Home Esclusiva True Difesa, green, Ucraina: la rotta dei liberali europei secondo Pastorella (Azione)

Difesa, green, Ucraina: la rotta dei liberali europei secondo Pastorella (Azione)

Difesa, green, Ucraina: la rotta dei liberali europei secondo Pastorella (Azione)

L’Unione Europea si avvia a elezioni decisive e secondo Giulia Pastorella, deputata di Azione, i liberali del gruppo RenewEurope, avente come figura di riferimento il presidente francese Emmanuel Macron, potranno giocare un ruolo centrale e decisivo. Con True-News la deputata del partito di Carlo Calenda spiega le prospettive della sua formazione e del suo gruppo europeo di fronte al voto imminente.

L’Europa si avvia a un voto cruciale in cui la destra e la sinistra appaiono apertamente in confronto su molti temi. Come si collocano i liberali europei in questo campo?

Credo che i liberali di RenewEurope continueranno a giocare un ruolo fondamentale proprio di fronte a questa crescente contrapposizione. Abbiamo preso un impegno chiaro con gli elettori: tenere il Parlamento ancorato agli equilibri attuali e sarà merito nostro se la prossima maggioranza non si sposterà a destra.
I dati di AssistEu ci dimostrano che 93% delle leggi approvate dal Parlamento Europeo erano in linea con le posizioni di RenewEurope – una percentuale più alta di EPP e S&D che pure numericamente sono più consistenti. Il nostro gruppo è stato in sintesi capace di guidare negoziati con le altre forze politiche e ottenere il meglio. Sarà ancora così, probabilmente lo sarà sempre di più.

Dalla Difesa comune alla transizione energetica, Azione propone un’agenda di ambizione e pragmatismo. Come pensate di poterla concretizzare nel confronto con le altre famiglie europee?

Il Parlamento Europeo è un luogo in cui è possibile costruire unendo esigenze e posizioni diverse e il fatto che la non esista una vera e propria dinamica maggioranza-opposizione permette di farlo molto meglio di quanto accada in Italia. Siamo fiduciosi che riusciremo a tirare fuori il meglio che si possa ottenere dalla mediazione tra le diverse forze politiche per proseguire l’integrazione europea e difendere i nostri valori fondamentali: la tutela dei diritti e delle libertà fondamentali. Siamo inoltre convinti che il nostro pragmatismo avrà un impatto positivo anche nel “conciliare” gli interessi italiani con la necessità di guidare l’intera Europa attraverso la cosiddetta transizione verde-blu, come abbiamo dimostrato opponendoci alla prima stesura della direttiva case green ma spingendo con forza verso il ritorno al nucleare.

Azione fa parte del gruppo RenewEurope in cui la figura di riferimento è il presidente francese Emmanuel Macron. Vi riconoscete nelle sue prese di posizione su contesti critici, come ad esempio la Russia?

Sì, nonostante le fughe in avanti, quello che dice Macron è sostanzialmente condivisibile. Siamo assolutamente d’accordo, per esempio, che il conflitto tra Russia e Ucraina sia la principale minaccia alla pace in Europa e che continuando a traccheggiare stiamo dando tempo a Putin di attrezzarsi per un nuovo conflitto su scala globale. Il problema – a mio avviso – non sono le affermazioni di Macron in quanto tali, ma il fatto che si tratti di decisioni autonome e non condivise con gli altri partner europei. Tuttavia, non potrà essere diversamente finché non faremo passi avanti sull’integrazione europea in ambito di politica estera e di difesa.

In che modo pensate che le Europee possano essere un paradigma di riferimento per futuri equilibri politici interni all’Italia?

Ce l’ha già mostrato la campagna elettorale, le ambiguità e i contrasti che ci sono nell’alleanza tra i partiti di destra e nel cosiddetto Campo Largo sono insanabili e tutti i nodi stanno venendo al pettine. Mi chiedo infatti come possano stare insieme una Forza Italia che si è riscoperta fortemente europeista e una Lega filo-putiniana che è arrivata a mettere in discussione l’invio di armi all’Ucraina; è evidente che un’alleanza del genere al Governo sia destinata all’immobilismo e se così sarà a farne le spese saranno gli Italiani. Ma la situazione è uguale anche dalle parti dell’opposizione, dove il PD ha al suo interno (e nelle sue liste) posizioni contrastanti su politica estera e diritti sociali, senza parlare di quanto sia distante su certi temi dal Movimento 5 Stelle. Per chi come noi pensa che il bipolarismo non rifletta più campi coerenti per gli elettori, queste elezioni sono state una conferma. Sanare queste differenze sostanziali sarà difficile e noi con il nostro messaggio di coerenza sapremo essere lì a dare risposte chiare.