Fabio Maria Damato ha rotto il silenzio dietro cui si trincerava da mesi. Il (fu) General Manager delle aziende di Chiara Ferragni ha scaricato il barile del pandoro-gate tramite storie Instagram. Innanzitutto, ringrazia l’insalata bionda per gli anni passati insieme, poi si toglie qualche macigno dalle Balenciaga: lui, umile “lavoratore dipendente”, non ha mai percepito guadagni stellari, contrariamente a quanto si mormorava online. Svolgeva, anzi, gli incarichi più prestigiosi “a titolo gratuito”. Pagato in visibilità, insomma. Nei vari muri di testo social, spiega anche di non essere stato licenziato ma di aver dato le dimissioni, sua sponte, “dopo attente e inevitabili riflessioni”. Si dice estraneo, per giunta, alle mail inviate a Balocco in cui si rendeva evidente una certa insistenza da parte del team Ferragni ad associare vendite dei pandori e beneficenza, nonostante l’azienda dolciaria fosse contraria. In una missiva interna, tra dipendenti Balocco, si legge infatti: “Mi verrebbe da rispondere che le vendite serviranno solo a finanziare il vostro cachet esorbitante!”. Damato fa fagotto giocandosi la carta dell’incolpevole vittima (“provocazioni e ossessione nei miei confronti in questi mesi”, lamenta). È credibile? No. Perché se qualcuno ci ha smenato davvero, come accerteranno svariate Procure, sono i consumatori e soprattutto il reparto oncologico infantile dell’Ospedale Regina Margherita di Torino, nonostante la pezza milionaria messa dall’insalata bionda post scoppio del bubbone beneficenza farlocca (?). Il re degli stocazzetti insieme alla sua ex datrice di lavoro e amica, ha solo perso una ottima occasione per tacere.
Fabio Maria Damato, esclamare ‘Top” non è un lavoro
Fabio Maria Damato è uno yes-man, un lacchè. Al netto della narrazione – che può essere più o meno enfatica – basta dare una scorsa alla serie Prime Video Ferragnez per rendersene conto nel giro di pochi minuti. In particolare, la puntata speciale riguardo al Festival di Sanremo co-condotto da Chiara Ferragni dà molte, fin troppe, informazioni sul lavoro svolto dal nostro. Uno tsunami di “Amo!” e “Top!” verso la (fu) regina di Instagram. Facile immaginarlo così anche a telecamere spente. E ancor più semplice intuire come mai l’impero sia andato a finire in malora. Negli articoli che la riguardano, Ferragni oggi non viene quasi più definita ‘imprenditrice digitale’ – titolo che si era auto-assegnata in una intervista a Simona Ventura, ma soltanto ‘influencer’. Un downgrade di peso, ma mai quanto quello di Fabio Maria Damato che oggi su Instagram è passato dal job title ‘General Manager’ a ‘Still a Dreamer’ (ancora un sognatore, ndr). Considerato che, a quanto dice, la maxi-liquidazione da 4 milioni di euro non ci sarebbe stata, quali potranno mai essere, ora come ora, le prospettive lavorative dell’ex braccio destro dell’insalata bionda? Rimediarsi qualcun altro per cui fare da ‘stocazzetto’. Purtroppo, però, l’era degli ‘stocazzetti’ parrebbe essere volta al termine. Almeno, lato social.
È finita l’era degli ‘stocazzetti’?
Ci sono yes-men e yes-men. I più svegli accondiscendono le mattate del capo supremo cercando, però, di pararne le cadute. Con garbo e cortesia, lasciano intendere il possibile scivolone. E/o agiscono dalle retrovie per impedirlo. Fabio Maria Damato, invece, si limitava a godere della luce riflessa, acriticamente. Perché questo fa uno ‘stocazzetto’, gli piace sentirsi importante. E nient’altro gli interessa. Già solo aver condiviso l’idea di realizzare intera puntata della serie ‘Ferragnez’ contro Fedez, il chicchieatissimo episodio sanremese, è un tonfo che qualunque studente di comunicazione avrebbe trovato il modo di stroncare sul nascere. Chiara Ferragni ne è uscita, ancor prima dell’affaire pandoro, con le ossa mezze rotte a livello di immagine. Una megera che non voleva portarsi dietro il marito all’Ariston, che lo ha chiuso in una cucina della città dei fiori a vedersi il Festival dalla tv perché non lo voleva appresso. Fedez avrà anche dato quel famigerato bacio in bocca a Rosa Chemical, ma è evidente che tra i due, tra lui e la moglie, fosse in ballo una competizione a chi l’avesse più grosso, il battage mediatico. E visto che il rapper s’era permesso di oscurare lei per cinque minuti, è stato punito con la gogna dello streaming. Mentre Fabio Maria Damato commentava il tutto punteggiandolo di ‘Top, amo!”. Il futuro del re degli ‘stocazzetti’ ora come ora è oscuro. Chi lo assumerebbe nel campo della comunicazione dopo il declino dei Ferragnez di cui il nostro è stato (considerato) capro espiatorio? Essere lacchè è un duro lavoro, ma qualcuno deve pur farlo. Bene, se possibile. Fabio Maria Damato non si è dimostrato in grado di saper dire nemmeno ‘sì’ con un minimo di criterio. Tranne quando, forse, c’era da (far) guadagnare milioni sulla pelle di consumatori e bambini ricoverati. Un gran bel cv.