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M5S, gli scenari in Ue dopo un voto deludente. Pedullà: “Evitare che l’Europa viri a destra”

M5S, gli scenari in Ue dopo la sconfitta. Pedullà: "Evitare che l'Europa viri a destra" Pedullà (M5S): "Non siamo il partito dei fannulloni. E' colpa dei media"

Il risultato del Movimento Cinque Stelle alle Europee “indubbiamente è da considerarsi deludente, ma non bisogna per questo fare di tutta l’erba un fascio”. Parola di Gaetano Pedullà, direttore de La Notizia di recente eletto a Strasburgo nella pattuglia pentastellata nella circoscrizione Nord-Ovest.

Pedullà: “Faremo sentire la nostra voce”

Pedullà ragiona con True-News.it e ricorda che “la pattuglia del Movimento non sarà irrilevante. Abbiamo eletto otto eurodeputati che faranno sentire la loro voce” e, cosa più importante, “costituiscono una pattuglia compatta e capace di fare gruppo”.

Da un pessimo risultato elettorale è possibile che nasca un’opportunità politica su molti fronti. Innanzitutto Pedullà ricorda che “il Movimento sta cercando di realizzare assieme ad altre formazioni europee qualcosa di storico: costituire un nuovo gruppo, un fatto che avviene assai raramente” nel panorama politico comunitario. “Come ha detto Giuseppe Conte”, ragiona il neo-eurodeputato, “stiamo lavorando per un nuovo gruppo che si inserisca convintamente nel solco del campo progressista”.

Pace e ambiente, le priorità europee del Movimento

Due i presupposti: “da un lato, l’impegno per la pace in Europa. Dall’altro l’attenzione all’ambiente”, ragiona Pedullà. Aggiungendo che gli sherpa sono al lavoro per costituire questa nuova formazione, Pedullà ricorda che “abbiamo tempo fino al 16 luglio per completare questo processo. E ci batteremo in ogni caso su ogni tavolo per evitare che l’Europa viri verso destra”.

Per Pedullà il voto, pur avendo premiato a livello nazionale formazioni come Fratelli d’Italia e il Rassemblement National francese “ha comunque mostrato la prevalenza di un’ampia congregazione di formazioni moderate e progressiste e non un’Europa di egoismi, sovranismi e nazionalismi che da sola non può, stando ai numeri del nuovo Parlamento europeo, modificare l’agenda”. E “anche se i segnali politici vanno interpretati, è chiaro che questa sia la situazione di partenza, su cui è doveroso lavorare”.

Pedullà: “Schlein non trasformi vittoria tattica in sconfitta strategica”

E il fronte interno? Mentre in Francia il campo progressista si prova a unire nel Nuovo Fronte Popolare, Pedullà ricorda che “sul fronte dell’unione delle forze progressiste la discussione in Italia è avanzata da più tempo. Si parla di convergenze da molto tempo e su alcuni temi come il salario minimo si è partiti dalla prima proposta del Movimento per poi arrivare su questo grande obiettivo a una convergenza col Partito Democratico, Alleanza Verdi Sinistra, le sigle sindacali come la Cgil e buona parte delle forze d’opposizione”. A cui manca Italia Viva che, ragiona Pedullà, “è difficile però capire in che campo giochi”.

E visto il risultato del Partito Democratico Pedullà non manca di lanciare un appello a Elly Schlein perché contribuisca a unire, e non dividere le forze progressiste: “la segretaria del Pd non deve trasformare una vittoria tattica in una sconfitta strategica. Per crescere nei consensi ha candidato un’ampia fetta di candidati molto freddi sull’alleanza strutturale col Movimento Cinque Stelle e deve evitare che dai suoi rivali interni parta un percorso che vanifichi le convergenze via via costruite”. Un banco di prova delle quali potrà essere anche l’Europa, dove anche il Movimento ha scelto esplicitamente di giocare nel campo progressista.