Nella rovente estate italiana vanno al rogo anche gli aiuti di Stato contro l’emergenza incendi. I soldi in ballo per fare quadrato contro i danni provocati dai roghi che hanno devastato la Sardegna sono solo 20 milioni di euro di fondi regionali. Che prima di essere sbloccati attendono però che la giunta guidata da Christiasn Solinas e poi il consiglio regionale di Cagliari votino la misura ad hoc.
Incendi in Sardegna, solo 20 milioni di euro per gli aiuti
“Dopo l’inferno di fuoco il purgatorio dei ristori” titola La Nuova Sardegna nei giorni in cui celebra i suoi 130 anni di storia come quotidiano di punta sull’isola. Il 10 agosto si è svolto l’incontro fra l’assemblea dei sindaci isolani, guidatati da Emiliano Deiana, con il ministro per le Politiche agricole Stefano Patuanelli e l’assessore regionale all’Agricoltura, Gabriella Murgia. ll documento depositato dai primi cittadini sardi su spinta di coloro che governano i territori del Montiferru e della Planargia chiede ristori per le popolazioni colpite – certo – ma soprattutto misure per evitare che il disastro degli ettari andati in fumo si ripeta con cadenza regolare: un piano di rafforzamento del sistema antincendio, con gli appalti per i Canadair che nemmeno un mese prima del divampare delle fiamme sono finiti nel mirino di un’inchiesta giornalistica del Fatto Quotidiano.
Incendi, Patuanelli: “Cultura dell’abbandono, non si tutela l’ambiente senza toccarlo”
Un piano per gestire in maniera moderna il parco boschivo sardo, attingendo a fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza, perché a detta dello stesso ministro grillino ciò che è accaduto è figlio della “cultura dell’abbandono” che pensa di “tutelare l’ambiente senza toccare nulla“. Una lettura corretta stando anche a quanto si legge nei report del Crea – tra i principali enti di ricerca agricola e forestale in Italia – che da oltre 10 anni si occupa su mandato governativo ed europeo dell’Inventario Nazionale Forestale per la mappatura della penisola, una sorta di “catasto” su immagini satellitari della flora italiana.
I sindaci sardi contro la Regione: “Nessun piano per il Recovery”
Una rivendicazione, quest’ultima, che più ancora che a Roma e Palazzo Chigi punta a colpire la Regione. Colpevole a detta degli amministratori locali di non aver ancora messo in piedi un “Recovery” per l’isola con i (pochi) fondi che le verranno destinati dal Pnrr. “Non è pensabile che il governo non intervenga” ha giurato Patuanelli parlando di “somme elevate” con i “sindaci come filtro per incanalare le risorse nel modo giusto”, ma senza ancora poter “dare cifre precise”.
Incendi e roghi in tutta Italia: ogni anno in Sardegna bruciati 2.700 ettari di bosco
Per ora sono parole. Perché, come detto, i fondi destinati sono meno di 20 milioni di euro in una Regione che ogni anno perde in media 2.700 ettari di bosco a causa degli incendi e che nel 2021 vedrà questa cifra salire in negativo. Il “record” peggiore lo detiene il 2017 con 5.600 ettari andati letteralmente in fumo. Un problema ambientale ancora più palese nei giorni dell’ultimo report Ipcc dell’Onu che mette in guardia l’umanità sui rischi legati all’aumento delle temperature globali, nelle 24 ore in cui Cagliari, Sassari, Nuoro, Oristano attendono l’ondata di calore sforando la vetta dei 45 gradi centigradi annunciata dai meteorologi. Ma è un problema anche per la già fragile economia locale che, a volte, è la causa stessa degli incendi.
Arrestato un altro piromane: è un pastore di 35 anni
Proprio mentre era in corso il vertice fra il ministro e i sindaci, un pastore 35enne di Las Plassas è stato arrestato da Carabinieri e Forestale con l’accusa di aver appiccato il fuoco in un oliveto e in un’area boschiva vicino a un centro abitato. Secondo la Coldiretti è inutile la guerra e la caccia alla streghe ma occorre “ridare centralità alle imprese agricole” e rivedere i parametri “inadeguati” che impediscono agli animali di “pascolare e pulire i boschi” con quella che l’associazione di categoria chiama indiretta “manutenzione e sorveglianza del territorio” scagliandosi contro il limite di 3 capi di bestiame che possono pascolare per ogni ettaro di superficie boschiva.
Incendi: sindaci contro Regione e Governo, Coldiretti contro la “lobby” del fotovoltaico: sulle colpe è tutti contro tutti
Ognuno rivendica i propri di interessi e mediare non è facile. Se allevatori e agricoltori discutono di criteri e parametri, dall’altra parte si scagliano contro i “poteri” dei pannelli solari e fotovoltaici in Sardegna e Sicilia: è ancora la Coldiretti ad aver lanciato denunce non comprovate che fanno riferimento a “indagini in corso” della Commissione Antimafia in Sicilia sul legame fra terreni acquistati a basso costo per poi costruirvi sopra o installarvi infrastrutture produttive come gli impianti fotovoltaici. Tecnicamente è illegale e la legge la 353 del 2000, recepita da entrambe le isole italiane, stabilisce che “le zone boscate ed i pascoli i cui soprassuoli siano stati percorsi dal fuoco non possono avere una destinazione diversa da quella preesistente all’incendio per almeno quindici anni”, in teoria quindi bloccando questa pratica anche senza alcun tipo di dolo. Ma intanto il sasso è stato lanciato in quella che oltre ad essere una battaglia ambientale sulla carta in grado di accomunare tutti è anche una battaglia economica dove essere d’accordo gli uni con gli altri diventa difficile. Così nelle fiamme di luglio e agosto si perdono come cenere al vento anche le responsabilità.