Perchè leggere questo articolo? Il leader di Forza Italia chiude le porte al Terzo polo di Renzi e Calenda: “Non sono interessati al nostro progetto”. Mano tesa invece da Gori (Pd). Garattin (IV) si candida come federatore, ma Calenda non ci sente
“Renzi e Calenda? Non sono interessati al nostro progetto. Per noi conta il risultato degli elettori. Lo spazio fra Meloni e Schlein è occupato da Forza Italia”. Se i naufraghi del Terzo polo speravano di trovare un appiglio in Forza Italia, le parole del leader Antonio Tajani sono un portone chiuso in faccia. Parole particolarmente tranchant, quelle del successore di Silvio Berlusconi. Che potrebbero tuttavia lasciare intravedere una precisa strategia: quella del logoramento. A Forza Italia, che ai voti dei centristi ci pensa eccome, potrebbe convenire lasciar rosolare Italia Viva e Azione per poi passare all’incasso mangiandosi i resti.
Gori, mano tesa a Renzi e Calenda: “Elettorato a cui non si può rinunciare”
Di tutt’altro tenore le parole rilasciate nelle medesime ore dal dem Giorgio Gori, fresco di elezione in Europa: “Io penso che se vogliamo costruire un’alternativa vincente non sia più tempo di veti, né da una parte né dall’altra”, ha detto al Corriere l’ex sindaco di Bergamo. Secondo il quale ci sono oggi le condizioni “perché il Pd riapra i giochi tanto a sinistra, visto il buon risultato di Avs, quanto verso i ‘riformisti moderati’, cioè i partiti di Renzi, Bonino e Calenda, che non hanno raggiunto il quorum ma che comunque raccolgono un 7 per cento di elettorato a cui non si può rinunciare”. Segnali dunque di grande apertura e disponibilità al dialogo da parte di Gori, che del resto all’interno del Pd incarna l’anima riformista.
Terzo polo, Garattin federatore? Ma Calenda non ci sente
Ma nel frattempo nel Terzo polo la confusione è grande. Il deputato di Italia Viva Luigi Marattin sul Riformista si è detto disponibile a correre al congresso, dopo che Matteo Renzi ha di fatto aperto ad un proprio passo indietro. Nelle intenzioni dell’ex premier, un nome come quello di Marattin potrebbe svolgere la funzione di “federatore” ricompattando l’area centrista. Nome dell’operazione: “Terzo polo con un terzo nome alla guida”. Il progetto di Renzi si scontra tuttavia attualmente contro un muro. Così Matteo Richetti di Azione: “La serialità di costruire intese elettorali sempre con uno scopo: te stesso e la tua elezione”. E Carlo Calenda pare piuttosto più intenzionato a tentare la strada di una riapertura verso il Pd.
L’analisi della sconfitta: i veti di +Europa fatali a Renzi?
Nell’analisi della cocente sconfitta, ce n’è anche per +Europa e i radicali. Rei di essersi impuntati nell’imporre Antonella Soldo a Nord Est a scapito di una candidatura di Matteo Renzi che avrebbe forse dato qualcosa in più alla lista di Stati Uniti d’Europa. Niet radicali anche a Totò Cuffaro: come ha twittato Augusto Minzolini anche questo potrebbe essere stato un elemento che ha contribuito al mancato raggiungimento della quota del 4%.