Con ben 530mila voti, il generale Roberto Vannacci volerà dritto all’europarlamento e trascina la Lega di Matteo Salvini. È stato proprio il vicepremier, che avendo “le giornate piene come segretario di partito e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti” (questa quantomeno la motivazione ufficiale) ha deciso di non candidarsi a queste elezioni per proporre come “uomo copertina” del partito una figura decisamente sulla cresta dell’onda.
Il trionfo di Vannacci, che da solo conti alla mano vale circa il 25% dei voti totali del Carroccio, tiene in piedi la Lega, che ancora si lecca la ferita per la pugnalata sferrata da Umberto Bossi, che si è recato alle urne per votare il candidato indipendente di… Forza Italia Marco Reguzzoni, e che deve fare i conti con la remuntada proprio degli azzurri, ora in mano ad Antonio Tajani, che si è aggiudicato il 9,6% dei voti. Merito a Salvini per aver puntato su Vannacci, dunque. Ma tale scelta potrebbe rivelarsi un’arma a doppio taglio in vista del congresso federale del partito. Sia perchè il nome di Vannacci è stato molto divisivo all’interno della Lega. Sia perchè legittimamente il generale potrebbe ora far pesare i propri consensi. Insidiando la leadership del Capitano? Lo abbiamo chiesto a Renato Mannheimer, sondaggista e sociologo.
Mannheimer, la Lega ha tenuto grazie a Vannacci. Che potrebbe ora ambire a scalare il partito ai danni proprio di Salvini?
Dipende da lui e da quello che ha voglia di fare. Certo, Vannacci adesso può rivendicare un ruolo importante all’interno della Lega, e questo dipende solo dalla sua volontà. Se vuole mettersi e discutere con Salvini – e non so se lo voglia fare francamente. Ma questo bisogna chiederlo al generale.
In caso contrario, il generale potrebbe ritenersi soddisfatto semplicemente della convergenza di interessi che lo ha portato all’europarlamento con la Lega?
Sì, potrebbe essere contento di fare il parlamentare europeo, non è detto che voglia impicciarsi nelle questioni interne della Lega.