Home Primo Piano Papa Francesco, il cinepanettone continua. Ma chi è il vero regista?

Papa Francesco, il cinepanettone continua. Ma chi è il vero regista?

Papa Francesco, il cinepanettone continua. Ma chi è il vero regista?

Perchè leggere questo articolo? Il Papa avrebbe ribadito ai preti della Diocesi di Roma che in Vaticano c’è “troppa frociaggine”. Ma chi è che lo sta delegittimando donando alla stampa le sue sparate?

di Sallustio Santori

E niente, il cinepanettone continua. Dopo l’incontro con i vescovi italiani nel corso del quale il Papa si era prodotto in un fiammeggiante invito a non ammettere i ragazzi gay in Vaticano ed aveva sottolineato come nella Chiesa vi fosse troppa aria di frociaggine, ieri è tornato sul tema. Parola dell’ANSA che riferisce da fonti ad essa vicine come, incontrando i preti della Diocesi di Roma che hanno da 11 a 39 anni di servizio, Sua Santità Francesco, Vicario di Cristo (ricordiamolo ogni tanto, ché non fa male) ha ribadito come ci sia troppa aria di frociaggine in Vaticano e, trovandosi facendo, oltre a dire di no all’ingresso di ragazzi omosessuali in seminario, sarebbe il caso di sbarrare le porte del seminario anche ai tradizionalisti. Nemmeno loro vanno bene.

E voi, siete froci o tradizionalisti? Tanto è la stessa cosa…

Insomma, tradizionalista=frocio, o frocio=tradizionalista, come potremmo evidentemente evincere dalle parole papali. Aggiungiamo una cosa: è già la seconda volta che alla stampa arrivano queste sparate di Jorge Mario Bergoglio, e la cosa a questo punto lascia pensare. Primo pensiero: se il Papa parla privatamente e le sballa grosse, chi è che parla con i giornalisti? Evidentemente qualcuno che dell’entourage papale fa parte, perché non credo che un prete di periferia vada a raccontare certe cose ai giornalisti; oppure, già che ci siamo, c’è qualcuno che va a parlare perché tutto sommato ha buon gioco nel fare uscire queste cose.

Perché? Perché alla fine screditano ancora una volta la figura del regnante Pontefice e lo rendono una vera e propria macchietta, uno che davvero può apparire in un cinepanettone col generale Roberto Vannacci, una roba del genere (gli esempi non mancano, da Classe di Ferro su Italia1 negli anni ‘80 a un Natale a… dei fratelli Vanzina). E un Papa che perde prestigio ha sempre l’autorità piena, suprema e immediata che la legge canonica gli assegna, ma diciamo che tale autorità via, ce l’ha con una strizzatina d’occhi. E questo è un principio pericolosissimo.

Papa Francesco e la crociata contro i conservatori

Secondo punto, più grave: posto che a questo punto ci sentiamo sia un po’ tradizionalisti che ricchioni, visto che è la stessa cosa, è appena il caso di ricordare che questo Papa ha sempre condotto una battaglia contro il mondo conservatore e della Tradizione. Da un lato ha ignorato e bypassato i lefebvriani, con cui il predecessore aveva avviato un dialogo (e potremmo pure dire che vabbè, chissenefrega di quelli di Econe, tanto ormai lo sappiamo che cosa pensano della Chiesa cattolica dopo il Concilio Vaticano II), ma dall’altro ha creato uno strappo che Benedetto XVI aveva cercato di ricucire. Joseph Ratzinger, come raccontò nella sua autobiografia La mia vita pubblicata per i suoi primi 70 anni nel 1997, ha sempre criticato la riforma liturgica del Vaticano II perché, a suo dire, si trattava di un edificio nuovo costruito con parti di quello vecchio.

E la fusione tra vecchio e nuovo, a suo parere, insomma, non era avvenuta alla perfezione: questo però non gli aveva impedito di restare fedele alla sua Chiesa, difenderne la dottrina da prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, celebrare secondo il rito di Paolo VI anziché quello di San Pio V. Però l’idea di sanare lo strappo (il Vaticano II aveva messo da parte, ma non abolito né proibito, il vecchio messale) era rimasta nell’aria, ragion per cui nel 2007 col motu proprio Summorum Pontificum il Papa teologo aveva permesso la celebrazione della Messa preconciliare, sia pure a determinate condizioni, con anche la creazione di parrocchie nelle quali questo rito potesse sopravvivere. Un gesto intelligente, saggio, figlio di uno che aveva una testa con un cervello grande un ettaro e che ci manca tremendamente.

Sono finocchio pure io

Bene, Bergoglio è stato di diverso avviso: volete la Messa in latino? Niente più nuove parrocchie, se volete celebrare all’antica ci vuole il permesso del Vaticano, e lo deve chiedere il vescovo (che prima non doveva chiedere permesso a nessuno). Un giro di vite del quale, a quanto pare, il Papa teologo poi divenuto emerito era rimasto amareggiato. Adesso viene fuori che in seminario ragazzi tradizionalisti non ne devono entrare: se tradizione è un mondo di gente che strizza l’occhio a nazistoidi, antisemiti, gentaglia del genere, siamo d’accordo; se Tradizione è invece tenere in conto un tesoro prezioso allora no, Santità: sono tradizionalista/finocchio pure io. Alla prossima sparata.