Perché leggere questo articolo? La probabile nomina di Mark Rutte come nuovo Segretario Generale della Nato non è una buona notizia per l’Italia
Ci eravamo tanto odiati, adesso ci rincontriamo. “Abbiamo parlato ieri del prossimo segretario generale e noi abbiamo ribadito la nostra posizione, che è a favore del primo ministro olandese Mark Rutte“. Così il nostro ministro degli Esteri Tajani, a margine della ministeriale Nato. Ministro, ne è proprio sicuro? Con tutti quelli che c’erano, siamo andati a prendere il candidato Segretario Generale più anti-italiano della compagnia!
Mark Rutte, professione falco anti-italiano
Già, perchè Mark Rutte è stato il più importante arci-nemico dell’Italia dell’ultimo decennio. L’ex premier olandese – uscito e poi rientrato in scena, con una mossa del cavallo in salsa renziana – è uno stato un falco del rigore. Dopo l’uscita di scena di Angela Merkel, Rutte è diventato il leader dei “Frugal Four“, il gruppo di Paesi che dal nord Europa provavano a dettare la linea del rigore nei difficili anni della pandemia.
Rutte, leader del liberal-conservatore VVD, è stato al governo ininterrottamente dal 2010. Teoricamente, lo sarebbe ancora, ma in qualità di presidente-dimissionario, dopo l’inaspettata vittoria dell’estrema destra di Geert Wilders alle elezioni dello scorso anno. In tutti questi anni Rutte si è speso in continui attacchi nei confronti del nostro Paese, indipendentemente da chi fosse al governo.
Tutti gli attacchi di Rutte contro l’Italia
Quando ancora a Palazzo Chigi sedeva Renzi, l’olandese cercò in ogni modi di smorzare i tentativi italiani per una maggiore flessibilità sul deficit. Ai tempi del I governo Conte, quello giallo-verde, ipotizzò una procedura d’infrazione contro i conti del nostro Paese. “L’Italia non sta facendo nulla”, sentenziò il rigorista Rutte sulla manovra. Disamina prontamente smentita dalla Banca d’Italia, che mostrava un netto calo del deficit tra il 2019 e il 2018.
Stesso premier, maggioranza diversa, il risultato non cambia. Rutte se le prende anche coi giallorossi del Conte bis, nel momento peggiore della nostra storia recente. Lo ha ricordato lo stesso Conte, nel contezioso tutto italiano con Gentiloni, come fu difficile sbloccare gli scetticismi europei sul Pnrr. A guidare i falchi anti-spesa c’era proprio Mark Rutte, che fece il possibile per negare fondi ai primi paesi colpiti da pandemia e lockdown. Rutte si oppose nettamente all’ipotesi di utilizzare i fondi del senza condizionalità per gli Stati, alla scelta poi approvata dalla Commissione di sospendere il Patto di Stabilità e, infine, alla politica di emissione di Eurobond proposta da Conte, Emmanuel Macron e Pedro Sanchez. Nella tragica estate del 2020 Rutte ribadiva “L’Italia deve farcela da sola”. Immortalato in un video in cui prometteva a un cittadino di negare i fondi richiesti da Italia e Spagna.
Ci farà rimpiangere persino Stoltenberg
Un florilegio di attacchi al nostro Paese, al punto da farci arrivare a rimpiangere Stoltenberg. L’attuale Segretario Generale dell’Alleanza è finito nel mirino delle critiche di molti politici nostrani – Salvini in testa – per aver ventilato la possibilità di permettere all’Ucraina di usare armi europee per colpire obiettivi militari all’interno della Russia. Stoltenberg, almeno, è per colpire il Cremlino, Rutte sembra voler colpire sempre e solo noi poveri italiani. Chissà cosa potrà chiedere il rigorista olandese a un Paese, l’Italia, ben lontana dal raggiungimento della fatidica soglia Nato del 2% del Pil in spesa militare…