Perché leggere questo articolo? Le abitudini sono dure a morire. Ma quella della parsimonia è una virtù da preservare, soprattutto in momenti di magra. Gli italiani lo sanno bene e infatti non hanno perso la loro nota propensione al risparmio, malgrado la crisi economica. Contro ogni aspettativa e stereotipo però, i più attenti al gruzzoletto non sono i genovesi… E l’indagine del Centro Studi Tagliacarne lo conferma.
“Genovesi dal braccino corto”, così si dice. Lo stereotipo che notoriamente marchia gli abitanti della Superba ha origini lontane. Ma più che alla tirchieria, la diceria si riferisce in realtà all’indole parsimoniosa dei liguri. La stessa che accomuna tutti gli italiani, ancora popolo di risparmiatori nonostante inflazione e caro-vita. Per questa comune propensione al risparmio non dovrebbe sorprendere che, contro ogni pregiudizio, la formica regina d’Italia non sia Genova. Secondo l’indagine del Centro Studi Guglielmo Tagliacarne infatti, la provincia più oculata dello Stivale è Biella.
La classifica del risparmio premia la provincia
Con il 15,4% del proprio reddito destinato al risparmio, sono i biellesi ad aggiudicarsi il primato di popolo più parsimonioso d’Italia. Seguiti dagli abitanti di Vercelli (13,8%) e da quelli di Asti (13,1%). Se in valori assoluti Milano e Roma concentrano il 18,4% del risparmio italiano, molto diversa è la situazione rapportata al reddito delle famiglie. Secondo la classifica del Centro Studi Guglielmo Tagliacarne, che quantifica la propensione al risparmio dei nuclei familiari a livello provinciale, sono le province minori le più oculate del Paese. Bisogna infatti scorrere fino all’undicesimo posto della graduatoria per trovare la prima Città Metropolitana, ovvero Genova. I milanesi si collocano dodicesimi, mentre gli abitanti della Capitale slittano alla sessantesima posizione.
Un’Italia spaccata: salvadanai pieni a Nord e vuoti al Sud
A penalizzare i residenti delle città metropolitane nel destinare una parte del loro reddito al risparmio è molto probabilmente l’incremento del costo della vita. Il caro prezzi, però, pesa di più sui cittadini del Mezzogiorno, dove il reddito familiare disponibile è di circa il 32% inferiore a quello del Centro-Nord. Per questo motivo nelle province del Sud si riscontrano maggiori difficoltà a mettere da parte un gruzzoletto per il futuro.
A Ragusa, Crotone e Siracusa le famiglie sono riuscite a risparmiare solo il 4,6% del loro reddito. La geografia del risparmio emersa dall’indagine conferma così una netta spaccatura tra Nord e Sud del Paese. Se nelle prime 20 posizioni della classifica si trovano province del Settentrione, le ultime posizioni spettano invece a 18 province del Meridione.
Ma attenzione alla “sindrome del risparmio”…
Un’oculata gestione dei risparmi è assolutamente positiva, finché non diventa ossessione. Negli Stati Uniti gli psicologi hanno denominato questo disturbo come iperopia o sindrome del risparmio, la cui essenza è tutta qui: sottrarre qualcosa oggi per assicurare qualcosa in più domani. Gli italiani ne sono specialisti. Forse anche troppo, dato che spesso i loro soldi giacciono “sotto il materasso”. Ma se contenuta, quella della parsimonia è un’abitudine da preservare, soprattutto in momenti di magra e incertezza come questi. La popolazione italiana lo sa bene e infatti quasi il 77% dei cittadini risparmia, nonostante le preoccupazioni legate alla crisi economica globale e alle guerre. A dimostrazione che per il nostro Paese il gruzzoletto non è una mania, ma una vera cultura.