Gino Strada è morto venerdì 13 agosto: soffriva di cuore. L’attivista, fondatore di Emergency, aveva appena pubblicato un artico su La Stampa riguardo la situazione in Afghanistan. A dare notizia della sua scomparsa, a 73 anni, sono state fonti vicine alla sua famiglia.
È morto Gino Strada: aveva 73 anni
Gino Strada è stato il medico, attivista e fondatore di Emergency che ha dedicato tutta la sua vita alla lotta per i diritti umani. Nato a Sesto San Giovanni nel 1948, è stato chirurgo per il Comitato internazionale della Croce Rossa, prestando servizio in Paesi in guerra, come l’Afghanistan e la Somalia. Emergency esiste dal 1994, quando il medico lo ha fondato insieme alla moglie Teresa Sarti. L’associazione umanitaria, nata per aiutare le vittime di guerra e delle mine antiuomo, ha accompagnato nella riabilitazione gratuita oltre 6 milioni di pazienti nel mondo.
Gino Strada era malato da tempo: soffriva di cuore. È morto il 13 agosto all’età di 73 anni, spegnendosi in Normandia. A darne notizia sono state fonti vicine alla famiglia, al Corriere della Sera. Proprio poche ore prima della sua scomparsa, il fondatore di Emergency aveva firmato un articolo, poi pubblicato su La Stampa, riguardo la situazione in Afghanistan.
“Ho vissuto in Afghanistan complessivamente 7 anni: ho visto aumentare il numero dei feriti e la violenza, mentre il Paese veniva progressivamente divorato dall’insicurezza e dalla corruzione. Dicevamo 20 anni fa che questa guerra sarebbe stata un disastro per tutti. Oggi l’esito di quell’aggressione è sotto i nostri occhi: un fallimento da ogni punto di vista“, ha scritto nel suo pezzo su La Stampa, intitolato “Così ho visto morire Kabul“.
Chi era il chirurgo per la pace, fondatore di Emergency
Gino Strada nasce a Sesto San Giovanni il 12 aprile del 1948. Trent’anni dopo si laurea all’Università Statale di Milano in Medicina e Chirurgia, specializzandosi successivamente in Chirurgia d’Urgenza. È all’ospedale di Rho che inizia a fare pratica nel campo del trapianto di cuore, perfezionandosi nella chirurgia cardiopolmonare. Per dieci anni opera in questo settore, volando in diversi Paesi del mondo per lavorare negli ospedali e nelle università. Dagli Stati Uniti, al Sudafrica, al Regno Unito. Nel 1988 però decide di cambiare cammino, e si specializza in chirurgia traumatologica e cura delle vittime di guerra.
Un anno dopo, fino al 1994, Gino Strada entra a far parte della Croce Rossa, nel suo Comitato internazionale che spedisce le equipe mediche in zone di conflitto. Così il chirurgo presta servizio in Pakistan, Etiopia, Perù, Afghanistan, Somalia e Bosnia ed Erzegovina. Luoghi che lo segnano nel profondo e che lo spingono nel ’94 a fondare Emergency insieme alla moglie Teresa e a un gruppo di colleghi.
Si tratta di una ONG, un’associazione umanitaria, che intende accompagnare gratuitamente nella riabilitazione le vittime di guerra e delle mine antiuomo. Da allora Emergency è diventato un pilastro, simbolo della lotta per i diritti umani, della pace e della solidarietà. La Onlus è stata in grado di aiutare, in 25 anni, più di 6 milioni di pazienti in tutto il mondo. Ma anche di promuovere, e permettere, la costruzione di ospedali e posti di primo soccorso in 18 Paesi, oltre a poliambulatori, centri pediatri e centri di eccellenza. Il Centro Salam è uno dei più importanti e innovativi: si trova in Sudan, è attivo dal 2007 e tratta la cardiochirurgia. Qui l’associazione opera gratuitamente malati provenienti da tutto il continente africano, con particolare attenzione per i pazienti pediatrici, fornendo inoltre screening gratuiti e controlli post-operatori.
Le posizioni del medico rispetto al vaccino
In passato in diverse interviste Gino Strada è stato interpellato rispetto ai vaccini. Nel 2017 così diceva: “Non ho alcun dubbio sul fatto che il vaccino rappresenti un passo avanti fondamentale nella storia della medicina. Certo, poi è un farmaco, e come tutti i farmaci ha qualche effetto collaterale: va usato con intelligenza. Bisogna stare attenti, però, a certe posizioni massimaliste senza basi scientifiche. Dire tout-court che i vaccini fanno male mi sembra una fesseria. Credo che sia dovere dello Stato proteggere la comunità“.
Il medico chirurgo, con il sopraggiungere della pandemia, aveva poi preso le parti delle popolazioni che ad oggi sono ancora sfornite di vaccini anti Covid-19. Gino Strada infatti, che nella vita ha sempre lottato per l’uguaglianza e i diritti umani, si era fatto sostenitore della sospensione dei brevetti.
“Quando si parla di pandemia, si parla di qualcosa che coinvolge tutti. Quindi è chiaro che dalla pandemia o ne usciamo tutti o non se ne esce. La mia proposta, non è solo mia, è quella di sospendere almeno temporaneamente i brevetti. Perché se non si sospendono i brevetti, non si trasferisce il know-how e la tecnologia ad altre aziende produttrici, non si riuscirà mai a raggiungere una quantità dei vaccini sufficienti per la popolazione mondiale. E 4-5 grosse compagnie, che oggi sono impegnate nella produzione di vaccini, non sono certo in grado di riprodurne per tutti“.
Scomparso Gino Strada: la malattia e le parole della figlia Cecilia
Gino Strada è morto a 73 anni il 13 agosto 2021. Soffriva da tempo di problemi al cuore. A dare la notizia della scomparsa del medico chirurgo sono state fonti vicine alla famiglia, che riferiscono che Gino Strada è deceduto in Normandia all’improvviso. Probabilmente per delle complicanze dovute alla cardiopatia di cui era affetto.
“Amici, come avrete visto il mio papà non c’è più. Non posso rispondere ai vostri tanti messaggi che vedo arrivare, perché sono in mezzo al mare e abbiamo appena fatto un salvataggio – scrive sui social Cecilia Strada – Non ero con lui, ma di tutti i posti dove avrei potuto essere…beh, ero qui con la ResQ – People saving people a salvare vite. È quello che mi hanno insegnato mio padre e mia madre. Vi abbraccio tutti, forte, vi sono vicina, e ci sentiamo quando possiamo“.
Anche il sindaco di Milano Beppe Sala si è unito al cordoglio, rivolgendo un saluto al medico. “È morto un caro amico, Gino Strada. Gli volevo bene e lui ne voleva a me. In giugno avevo celebrato il suo matrimonio con la dolce Simonetta, una cerimonia riservata come loro desideravano. Di Gino si può pensare quello che si vuole, ma una cosa è certa: ha sempre pensato prima agli altri che non a se stesso. Mi e ci mancherai”.
“Nessuno se l’aspettava. Siamo frastornati e addolorati. È una perdita enorme per il mondo intero. Ha fatto di tutto per rendere migliore il mondo. Ci mancherà tantissimo“, ha dichiarato poi la presidente di Emergency, Rossella Miccio.