Perché leggere questo articolo? Un turista imbratta la domus aurea con un marker indelebile. Negli Usa sarebbe già in carcere. Buonajuto, sindaco di Ercolano: “Non la farà franca, c’è un processo penale ed è giusto che paghi”.
Sfregio alla parete di una domus romana nel Parco Archeologico di Ercolano. Un turista 27enne olandese è stato individuato dai carabinieri come l’autore del gesto vandalico. In vacanza in Campania, il turista ha deciso di “taggare” – termine utilizzato nel writing che consiste nel firmare i muri – gli antichi stucchi di una dimora strappata alle ceneri del Vesuvio. Il tutto, con un marker nero, i pennarelli indelebili.
Le condanne al graffitaro di Ercolano
Gesti simili, oltre ad essere condannati nel mondo dei graffiti perché ritenuti “non etici”, non passano sicuramente inosservati alla giustizia. Il giovane dovrà ora rispondere di danneggiamento e imbrattamento di opere artistiche. Poco dopo la diffusione della notizia, è giunto il commento del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano: «Solo qualche settimana fa, la facciata del Palazzo Reale della Reggia di Caserta era stata imbrattata con la vernice. Ora è toccato a una domus romana del Parco archeologico di Ercolano, sfregiata da un turista con un pennarello indelebile. Ogni danno è una ferita al nostro patrimonio, alla nostra bellezza e alla nostra identità ed è per questo che va sanzionato con la massima fermezza».
«Ringrazio i carabinieri per avere subito identificato e denunciato l’autore di questo vile gesto – ha proseguito il ministro – Ricordo, inoltre, che grazie alla legge da me fortemente voluta, questo soggetto dovrà anche pagare di tasca propria i lavori di ripristino dell’opera». Ciro Buonajuto, sindaco di Ercolano, da parte sua intervistato da garantisce: “Ci sarà una condanna con richiesta di risarcimento. Carcere come negli Usa? No, ma è giusto pignorare i conti per ottenere quanto dovuto“.
Buonajuto, il turista pagherà i danni? Come funzionano questi casi?
È stata sporta denuncia e quindi il turista straniero dovrà essere sottoposto ad un processo penale. Probabilmente, ci sarà una condanna se le telecamere lo hanno inquadrato nel momento in cui dipingeva la parete. Inoltre, è prevista anche una richiesta di risarcimento danni per il Parco Archeologico che si costituirà parte civile, avendo ricevuto direttamente il danno.
C’è il timore che si risolva tutto in un nulla di fatto. E chi l’autore di questi danneggiamenti, in quanto turista, possa farla franca. È così?
Non credo che si risolva tutto a tarallucci e vino, perché anche essendo un turista e anche essendo straniero, il processo penale si celebrerà comunque in Italia e si completerà. Ovviamente, mi auguro, con una sentenza di condanna.
C’è chi rimpiange di non essere negli Stati Uniti, dove per fatti del genere i responsabili si ritrovano detenuti sino alla comparizione davanti al giudice, a meno di non pagare sull’unghia sanzioni salate…
Siamo un sistema lontano dagli Usa. Per certi versi è un bene, per certi versi è un male. Per fortuna siamo lontani perché la carcerazione preventiva non sempre è una misura corretta. Non è neanche giusto che se un individuo ha i soldi per risarcire il danno esce dalla galera, e se invece non li ha rimane dentro: il carcere in Italia ha un fine rieducativo e non soltanto punitivo. Quindi, dico che il sistema statunitense è da prendere come esempio in certe modalità, ma è giusto rimanere lontani da tante altre. In Italia dobbiamo invece incrementare la capacità di recuperare i crediti da parte dello Stato. Nel caso di specie il turista deve pagare, e se non paga è giusto che gli si pignori un immobile, uno stipendio o un conto corrente. Ma deve avvenire in tempi certi. Tuttavia, non credo sia giusto spedirlo in galera fino a quando non paga.
Essendo Ercolano una realtà fortemente turistica, ci sono stati episodi analoghi in passato? Può raccontarceli?
È capitato in passato che rubassero delle pietre dagli Scavi. In tutte queste circostanze c’è sempre stata la denuncia penale a carico dei turisti e il processo si è aperto. Nel caso della pietra non c’è stata una procedura di risarcimento danni perché è stata restituita. Nel caso dell’imbrattamento invece, trattandosi del Parco Archeologico, il ministero si è costituito parte civile per chiedere il risarcimento.