agli Stati Generali della Natalità. Durante il suo discorso, riportato per intero sul sito del Vaticano, ha espresso un giudizio fortemente negativo sugli anticoncezionali. Le persone cattoliche italiane davvero non usano i contraccettivi? O forse il pontefice sta assumendo un punto di vista che la sua Chiesa ha ormai abbandonato?
Durante il suo intervento all’interno degli Stati Generali della Natalità papa Francesco ha preso spunto da “un dato che mi ha detto uno studioso di demografia” non meglio specificato per dire: “In questo momento gli investimenti che danno più reddito sono la fabbrica di armi e gli anticoncezionali. Le une distruggono la vita, gli altri impediscono la vita. E questi sono gli investimenti che danno più reddito. Che futuro ci attende? È brutto. Nonostante tante parole e tanto impegno, non si arriva a invertire la rotta. Come mai? Perché non si riesce a frenare questa emorragia di vita?”.
Papa Francesco e la cultura dello scarto e della vita
Riprendendo una modalità comunicativa che caratterizza i suoi discorsi in cui spesso si fa riferimento alla “cultura dello scarto” da contrapporre alla “cultura della vita”, il pontefice paragona anticoncezionali e armi, entrambi figli – secondo la sua prospettiva – del consumismo. Pur senza fornire dei dati in merito, si sostiene che il mercato di entrambi sia tra i più redditizi, ma soprattutto li si ritrae come strumenti che mettono in pericolo la vita, in potenza o in atto.
Tra i temi che più interessano papa Francesco c’è indubbiamente la denatalità italiana. In più occasioni si è espresso in merito, come quando sia nel 2022 che nel 2023 ha sostenuto che le giovani famiglie non hanno o non hanno un numero elevato di figli perché “tanti italiani preferiscono avere dei cani invece che dei bambini”.
I cristiani si rivedono nelle parole del Papa sui contraccettivi?
Anche in questo caso il richiamo agli animali domestici non è mancato: “Le case si riempiono di oggetti e si svuotano di figli, diventando luoghi molto tristi. Non mancano i cagnolini, i gatti…, questi non mancano. Mancano i figli”. Ma davvero le persone cristiane in Italia sono vicine a questa prospettiva sugli anticoncezionali? Davvero non li usano per rispetto di una dottrina morale che, scoraggiando l’uso dei contraccettivi, mette a rischio la salute sessuale e riproduttiva? O forse il pontefice sta assumendo un punto di vista che la sua Chiesa ha ormai abbandonato?
Paola Lazzarini, sociologa e fondatrice di Donne per la Chiesa, nel podcast Cristianə a chi? ha commentato: “La sovrastruttura morale sulla sessualità matrimoniale, costruita da maschi celibi, necessariamente si scontra con la vita concreta delle coppie che – intanto non pensano solo al sesso – ma che, se sono sane, la vivono stando in ascolto della propria relazione. Una relazione unica e in divenire.
A ben guardare, l’ingerenza della chiesa nella vita sessuale e nella genitorialità delle coppie (in particolare con l’Humanae Vitae [ma il discorso si può ampliare fino all’ultimo discorso in merito del pontefice]) è uno dei terreni in cui più rapidamente e più sostanzialmente si è creata una frattura tra dottrina e prassi. Le coppie cristiane non hanno mai realmente accettato (se non in minime percentuali) le indicazioni di quell’enciclica perché posseggono la sapienza dell’esperienza, della fatica di relazionarsi a lungo termine, delle implicazioni reali della genitorialità e quindi sono le uniche maestre. Pretendere di entrare sotto le lenzuola è vergognoso oltre che inutile”.
Humanae Vitae e Papa Francesco
L’Humanae Vitae è l’enciclica del 1968 che si è affermata come punto di riferimento per la morale sessuale e la cui influenza persiste oggi. Ѐ il documento in cui si sostiene che “atto matrimoniale deve rimanere aperto alla trasmissione della vita” e di conseguenza si annoverano gli anticoncezionali tra le “vie illecite per la regolazione della natalità”.
Per stimolare le persone fedeli a non usare i contraccettivi si presentano loro le “gravi conseguenze dei metodi di regolazione artificiale della natalità”. Tra esse: l’infedeltà coniugale ed l’abbassamento generale della moralità, la perdita del rispetto della donna, l’ingerenza del governo nella sfera privata dell’individuo. Ѐ interessante notare che quest’opera di persuasione è rivolta a un pubblico maschile – nel testo si parla esplicitamente di uomini retti che si relazionano con le donne -, come se le donne non avessero voce in capitolo nel scegliere come vivere la propria sessualità.
Secondo uno studio un po’ datato ma significativo perché ha coperto in modo ampio la popolazione cristiana statunitense (Countering Conventional Wisdom del Guttmacher Institute, 2017), il 99% delle donne cattoliche americane usa una forma di contraccezione. Il 25% ricorre alla sterilizzazione, il 15% usa contraccettivi reversibili a lunga durata d’azione come i dispositivi intrauterini (IUD) e il 25% la pillola o un altro metodo ormonale. Solo l’1% utilizza i cosiddetti metodi naturali, gli unici approvati dal Vaticano.
La Chiesa non ha più la presa di una volta sulla vita sessuale dei cattolici
Con le dovute specifiche, si può osservare sotto questa lente anche il contesto italiano, in cui la presa della morale sessuale cattolica si è affievolita nel corso dei decenni. Ora non è la fede il fattore più significativo per la scelta di come vivere i rapporti sessuali. Né per le persone giovani né per le coppie sposate. Sono dati che ci rivelano che la chiesa a cui papa Francesco si rivolge non ha la sua stessa prospettiva in merito di anticoncezionali.