Perchè leggere questo articolo? I social si infiammano per la presunta nuova relazione post Chiara Ferragni di Fedez. Lo psicologo Seganga: “Non esiste una tempistica universale. Importante chiarire a se stessi i motivi. Ed evitare di sentire la pressione esterna”. L’intervista
E’ ormai più che evidente a tutti che il matrimonio tra Fedez e Chiara Ferragni sia un capitolo chiuso per entrambi, ma se lei ha deciso di mantenere un profilo basso, non possiamo dire lo stesso di Federico Lucia, ormai al centro del gossip nostrano. L’ultimo motivo per cui il rapper è finito nell’occhio del ciclone è la presunta relazione con Garance Authie, modella ventiquattrenne con cui è stato di recente paparazzato. E mentre le Ferragni risponde al pettegolezzo a suon di frecciatine su Tik Tok, l’ex è ormai da tutti lo criticato all’urlo di “Ma come? Già con un’altra?”. Noi ci siamo domandati però quanto tempo debba effettivamente passare prima che ci si possa rimettere in gioco a livello relazionale. E abbiamo chiesto un parere a un esperto, lo psicologo Issa Seganga.
Secondo lei, quanto tempo è necessario far passare tra la fine di una relazione e il riprendere a uscire con altre persone?
Dipende dal tipo di relazione che è stata vissuta, ma è consigliabile prendersi del tempo tra una storia e l’altra. Se parliamo di un’esperienza breve, relativamente intensa, non si deve di certo aspettare sei mesi; in caso contrario, potrebbe essere un lasso di tempo giusto.
Crede che ci sia una tempistica universale o pensa che questa sia soggettiva e dipenda dalla persona?
No, in realtà non c’è una tempistica universale. Spesso non dipende semplicemente dalla persona, ma anche dalla cultura di appartenenza. Ad esempio, i tempi di ripresa all’interno del mondo anglosassone sono più brevi, mentre in Italia è ancora radicatissima la “teoria del lutto”. Dipende da molte variabili
Quali segnali indicano che una persona è pronta per iniziare a uscire di nuovo dopo una rottura?
I segnali li cogli quando sei nella fase della riscoperta verso il mondo intorno a te, verso te stesso, quando riesci ad approcciarti all’altro senza portarti dietro i “rimasugli” della vecchia relazione e soprattutto quando riesci a guardare quest’ultima con un po’ di distacco.
Come si può capire se si sta uscendo con altre persone per i giusti motivi e non solo per riempire un vuoto emotivo?
Non è una domanda semplice. A livello di concezione si possono fare dei ragionamenti: esci con una persona perché non sai cosa fare? E’ un campanello d’allarme. Vuoi conoscere delle persone perché ti senti triste, percepisci la tua vita come vuota e non ti senti felice? Questo è un altro campanello d’allarme. Per incontrare un’altra persona e creare magari un rapporto importante, bisogna partire dal presupposto che è necessario arrivarci completi e appagati, in modo che la relazione possa essere una ciliegina sulla torta per entrambe le parti. Arrivare nella versione migliore di noi stessi che si unisce all’altra persona.
Cosa consiglia a chi ha appena concluso una relazione e sente la pressione di iniziare a frequentare altre persone?
Prima di tutto è importante evitare di sentire la pressione esterna. E’ fondamentale capire cosa vogliamo noi. Bisogna rendere conto prima di tutto ai nostri desideri e alle nostre necessità. E il chiodo scaccia chiodo, un modo quindi per evitare il dolore, può creare problemi molto importanti.
Quali sono i benefici di prendersi del tempo per se stessi prima di iniziare una nuova relazione?
Sono innumerevoli: se eravamo all’interno di una relazione, questa ci ha ovviamente un po’ cambiati. Quando ritorniamo da soli dopo una rottura, ci ritroviamo con una versione di noi che possiamo scoprire. Godere del piacere di conoscere noi stessi, di ritrovarci, è un grande beneficio. Scoprire nuovi interessi, magari inaspettati, e conoscere nuove persone (non necessariamente in una chiave amorosa). Diventare una persona più “ricca” può derivare da una rottura.
In che modo pensa che la società influenzi la nostra percezione del tempo necessario per superare una rottura?
La società influenza la nostra percezione del tempo per superare una rottura, perché ognuno vuole giudicare la relazione dell’altro. “Ma come? Si lasciano? Io avrei fatto diversamente”. Tutti pensieri che influenzano negativamente. La società, i media e i social portano la persona a uno stato confusionale. Ma è importante ricordarsi che ci sono dei tempi fisiologici per superare certe esperienze: stiamo parlando di un lutto e ci sono delle fasi per superarlo. Se le saltiamo, ci ritroveremo sempre con qualche sassolino nella scarpa.