Perché questo articolo ti dovrebbe interessare? Sabato 22 giugno, a una settimana dal Roma Pride, si è tenuta nella capitale la “marcia per la vita”, organizzata da vari gruppi antiabortisti, tutti cattolici o dichiaratisi tali, guidati dall’associazione Pro Vita & Famiglia. C’è spazio nel mondo cattolico per delle posizioni non antiabortiste? Lo spiegano le iniziative di Catholics for Choice.
La marcia per la vita di Roma è ogni anno un evento molto partecipato. In migliaia sfilano per le vie della capitale con cartelli e cori “a favore della vita”. Gli obiettivi polemici sono in primis l’aborto e poi l’eutanasia. Ci sono immagini di feti, famiglie con i passeggini, rappresentazioni sacre, un centinaio di associazioni, lo slogan “Scegliamo la Vita” e addirittura un concerto conclusivo. Il tutto a breve distanza dal Roma Pride.
Le posizioni antiabortiste vengono articolate facendo riferimento alla morale cattolica, con addirittura il sostegno del papa che ha ringraziato esplicitamente il comitato organizzativo. Alla luce di tanta partecipazione e del richiamo costante alla religione cattolica, che resta la più diffusa in Italia, ci si può chiedere se ci sia spazio nel mondo cattolico per delle posizioni non antiabortiste.
Lo spiega Jamie Manson, presidente di Catholics for Choice, associazione statunitense che sostiene i diritti riproduttivi e in particolare l’accesso all’IVG (interruzione volontaria di gravidanza), rivelando come la fede cattolica possa supportare la libertà di scelta in un modo che le vie di Roma durante la marcia “Scegliamo la Vita” non hanno conosciuto.
Quando inizia la vita è un concetto teologico
“È possibile essere cattolici e sostenere i diritti riproduttivi. In effetti, la maggior parte dei cattolici sostiene l’accesso all’aborto. Solo negli Stati Uniti, 1 paziente su 4 che ha abortito si identifica come cattolica, e sappiamo che solo l’8% concorda con il punto di vista dei vescovi secondo cui l’aborto dovrebbe essere totalmente vietato. Ecco perché Catholics for Choice partecipa al processo del Sinodo sulla sinodalità di Papa Francesco. Abbiamo presentato storie e testimonianze per assicurarci che le voci dei cattolici favorevoli alla scelta e dei cattolici che abortiscono possano essere ascoltate.
Da quando Maria disse “sì” quando le fu chiesto se avrebbe partorito il figlio di Dio, la nostra tradizione di fede ha affermato il diritto di scegliere se rimanere incinta. Fu solo nel 1869 che un papa, Pio IX, annunciò il divieto di aborto, e tale divieto non fu codificato nella legge della Chiesa fino al 1917. Seguire la propria coscienza è un principio presente anche nel catechismo, che insegna che in tutto ciò che diciamo e facciamo, siamo obbligati a “seguire fedelmente ciò che sappiamo essere giusto e retto”.
Perché alcuni cattolici sostengono i diritti riproduttivi
Quali sono quindi le ragioni principali per cui alcuni cattolici sostengono i diritti riproduttivi? Manson risponde: “I cattolici sono pro choice a causa del nostro profondo impegno nei confronti della coscienza, della giustizia sociale e della libertà religiosa. Confidiamo che le persone che scelgono l’aborto seguano la loro coscienza fedelmente formata, e li supportiamo nelle loro decisioni. La giustizia sociale ci chiama a dare priorità ai bisogni dei più emarginati, che sono proprio le persone che hanno maggiori probabilità di essere colpite dai divieti e dalle restrizioni sull’aborto. Il concetto di quando inizia la vita è un concetto teologico che differisce tra le tradizioni religiose e ha differito nel tempo nella chiesa cattolica. La posizione teologica di un gruppo religioso non dovrebbe mai essere codificata in civile perché la libertà religiosa ci garantisce il diritto di essere liberi dalle credenze religiose di altri”.
Sono pro-choice perché sono cattolica
In occasione dell’anniversario del rovesciamento della Roe v. Wade e quindi dell’abolizione della tutela dell’aborto a livello federale negli USA, Ashley Wilson di Catholics for Choice richiama il momento in cui ha deciso di esporsi sulla questione proprio a partire dalla sua morale religiosa: “Non ero pro-choice per il mio interesse per la politica; ero pro-choice perché la mia fede mi aveva insegnato l’importanza della coscienza e mi aveva instillato un profondo impegno per la giustizia sociale. Persino la mia educazione gesuita mi aveva insegnato a ‘trovare Dio in tutte le cose’ e io interpretavo questo come includente anche l’aborto”.
Dichiarandosi quindi a favore dell’autodeterminazione dei corpi, sostiene e si impegna quotidianamente affinché l’accesso all’IVG sia possibile anche negli ambiti cattolici, riducendo lo stigma e la disinformazione. Ricorda che: “Sono pro-choice perché sono cattolica“.
Anche Emily Harrison fa parte di Catholics for Choice e ha raccontato la sua posizione di vita e di fede sull’aborto. Harrison è una doula specializzata nell’accompagnamento delle persone gestanti durante l’interruzione volontaria di gravidanza e, parlando delle intimazioni messe in atto – anche in Italia – fuori da cliniche e ospedali, spiega: “Mi chiedo se questi manifestanti anti-choice vedono Dio su quei marciapiedi nello stesso modo in cui io vedo Dio nella clinica [per aborti]. Non riesco a immaginare Gesù che corre verso la portiera di una macchina e grida a chi è dentro che andrà all’Inferno. Invece, immagino Gesù al bar con me e le mie amiche doule a riflettere su come possiamo rendere la giornata di ogni paziente un po’ più semplice”.
Le fedeli cattoliche abortiscono
“Le fedeli cattoliche abortiscono” è il titolo tradotto con il quale Catholics for Choice ha raccolto numerose testimonianze di donne cattoliche che, durante la loro vita, hanno fatto ricorso all’IVG. La diversità di narrazioni ha l’obiettivo di mostrare la complessità del rapporto tra fede e diritti riproduttivi, ben più vasto di una netta condanna aprioristica.
Jen V. di Washington, D.C. racconta infatti: “Sono una ginecologa e una pianificatrice familiare, il che significa che fornisco anticoncezionali, eseguo pap test, screening per il cancro, faccio nascere bambini e fornisco anche assistenza per l’aborto. Sono stata educata come cattolica e il cattolicesimo è una parte importante di ciò che ha formato la mia identità. È uno dei motivi principali per cui faccio questo lavoro. Una volta ero un’attivista anti-aborto. Quando ho avuto bisogno della pillola del giorno dopo, sono andata in una clinica e ho dovuto attraversare i manifestanti che mi urlavano cose orribili. Ho pensato: ‘Sono una di voi, ragazzi! Anch’io sono a favore della vita!’. Ma quando sono entrata in clinica, mi sono resa conto che nessuno poteva notare la differenza tra me e le altre persone. Non sapevo chi fosse lì per un pap test, per la contraccezione o per un aborto. Avevo giudicato le persone per così tanto tempo“.
Erika R. del New Mexico aggiunge: “Essere educata come cattolica mi ha insegnato molto sull’amore per il prossimo e sull’opzione preferenziale per i poveri. Essendo una persona che crede nel diritto intrinseco di tutti di scegliere cosa succede al proprio corpo, i diritti riproduttivi delle donne sono centrali in questo contesto”.
Kate H. del Minnesota racconta: “Sono una doula, vado nelle cliniche abortive e sostengo le persone durante la procedura. Aiuto anche le persone a trovare farmaci per l’aborto poiché l’accesso all’assistenza sanitaria riproduttiva è difficile. Ad ogni turno in clinica, assisto qualcuna che pensa di essere l’unica persona della sua parrocchia a scegliere di abortire. Lascia che ti dica questo: le cliniche per aborti in tutto il Paese sono piene di cattoliche proprio come te”.