Nelle recenti elezioni europee è sceso in campo anche un partito nuovo di zecca, il Rassemblement Valdôtain, formazione autonomista della Valle d’Aosta che guarda al mondo moderato e all’elettorato che è stato a lungo nel campo del centrodestra. Che prospettive ha questa lista che eredita le battaglie autonomiste? Ne parliamo con il consigliere regionale Stefano Aggravi, tra i fondatori del partito.
Consigliere, come valutate i vostri risultati in Valle d’Aosta?
“Il risultato del Rassemblement Valdôtain è un buon punto di partenza. Siamo nati nella seconda metà dell’anno passato. Il 29 maggio ci siamo costituiti ufficialmente come partito. Con un punteggio del 7,14% su base regionale in Valle d’Aosta possiamo dire di esserci presentati bene”
Nella circoscrizione Nord-Ovest nel complesso come siete andati?
“Se dobbiamo vedere i dati al di fuori della Valle d’Aosta, abbiamo un totale di 14mila voti: un punto di partenza locale in un’area dove c’è molta dispersione del voto autonomista e una risposta alla svolta della Lega che sta prendendo troppe scelte appiattite sull’estrema destra”.
Ora, dopo le Europee, la Valle d’Aosta va verso il voto nel 2025. Come vi presenterete?
“Questo risultato ci porterà a fare delle valutazioni più approfondite. A fine mese avremo il congresso per capire come preparare la sfida delle regionali del prossimo anno e della lunga tornata di elezioni comunali”.
Come è cambiato il clima politico in Valle d’Aosta alle recenti elezioni?
“Su base locale abbiamo dei buoni risultati rispetto al dato di Fratelli d’Italia, che per il territorio valdostano rimane una sorpresa. C’è stata una serie di flussi a favore dell’estrema sinistra, capace di drenare al Pd, a sua volta in grado di pescare alcuni voti nell’area autonomista.
Ritenete un problema la divisione del campo autonomista?
“Siamo dispiaciuti che ancora una volta, come succede dal 1999, l’area autonomista non è unita. Molti partiti locali non ci hanno considerato nonostante abbiamo offerto un’occasione per una vetrina europea. Siamo però orgogliosi di aver dato alla Valle d’Aosta la possibilità di portare nel dibattito per le Europee la candidatura della minoranza linguistica e delle politiche per la montagna all’attenzione del dibattito pubblico”.