L’era dei tassi alti è prossima all’inversione dopo che la Banca centrale europea ha, dopo due anni, segnato il primo taglio del costo del denaro? Ancora presto per dirlo. Bisognerà attendere almeno settembre per capire se quello avviato da Christine Lagarde sia un trend o se siamo di fronte a una boccata d’aria temporanea.
Cautela sui tassi
Il motivo è legato alla cautela con cui per la prima volta dopo l’uscita di Mario Draghi dalla Bce l’Eurotower ha spinto al ribasso il costo del denaro. Dopo aver, per mesi, evitato di gettare sconforto tra gli operatori promettendo una cauta ma graduale discesa dei tassi “la Bce rispetta i pronostici, ma stravolge le attese”, commenta Sandra Rhouma, European Economist di AllianceBernstein.
Per Rhouma “le speranze di chi voleva una Bce colomba sembrano allontanarsi: l’Eurotower ha chiarito che manterrà una politica restrittiva per il resto dell’anno, e non si impegnerà nel definire su una traiettoria specifica per i tassi in futuro”.
In effetti, da tempo il mercato aveva interiorizzato la fine della fase di rincari e di aumenti del costo del denaro, aprendo a un rilassamento dei toni e a una minor tensione legata alle incertezze per il futuro. La Bce ha a lungo tranquillizzato senza comunicare tagli, ora taglia comunicando incertezza. Una mossa al limite che rinvierà a dopo l’estate la discussione su tre punti: se, ovvero, il mercato dei mutui ripartirà, se i buyback azionari ripartiranno, se le borse torneranno a essere inondate da denaro preso a debito.
Cosa farà la Bce?
Commenta l’economista di AB che “ora che il primo allentamento è avvenuto, la domanda è: “quanti ancora ce ne possiamo aspettare?”. Per Rhouma “il mercato prevede due ulteriori tagli dei tassi quest’anno, letture macroeconomiche permettendo, e a mio parere questo potrebbe effettivamente essere il caso, con particolare attenzione alle riunioni di settembre e dicembre”.
Molto dipenderà dalla condizione di inflazione nei Paesi “falchi” d’Europa: Germania, Finlandia, Austria e Olanda. Ovvero coloro che possono far pressione sulla Bce per frenare la trasformazione della corsa ribassista dei tassi. “In questo senso, possiamo aspettarci una maggiore volatilità del mercato in corrispondenza dei dati sull’inflazione nei prossimi mesi, soprattutto perché l’inflazione complessiva potrebbe raggiungere l’obiettivo durante l’estate a causa degli effetti di base dell’energia”, è l’analisi di Rhouma. Coi prezzi del gas in ripresa si torna a ballare. E per i tassi e la Bce questo impone di tenere alta l’attenzione.
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